Carbonari: «Lo stadio è un problema»

BELLUNO. Carbonari a 360 gradi. Non un’intervista incandescente, ma una chiacchierata informale, di fronte a un buon caffè, con l’ex presidente del Belluno. Quello che rimane uno dei membri più importanti del consiglio gialloblù. Anche dopo la nomina del nuovo numero uno Livio Gallio.
L’ultimo ricorso. La notizia più fresca è il reclamo contro la Sacilese per la posizione irregolare del difensore classe 1994 Tiziano Slongo. Attesa la vittoria a tavolino e la cancellazione dell’1-1 in campo, sulla base dei due precedenti Zanon del San Paolo e Vigo del Montebelluna: «Dovrebbero arrivarci altri due punti, oltre a quello conquistato sul campo, di conseguenza la nostra classifica migliorerebbe. Devo dire che da un lato questo mi fa piacere, ma dall’altro un po’ mi dispiace. Mi spiego: i rapporti con la società friulana sono sempre stati molto cordiali, del resto ci sono delle regole e vanno rispettate».
Il mercato di dicembre. Andrea Radrezza si è fatto male e ne avrà almeno fino al girone di ritorno; Elia Pitteri si è appena operato al menisco e sarà pronto tra un mese e Nicola Calcagnotto ha a sua volta un problema a un ginocchio, senza dimenticare l’incidente di Stefano Longo: «Vedremo se sarà possibile fare bene, anche senza questi ragazzi, per quanto siano molto importanti, a maggior ragione per una squadra parecchio giovane come la nostra. Se poi alla riapertura del mercato dovessimo essere in difficoltà, allora è chiaro che bisognerebbe cercare di provvedere, ma vedo che i risultati stanno arrivando lo stesso».
La gestione dello stadio. Il Belluno ha presentato la propria candidatura per il Polisportivo. La dirigenza ha partecipato ad alcuni incontri in Comune e il discorso con l’assessore Valentina Tomasi sembrava molto ben avviato, detto che era stata proprio l’amministrazione comunale a lanciare questa ipotesi, anche per conto della municipalizzata Sportivamente Belluno: «È tutto arenato, purtroppo. Il dialogo si è interrotto e non so se potrà riprendere. Resta il fatto che siamo l’unica società calcistica cittadina a non avere un impianto in gestione, a differenza di Cavarzano, Alpina, Castion,Schiara e Salce. Per esempio, noi saremmo anche disposti a rifare il fondo, detto che già provvediamo a sgomberare la neve, solo per dirne una. Ma siamo sempre ospiti».
I vicini di casa. L’Associazione calcio Belluno 1905 è la squadra più importante della città, ma non per questo ha un trattamento di favore da parte delle altre: «Se si tratta di organizzare un allenamento, per l’indisponibilità del terreno principale dello stadio o del sintetico della Goal Arena, c’è chi è capace di chiederti un sacco di soldi e già il nostro è un giocattolo senz’altro più costoso di quello delle altre dirigenze».
Il settore giovanile. Numeri importanti nel vivaio, ma anche la necessità di puntare anche sulla qualità e non solo sul sociale, non solo per l’affiliazione al Milan, ma anche per la necessità di allevare giovani calciatori da provare in serie D. Alla Goal Arena, la convivenza è difficile e c’è stata la proposta dell’oratorio Don Bosco: «Qui c’è chi non si rende conto che, tra un mese, dopo le 16.30 sarà quasi buio. Me lo dite come possiamo pensare di allenare i nostri ragazzini al campetto dell’oratorio. Massimo rispetto per tutti, ma abbiamo delle esigenze».
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