Calcio serie C. Dolomiti, le emozioni di Piazza per l’esordio. «Premio all’impegno e alla mia famiglia»
L’alpagoto era rimasto tre anni nel vivaio del Venezia. «Potrei non giocare molto, ma spero di conquistarmi dello spazio. La strada è giusta. Con l’Albinoleffe sarà dura, loro sono abituati alla categoria»

La prima tra i grandi al “Rigamonti”, indossando la maglia della squadra della sua provincia. Massimiliano Piazza si è presentato mediaticamente in punta di piedi alla preparazione estiva della Dolomiti, ma scendendo in campo con una personalità calcistica niente male per un 19enne.
Già nella prima amichevole contro il Venezia in quel di Falcade il suo impatto aveva destato curiosità. Mister Nicola Zanini gli ha sempre garantito un minutaggio significativo nel precampionato e domenica a Brescia come ultimo cambio ha inserito il ragazzo di Cornei, tornato dopo tre anni nelle giovanili proprio del Venezia e capace di meritarsi la riconferma.
Massimiliano, la prima nei professionisti della Dolomiti è coincisa con il tuo esordio tra i grandi.
«Un’emozione forte, senza dubbio. Farlo poi in uno stadio come quello di Brescia ha ampliato le sensazioni positive. L’ho vissuto come una sorta di premio all’impegno mio e soprattutto della mia famiglia. Ovviamente però è solo un piccolo passo di un percorso ancora lungo. Di certo, e ribadisco quanto detto una volta firmato il contratto, penso sia unico giocare in C con questa maglia».
Da ragazzo in prova a una delle alternative a metà campo. Niente male…
«Dal primo allenamento di metà luglio ho lavorato tranquillo, pronto a prendermi tutto quello che veniva. Desideravo conquistarmi spazi e fiducia gradualmente. Il gruppo mi ha accolto bene e aiutato a rendere al meglio, di conseguenza adesso cercherò di conquistarmi degli spazi. Sono giovane e posso mettere in conto che quest’anno non è detto riesca a scendere in campo in modo continuo. Tuttavia devo approfittarne e imparare dai compagni di squadra, così da essere pronto quando toccherà a me».
I tre anni a Venezia cosa ti hanno lasciato?
«La consapevolezza del significato di essere un calciatore. Certo, nei grandi si tratta di un mondo diverso rispetto ai vivai, però ho vissuto un ambiente diverso tramite il quale mi sono messo in gioco pure come persona, dovendo vivere in convitto e perciò lontano da casa. È stato il culmine di un percorso iniziato con l’Alpago e proseguito nel Ponte Alpi, nel Belluno e nella Dolomiti, prima dello spostamento in arancioneroverde nel 2022. Quest’estate il percorso si è concluso, perché sono cambiate un po’ di cose e non c’era modo di continuare in Primavera. Per fortuna si è aperta subito la strada del ritorno alla Dolomiti».
In campo non sei certo timido, anzi.
«A me piace giocare, sono abile nel palleggio e mi viene chiesto di andare a prendere il pallone e inserirmi in avanti. Insomma, sto volentieri nel vivo dell’azione».
Due giorni e si comincia a giocare per i tre punti.
«Dopo Brescia ci siamo detti che abbiamo ben figurato, ma al tempo stesso non eravamo felici della sconfitta. Comunque la strada da seguire è quella corretta, consapevoli in ogni caso come sabato di fronte a noi ci sia un Albinoleffe abituato da anni a frequentare la categoria. Peraltro non mancherà ai bergamaschi il desiderio di rifarsi, dopo la brutta sconfitta rimediata in Coppa Italia».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi