Osservatorio Legalità Cgil Veneto: il Rapporto di agosto e settembre 2025

Il resoconto completo dell’Osservatorio Legalità della Cgil Veneto, a cura di Ilario Simonaggio: episodi tra mafia, caporalato, frodi fiscali, infortuni mortali e reati ambientali in Veneto 

Mafie, sfruttamento lavorativo, evasione: il Rapporto della Cgil
Mafie, sfruttamento lavorativo, evasione: il Rapporto della Cgil

Il Rapporto presenta una serie di 66 eventi che abbiamo selezionato del mese di agosto e settembre 2025 riguardanti atti, azioni, processi meritevoli di attenzione sindacale e dei portatori di interesse pubblico. In premessa, il ringraziamento doveroso ai magistrati e alle donne e uomini delle forze dell’ordine che con il loro lavoro rinforzano l’argine democratico e favoriscono la convivenza civile nei nostri territori.

I Rapporti mensili sono prodotti per consentire uno sguardo d’insieme sulla realtà veneta. Non ci stancheremo di ripetere che la presa d’atto formale e sostanziale del fatto che non esistono “isole felici” aiuta una indispensabile crescita culturale e di consapevolezza generale per combattere ogni forma di illegalità.

Sarebbe buona cosa, in presenza di fatti incontrovertibili, evitare la solita pletora di dichiarazioni fuori luogo e tempo del tipo “la mafia in Veneto non esiste”, oppure “si tratta di un caso isolato”, perché la quantità e la "qualità" dei casi raccontano una ben diversa realtà fattuale. Per curare qualsiasi malattia, è buona norma non negare l’evidenza.

Vanno fatte le dovute distinzioni, ma è indubbio che anche i reati di seguito descritti sinteticamente sono parte della realtà veneta.

La dimensione impressionante dei casi di un solo mese induce più di qualche riflessione. Temiamo che, al pari dell'inesistente modello veneto in tema di ambiente e salute, anche a proposito della legalità c'è ben poco di virtuoso. E la constatazione che questi problemi non siano un'esclusiva del nostro territorio, ma interessino tutto il Paese, non ci esime dal dovere di cercare rimedi efficaci e di metterli in pratica.

Le notizie numerate sono raccolte in sette capitoli di reati, per favorire l’immediata ricerca delle notizie che più interessano: Associazioni criminali anche di stampo mafioso; terrorismo e violenza politica; sfruttamento lavorativo; ambiente; pubblica amministrazione; droga, rilevanti evasioni fiscali. Inoltre nei titoli appare sempre il territorio veneto cui la notizia si riferisce e la fonte da cui è tratta.

In evidenza questo mese: bloccate a Padova 4 aziende legate all’ndrangheta (1.5); violenza contro i tifosi napoletani a Verona (2.2); continua inarrestabile la strage sul lavoro (3.1., 3.2., 3.7., 3.14., 3.15.,3.17.,3.25.,3.29); sequestrati 7 quintali di miele biologico solo nell’etichetta a Verona (4.3.); lavori Olimpiade MICO 2026 (5.2.); sequestrati 61 chili di hashish a Rovigo (6.5.); raggiro milionario a Banca e clienti a Bolzano (7.3.).

Associazioni criminali anche di stampo mafioso

Mafia cinese a Verona, controlli e arresti in centri estetici e bar.

 

L’operazione è stata coordinata dal Servizio Centrale Operativo (SCO) della Polizia di Stato ed ha riguardato 25 città italiane tra cui, in Veneto, Padova, Verona e Vicenza. Le indagini per contrastare le attività della mafia cinese si sono concentrate su: immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione e del lavoro, contraffazione di prodotti, distribuzione di stupefacenti, detenzione abusiva di armi. A Verona sono stati controllati dalla Squadra Mobile della Questura 11 esercizi commerciali (8 bar e 3 centri massaggi) identificando 75 persone, notificando un provvedimento di espulsione entro 7 giorni per una cittadina cinese, arrestando un cittadino nordafricano con pena da scontare per spaccio di sostanze stupefacenti. In generale, l’operazione dello SCO ha prodotto: 31 cittadini asiatici denunciati; 13 arresti; 305 esercizi commerciali controllati di cui 2 sequestrati; 550 grammi di shaboo (la potente droga sintetica asiatica) sequestrati; 29 sanzioni amministrative per 73.382 euro; sequestro di 22.825 euro. Tra le attività illecite, l’hawala ovvero l’esercizio abusivo di attività bancaria. A Vicenza i controlli in 9 attività commerciali hanno portato a scoprire e denunciare 2 immigrati irregolari e ad arrestare un cittadino albanese ricercato. A Padova i controlli si sono concentrati su magazzini e hanno portato a 47 persone identificate. (L’Arena, Corriere del Veneto e Il Giornale di Vicenza del 5 agosto 2025).

 

‘Ndrangheta a Verona, arresti e affari.

Chiuse le indagini dalla DDA di Venezia (PM Federica Baccaglini e Andrea Petroni) sulla locale di ‘ndrangheta di Verona e Provincia che hanno coinvolto 33 persone (16 veronesi), di cui 6 in carcere. Dopo l’arresto del boss locale “Totareddu”, Antonio Giardino, la locale si è riorganizzata e ha nominato un nuovo vertice collegato con le cosche calabresi. Le inchieste Isola Scaligera e Taurus avevano decapitato la cosca ed ora, a distanza di pochi anni, questa nuova operazione (Folgore) della DDA di Catanzaro, con la collaborazione delle DDA di Venezia e Trento, ha portato alla luce la situazione reale, organizzata intorno agli affari di Verona e provincia. L’indagine è partita dalla DDA Procura di Catanzaro ad aprile 2025, e ha portato alla nuova operazione contro la locale veronese di ‘ndrangheta con 62 capi di imputazione, tra cui estorsioni e armi. Al vertice tutto veronese della locale ci sono molti soggetti già implicati nelle precedenti indagini o stretti parenti di detenuti della mafia, tra cui Santino Mercurio, Francesco Bova, Diego Giovinazzo, Giovanni Sorrentino, Francesco Pollinzi e Angelo Micillo. Il contabile della “bacinella” è stato individuato dai PM nella persona di Francesco Bova. Attesa a breve la richiesta del rinvio a giudizio degli indagati. (L’Arena del 31 agosto 2025; La Nuova Venezia del 5 settembre 2025).

 

Rapine milionarie, sequestro a Padova.

La Guardia di Finanza, in collaborazione con la Polizia di Stato di Padova, ha posto sotto sequestro, usando la normativa antimafia (scompenso ingiustificato tra dichiarazioni dei redditi e beni posseduti), 380mila euro appartenenti a una famiglia composta da 3 persone di origine rom. L’uomo, con almeno 40 condanne sulle spalle, la moglie che percepiva il reddito di cittadinanza e la madre dell’uomo. L’accusa è che i beni posseduti siano il provento di decenni di furti, rapine, truffe, ricettazioni, spesso con l’uso di violenza. Per i 3 pregiudicati è stato chiesto l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza come misura di prevenzione. I beni sequestrati sono: 3 fabbricati, 5 terreni, una casetta mobile, un box, denaro contante e gioielli distribuiti tra Padova, Rovigo, Treviso e Venezia. (Corriere del Veneto del 6 settembre 2025).

 

Omicidio coniugi Fioretto a Vicenza, ergastolo al mafioso Pietrolungo.

Il 16 settembre 2025, 34 anni dopo il delitto del 25 febbraio 1990, il GUP Antonella Crea del Tribunale di Vicenza ha condannato all’ergastolo Umberto Pietrolungo, per la procura uno dei 2 killer del duplice omicidio Fioretto (vedi news 1.8. del rapporto di legalità luglio 2025). Determinanti per la condanna le prove del DNA sui guanti usati per la pistola con silenziatore. Rimangono ignoti sia il secondo killer sia il mandante e quindi il movente dell’omicidio dei coniugi Fioretto. Umberto Pietrolungo ha seguito l’udienza in videoconferenza dal carcere di Cosenza, dove è attualmente detenuto per altri reati. I difensori di Pietrolungo aspettano ora di leggere le motivazioni della sentenza per poi presentare appello, e sostengono che “non si può condannare senza movente”. (Il Giornale di Vicenza del 17 e 18 settembre 2025; Corriere del Veneto del 17 settembre 2025).

