Alpago, è addio con l’allenatore Valerio Pradel «Ringrazio tutti, qui è un ambiente speciale»

cavarzano-alpago
cavarzano-alpago



Niente quarto anno. Quello tra Valerio Pradel e l’Alpago è un matrimonio che non continuerà nella prossima stagione. Lo ha deciso la società, comunicando all’allenatore l’intenzione di cambiare dopo tre campionati assieme. Dunque si libera la panchina dei gialloverdi, mentre lo stesso Pradel sarà libero di essere cercato e valutato da altre realtà.

Pradel era partito con il grandissimo traguardo della promozione in Prima Categoria, ottenuta attraverso i ripescaggi dopo i playoff. Poi nella passata stagione salvezza mai in dubbio da neopromossa, mentre questo è stato l’anno senza dubbio meno positivo. Al via con tante ambizioni, gli alpagoti non sono mai di fatto entrati nella zona playoff e anzi a un certo punto son stati costretti ad accelerare per non dover guardare le proprie spalle. Il tutto nonostante una campagna acquisti capace di portare, tra gli altri, Momo Ibrahim. Da qui, forse, la scelta societaria di modificare guida tecnica.

Pradel ammette la fine del rapporto, specificando però che: «Se la società avesse voluto proseguire con me, non avrei avuto problemi. Comunque con l’Alpago è stato costruito un percorso assieme ed era proprio quanto domandato ai dirigenti nell’estate 2016: un progetto di due, tre anni, in modo da sviluppare qualcosa di importante».

Il grosso del dispiacere è legato «ai rapporti umani. Nel giro di poco tempo sono diventato gialloverde dentro e lascio veramente un ambiente speciale. Anzi, ne approfitto per ringraziare in modo particolare i dirigenti Fabio Sperti e Mario Nenzi».

Il rammarico di Pradel e in generale dell’Alpago è legato a questo campionato. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, come recita il famosissimo proverbio, non poteva essere facile una stagione iniziata perdendo 3-0 a tavolino contro il Cordignano. «Quella partita degli strascichi li ha lasciati, d’altronde sul campo era finita 1-0 a nostro favore. Squalifica di Momo, dispiacere, rabbia… qualcosa credo sarebbe cambiato senza l'errore, ma ormai non vale più la pena tornare. Tra l'altro l'arrivo di un attaccante del suo livello ha innalzato le aspettative, eppure troppi fattori hanno condizionato la stagione. Se poi nel girone d’andata perdi sette partite, allora diventa complicato raggiungere determinati traguardi».

Ora Pradel guarda al proprio futuro. «Non sono certo un allenatore che contatta i direttori sportivi in cerca disperata di squadre da allenare. Vedremo se qualcuno punterà su di me, nelle prossime settimane saprò senza dubbio qualcosa in più». —

Dapo

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi