Calcio Cavarzano, sessant’anni di gloriosa storia. Sovilla: «Ricordo benissimo quel 1965»
Grande festa a Pian Longhi per la ricorrenza. «Se penso che ora siamo in Eccellenza mi pare quasi troppo per la società»

Eccellenti questi sessant’anni. In concomitanza del periodo calcistico più rilevante mai vissuto dal club - in procinto di cominciare domenica il quarto campionato consecutivo di Eccellenza - il Cavarzano si è preso un momento per celebrare un compleanno significativo.
Tra i sodalizi di maggior longevità in provincia, dalle parti di Camp de Nogher si stanno togliendo la soddisfazione di competere nel massimo torneo regionale e di portare avanti un settore giovanile con tutte le formazioni agonistiche militanti nelle categorie venete.
Poco più di 250 i giovani atleti tesserati con il vivaio e rimane forte l’orgoglio di esserci ancora, oltre alla volontà di continuare a crescere. Come regalo, non è un mistero il focus sia rivolto alla realizzazione di un sintetico pressoché indispensabile.
Traguardi passati, presenti e futuri festeggiati a Pian Longhi, in compagnia dei vertici della Figc regionale e provinciale e di diversi rappresentanti della politica nazionale e locale: dall’immancabile numero uno della Provincia Roberto Padrin, all’assessore del comune di Belluno Monica Mazzoccoli, passando per Dario Bond presidente del comitato Fondi comuni confinanti e Simone Soccal, consigliere comunale e numero uno del Coni Bellunese. La cerimonia è stata l’occasione di rendere omaggio a quanti hanno scritto le prime pagine della storia giallorossa.
Così sono stati chiamati a ricevere un riconoscimento i pionieri del Cavarzano: Celestino Broi, Paolo De Barba, Mario De Min, Diego De Min, Giuseppe De Toffol, Gianpietro Giozzet, Gianni Pastori, Vittorio Sovilla e Klaus Schillkowski. Non sono mancati inoltre due premi dal forte valore simbolico: alla storica tifosa Bernadetta, moglie del presidente onorario Vittorino Sovilla e cuore pulsante sugli spalti da sessant’anni, e a Cinzia, dirigente appassionata e presenza costante, considerata da tutti come la “seconda mamma” dei più piccoli.
«Ricordo ancora quando abbiamo iniziato nel 1965», sottolinea proprio Vittorino Sovilla. «Dai primi tornei affrontati in provincia, ora disputiamo addirittura l’Eccellenza. A volte mi sembra quasi troppo... Io ormai sono in quiescenza, anche se non faccio mancare dei consigli in caso di bisogno, di conseguenza approfitto dell’occasione per rivolgere un enorme grazie a chiunque in questi anni sta permettendo al Cavarzano di competere così in alto. Non è assolutamente facile gestire una società che conta tra l’altro su un vivaio di livello. Vedere persone nuove, giovani e soprattutto capaci nel gruppo di collaboratori e dirigenti è per me motivo di soddisfazione e orgoglio».
Anche Sovilla sogna il sintetico.
«Degli spiragli ci sono e sarebbe bello, altrimenti è un continuo peregrinare. Certo già ora è tutta un’altra storia, rispetto a quando bisognava tirare su i sassi che si alzavano con i tacchetti prima e dopo l’allenamento».
Scherzando, si potrebbe chiedere a Sovilla se vorrebbe coronare il sogno addirittura della serie D.
«No no, stiamo con i piedi piantati a terra».
Durante la serata, non sono mancati quattro premi ad altrettanti giocatori simbolo del club, seppur ora in campo con altre maglie: Luca Marcon, Gianluca Boso, Marco Paier e Luca Fontana.
Proprio a quest’ultimo è stata affidata la targa con una motivazione che vale per tutti.
«Un riconoscimento speciale ai giocatori del Cavarzano Belluno per la dedizione costante dimostrata dentro e fuori dal campo, per l’impegno appassionato nella vita della squadra e della società, e per l’esempio di attaccamento ai colori».
Applausi calorosi hanno poi accompagnato il ringraziamento alle “Signore del Cavarzano”, ossia Eleonora, Paola e Francesca: dirigenti che con impegno silenzioso ma prezioso garantiscono il buon funzionamento della macchina organizzativa del club. Infine, sottolineato il passaggio di testimone tra presidenti: qualche mese fa, dopo 13 anni da numero uno e un impegno da segretario che continua tutt’ora, Claudio Sella ha ceduto il proprio ruolo a Pierluigi Boso, chiamato a proseguire con entusiasmo e visione il cammino tracciato, nel segno della continuità e dell’impegno verso i giovani e la comunità.
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