 

Bloccate 4 aziende legate alla ‘ndrangheta a Padova.

Il prefetto di Padova, Giuseppe Forlenza, il 19 settembre 2025 ha firmato 4 interdittive, nell’ambito di una vasta operazione di esplorazione del tessuto economico locale, per colpire e tagliare i finanziamenti alle imprese della criminalità organizzata. L’azione colpisce 4 aziende attive anche in altre province del Nord Italia nei settori dei trasporti e costruzioni, tutte riconducibili ad un prestanome vicino alla potente ‘ndrina calabrese Grande Aracri di Crotone. Dall’indagine è emerso che il soggetto aveva spostato nel padovano i propri affari per aggirare i precedenti provvedimenti cautelari e di repressione del crimine con un abile sistema di camouflage (apertura di sedi di comodo e il ricorso a soggetti compiacenti trovati nel territorio), continuando ad utilizzare mezzi e maestranze di sempre mantenendo così inalterati i legami con la cosca. (Corriere del Veneto del 20 settembre 2025).

 

‘Ndrangheta a Verona: la sentenza d’Appello del rito abbreviato per i cd lavori dell’Arena.

Il processo di primo grado a rito ordinario relativo ai lavori di manutenzione e allestimento dell’Arena di Verona, dove la ‘ndrangheta aveva messo le mani grazie a imprenditori compiacenti (fatture gonfiate), procede con l’accusa retta dai PM Federica Baccaglini e Andrea Petroni della DDA Procura di Venezia.

È stata depositata la sentenza d’Appello a rito abbreviato del medesimo processo con l’incremento a 4 anni di carcere per il collaboratore di giustizia Domenico Mercurio (2,8 anni di carcere in primo grado). La Corte d’Appello ha conteggiato nuovamente la pena per l’accusa di associazione di stampo mafioso (sia pure con lo sconto di 1 terzo concesso dal rito abbreviato e tutte le attenuanti per la collaborazione). Sono state ridotte le pene per i fratelli Riilo: da 8 anni a 6 anni (con 9mila euro di multa) per Pasquale e da 8 anni a 5,4 anni (con 7mila euro di multa) per Francesco. Gli imprenditori Riilo vedono confermato dalla sentenza il loro ruolo criminale di stampo mafioso legato alle sovrafatturazioni, con la collaborazione dell’imprenditore Giorgio Chavegato (a processo con rito ordinario) e una serie di imprese cartiere per l’emissione di fatture false, allo scopo di far giungere risorse alle famiglie Arena Nicoscia e Grande Aracri di Capo Rizzuto e Curto. Confermata in Appello la confisca di 4,8 ML di euro frutto del riciclaggio. Confermata anche in Appello l’assoluzione del collaboratore di Chiavegato (Michele Marin) per il quale il PM aveva chiesto 2 anni di reclusione. (La Nuova Venezia del 18 settembre 2025).

 

Terrorismo e violenza politica

Strage di Piazza della Loggia a Brescia, decisione del giudice in tempi brevi.

