Due limanesi in cima al Monte Bianco

Paolo De Biasi e Luigi Tormen raccontano la loro esperienza
Di Valentina De Toffol

LIMANA. Nel 200 avanti Cristo Annibale attraversò le Alpi con gli elefanti e fu un'impresa gloriosa.

Oggi c’è chi lo fa anche correndo, nella Ultra Trail du Mont Blance, la gara di corsa in montagna che si è tenuta nella spettacolare cornice del monte Bianco. A parteciparvi c’erano anche quattro intrepidi bellunesi, tra cui due di Limana: Paolo De Biasi e Luigi Tormen. A pochi giorni dalla gara le emozioni sono ancora forti.

Paolo inizia dicendo da dove è nata l'idea di partecipare a questa competizione. «Durante un allenamento in Valmorel ho incontrato per caso Luigi ed abbiamo deciso di partecipare insieme all’Ecomarathon dell'Alpago. Nel 2012 ci siamo iscritti per la prima volta alla CCC del Monte Bianco (100km e 5950 m di dislivello), ma non siamo stati presi ed abbiamo dovuto rimandare il progetto di un anno. Per allenarci abbiamo fatto molte gare come il Trail di Zoldo e l’attraversata dei Colli Euganei. Inoltre, per prepararci al meglio al Monte Bianco, qualche settimana prima della gara, ci siamo allenati correndo di notte attraversando le zone di Montegal, Col Visentin e Revine Lago per capire meglio che cosa significava correre al buio».

Prosegue poi Luigi: «Pensavo che il progetto sfumasse anche quest’anno; a gennaio, infatti, ho avuto un infortunio al tendine e sono rimasto fermo due mesi. Il nostro amico Paolo che doveva venire con noi in Valle D’Aosta ha dovuto rinunciare a causa di un infortunio».

Arrivati al giorno della gara, le emozioni sono diverse Paolo si scrutava intorno per osservare meticolosa organizzazione ed era stupito dalle numerose persone (circa 6000), Luigi invece era più preoccupato perché non aveva mai fatto una corsa di 100km, ma sentiva che fisicamente stava bene e sarebbe riuscito a finire la gara. La grande amicizia è stata una componente fondamentale, Paolo infatti racconta.

«Durante tutta la competizione ci siamo aiutati, stimolandoci a vicenda. In queste gare ci vuole una grande energia mentale perché le crisi sono molte. La solidarietà è importante: per esempio un atleta era scivolato durante il percorso e si è preso un escoriazione sul braccio, noi ci siamo fermati tutti e l’abbiamo aiutato a ripartire».

Anche Luigi ha i suoi aneddoti sulla gara: «Mi sono fermato all’ultimo ristoro per mangiare la minestra e mi sono seduto. Quando mi sono rialzato, non ero più capace di muovere la gambe ed ho dovuto dormire un’ora».

All’arrivo i chilometri nelle gambe erano molti, ma la soddisfazione era maggiore. Paolo ha concluso la corsa in 20 ore e 29 minuti, mentre Luigi in 22 ore e 19 minuti.

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