L’udienza in programma l’11 settembre 2025 in Corte d’Assise a Brescia per il processo del presunto esecutore materiale della strage il veronese Roberto Zorzi, a causa della domanda di astensione del presidente Spanò, è saltata ed è stata aggiornata al 20 ottobre 2025. La strage del 28 maggio 1974 in piazza della Loggia, avvenuta durante una manifestazione sindacale CGIL CISL UIL contro il fascismo, ha contato 8 morti e oltre 100 feriti. Roberto Spanò, presidente della Corte d’Assise, ha presentato domanda di astensione (per questo e altri 4 processi) in quanto dall’8 ottobre 2025 è stato trasferito, su richiesta, al Tribunale Civile dopo che a luglio scorso il CSM ha approvato l’archiviazione della pratica di incompatibilità tra il presidente della Prima Sezione Penale del Tribunale di Brescia e la moglie Roberta Panico PM della DDA Procura bresciana (vedi news 2.2. del mese di luglio 2025 rapporto di legalità). Il presidente del Tribunale di Brescia Francesco Scati ha garantito una decisione in tempi brevi, per consentire la ripartenza del processo, consapevole di quanto sia grande l’attesa di giustizia, della città, dopo 51 anni dalla strage. Le parti civili del processo hanno ribadito che sono 51 anni che la città attende la verità e che non bisogna perdere ulteriore tempo. Ora oltre alla nomina del nuovo presidente, si dovrà dargli il tempo di leggere tutti gli atti (videoregistrazioni esistenti delle udienze sinora svolte con deposizioni di testimoni eccellenti). Il presidente del Tribunale di Brescia, Francesco Scati, ha deciso, forte del parere del CSM, di respingere la richiesta del presidente della Corte d’Assise Roberto Spanò e di confermarlo come presidente del collegio giudicante dei 5 processi già assegnati e avviati. La motivazione è di far concludere il processo a Roberto Zorzi senza ripartire e senza pagare dazio al cambio del giudice titolare. Sono state depositate le oltre 300 pagine della sentenza di primo grado del processo a Marco Toffaloni (30 anni di carcere), ritenuto uno degli esecutori materiali della strage. La novità è contenuta a pagina 312 della sentenza in cui sono vengono presentati documenti relativi alla vicinanza di Toffaloni al gruppo Ludwig, attivo a Verona. Tra i documenti, risulta un volantino trovato nel portafogli di Toffaloni e contenente i proclami di Ludwig sulla superiorità della razza, con l’intento di “soppressione fisica di tutti gli esseri abietti, dagli impediti ai paraplegici, ai sottosviluppati”. (L’Arena del 12, 15 e 23 settembre 2025; Corriere del Veneto del 28 settembre 2025).

 

Violenza contro i tifosi del Napoli Calcio, denunciati 21 ultras di Hellas Army.

Il 23 maggio 2025 il Napoli Calcio ha vinto lo scudetto tricolore. A detta della Polizia di Stato, una trentina di ultrà dell’Hellas Army alla sera si sarebbero mossi dallo stadio Bentegodi con il motto “tutelare il tempio” verso la pizzeria Assaporito in ZAI di Verona dove i tifosi napoletani si stavano recando per festeggiare lo scudetto. L’aggressione, anche nei confronti di famiglie con minori, ha causato 5 feriti, tra cui un minore, e parecchie auto danneggiate. L’aggressione è stata ripresa con i cellulari da parecchi testimoni, cosa che ha consentito alle forze dell’ordine di risalire al proprietario di una delle auto che chiamava a raccolta i sodali intimando loro di “tornare a casa”. A seguito delle indagini, sono stati individuati 21 ultra dell’Hellas Army (sette di loro con Daspo attivi), poi denunciati per vari reati: lesioni personali aggravate, danneggiamento aggravato, violenza priva aggravata, furto aggravato, possesso e utilizzo di strumenti atti ad offendere, travisamento in luogo pubblico senza giustificato motivo. (L’Arena, Corriere del Veneto del 13 settembre 2025).

 

Perquisizioni a Venezia per il reclutamento di giovani per la jihad.

L’operazione è stata condotta dalla DIGOS di Brescia, Mantova, Genova e Venezia e disposta dalla DDA Procura di Brescia ed è stata attivata nei confronti di alcuni giovani pachistani da avviare alla jihad tramite letture, notizie e informazioni su azioni terroristiche. Il reclutatore, residente a Brescia, è stato arrestato e gli altri contatti residenti in varie città italiane, tra cui Venezia, sono stati oggetto di perquisizione. A Venezia sono stati confermati i contatti di un giovane bengalese, ma non sono emersi elementi tali da portare ad una denuncia. (Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 10 settembre 2025).

 

Violenze in questura a Verona, udienza in Tribunale.

L’udienza preliminare del 22 settembre 2025 in Tribunale a Verona ha registrato la richiesta di costituzione di parte civile di 4 associazioni e dei soggetti interessati, tra cui il garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Il GIP Arianna Busato si è riservata una decisione nei giorni prossimi. Il Ministero dell’Interno ha chiesto il risarcimento dei danni. Le violenze nei confronti di soggetti fermati si sono consumate, secondo la Procura, tra agosto e novembre 2022. Sono indagati 14 agenti della Squadra Volanti della Questura di Verona per una lunga serie di reati riguardanti episodi specifici, tra chi ha compiuto materialmente le violenze e chi pur essendone a conoscenza ha preferito girarsi dall’altra parte. (L’Arena del 23 settembre 2025).

 

Sfruttamento lavorativo (caporalato, diritti violati, sicurezza sul lavoro negata)

Morto il rider travolto a Vigonza (PD).

Si sono rivelate troppo gravi le ferite riportate dal rider della Glovo il 25 luglio 2025 travolto mentre lavorava per una consegna a Perarolo di Vigonza. Shahzad Baluch dopo 4 giorni di ricovero ospedaliero, marchiati dalla grande sofferenza, è deceduto. La Procura (PM Maria D’Arpa) di Padova ha disposto l’autopsia. Risulta indagata l’automobilista responsabile dell’infortunio mortale sul lavoro. Questo rende possibile la nomina di legale e perito di parte per gli esami non ripetibili sul corpo della vittima. La ditta ha fatto sapere che si farà carico della spesa (3mila euro) del rientro della salma del lavoratore in Pakistan. (Il Mattino dl Padova del 4 agosto 2025; Corriere del Veneto del 5 agosto 2025).

La CGIL di Padova, di fronte alla seconda tragedia di rider uccisi in pochi mesi lo ha ribadito “basta correre per 3 euro in più; sono sempre più vaste le aree da coprire per pochi euro al mese in mezzo al traffico urbano e suburbano sempre più congestionato e caotico, questo modello di business va rivisto”. Il precedente infortunio mortale a settembre 2024 a Limena (PD) aveva dato vita a uno sciopero di tutti i rider Glovo, terminato dopo parecchio giorni con un accordo sindacale su maggiori diritti e retribuzioni.

 

Due operai muoiono a Santa Maria di Sala (VE).

Sayed Abdelwahab Mahmold e Ziad Saad Abdou Mustafa, due operai egiziani di una ditta di traslochi (Paolo Traslochi di Pianiga) che aveva subappaltato l’intervento di pulizia della vasca biologica di una casa privata a una cooperativa, sono morti in conseguenza delle esalazioni venefiche il 4 agosto 2025 a Veternigo di Santa Maria di Sala. La casa, venduta a un privato dalla cooperativa CSSA ad aprile 2025, aveva ospitato in passato un’attività artigianale e poi una comunità per migranti e il lavoro di bonifica rientrava nel patto di cessione del bene tra privati. Il primo operaio a scendere nella vasca aveva subito perso i sensi, ed è stato soccorso dal secondo, che allo stesso modo è svenuto per le esalazioni. Il terzo operaio presente nel luogo dell’infortunio sul lavoro ha allertato i soccorsi da parte di Carabinieri, Vigili del Fuoco e SPISAL, ma per i due colleghi non c’era più nulla da fare. I Vigili del fuoco, calati nella vasca interrata, hanno riportato in superficie i corpi senza vita. Le due vittime dell’infortunio sul lavoro erano ospiti del centro “Un mondo di gioia” della CSSA centro per l’accoglienza dei migranti di Mirano (VE). Secondo le prime ricostruzioni della vicenda, si ritiene che la vasca fosse satura di idrogeno solforato. La Procura di Venezia ha disposto il sequestro di tutta l’area della casa e aperto un fascicolo, per ora senza indagati. I Carabinieri di Mirano e gli SPISAL di Venezia sono al lavoro per ricostruire l’accaduto e le eventuali responsabilità sull’applicazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. La Procura (PM Giovanni Gasperini) ha disposto l’autopsia, in programma il 11 agosto 2025, sul corpo delle due vittime per accertare le ragioni della morte e l’8 agosto 2025 ha fatto 2 comunicazioni di garanzia agli indagati (i titolari della Paolo Traslochi e della cooperativa CSSA) per consentire la nomina di legali e periti di parte per gli esami disposti ritenuti irripetibili. Le accuse sono di omicidio colposo plurimo e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Decisiva per le responsabilità ricostruire, la filiera di chi ha chiamato le due vittime per effettuare l’intervento di pulizia, stante che al primo mattino del 4 agosto 2025 l’intervento era stato chiesto alla ditta specializzata Puliesp di Malcontenta (VE) che ha abbandonato il lavoro quando nella fossa sono stati rinvenuti rifiuti solidi da rimuovere. La CGIL di Venezia e la UIL del Veneto hanno annunciato di volersi costituire parte civile al processo. Le famiglie sono in attesa del nulla osta (post autopsia) per il rimpatrio in Egitto delle salme dei 2 operai. Il sindaco di Mirano ha avviato una raccolta fondi per supportare le famiglie delle 2 vittime per quanto riguarda i costi che dovranno sostenere (rimpatrio salme, spese funebri, prime necessità familiari). (Corriere del Veneto, e La Nuova Venezia del 5, 6, 7, 8, 9 agosto 2025; Il Giornale di Vicenza del 5 agosto 2025).

La CGIL del Veneto e di Venezia ha per l’ennesima volta ribadito che servono azioni concrete e investimenti veri negli organismi preposti alla prevenzione degli infortuni sul lavoro dal momento che SPISAL e Ispettorato del lavoro continuano ad essere dotati di personale insufficiente. Mancano investimenti regionali concreti su controlli e tutele, mentre prolificano parole vuote di cordoglio di fronte ai continui infortuni mortali.

 

Operaio cade dal palo telefonico a Cancello (VR), è grave.

Il 7 agosto 2025 l’operaio stava lavorando su un palo ad un guasto della rete telefonica in contrada Palazzo di Cancello, quando è scivolato e caduto a terra perdendo conoscenza e riportando varie lesioni. I colleghi hanno chiamato i sanitari del SUEM 118 che hanno provveduto alla stabilizzazione e al ricovero ospedaliero al Polo Confortini, dove l’operaio è in prognosi riservata. Le indagini sono state affidate allo SPISAL di Verona per ricostruire l’accaduto e verificare le norme sulla sicurezza sul lavoro (L’Arena del 8 agosto 2025).

 

Irregolarità in hotel a Gallio (VI), denuncia e sanzione.

I Carabinieri dell’Altopiano di Asiago, con la collaborazione del NIL dei Carabinieri di Vicenza, stanno effettuando controlli dei servizi turistici. In un hotel di Gallio hanno trovato varie irregolarità sulla sicurezza sul lavoro (mancata formazione, assenza di visite mediche ai lavoratori, mancata compilazione del DUVRI), sanzionate con un’ammenda di 46mila euro e la denuncia del titolare all’AG. (Il Giornale di Vicenza del 7 agosto 2025).

 

Blitz contro il caporalato in azienda agricola a Dueville (VI).

I Carabinieri di Thiene, con la collaborazione del NIL dei Carabinieri di Vicenza, hanno effettuato controlli nell’ambito della campagna nazionale “alt caporalato” trovando in un’azienda agricola a Dueville gravi violazioni della normativa sulla sicurezza sul lavoro e 4 lavoratori senza formazione. Il titolare è stato denunciato all’AG. (Il Giornale di Vicenza del 10 agosto 2025).

 

Lavoro nero in 2 aziende agricole dei Colli Berici, denunce e sanzioni per 100mila euro.

I Carabinieri, congiuntamente all’Ispettorato di Vicenza, hanno controllato varie attività agricole nei Colli Berici, trovando 2 aziende agricole fuorilegge. Nela prima, a Barbarano-Mossano, sono stati trovati 6 lavoratori irregolari, tra cui un minore. I 6 lavoratori non assunti lavoravano in nero e di questi, 4 lavoratori migranti erano privi di permesso di soggiorno. Denunciato all’AG il titolare, sospesa l’attività, emanata sanzione da 83mila euro. La sanzione ha tenuto conto anche di un lungo elenco di violazioni di legge sulla sicurezza sul lavoro (mancata formazione, assenza di DPI, niente DUVRI, mancata nomina medico competente, nessuna visita medica idoneità ai lavoratori). La seconda azienda agricola è stata sanzionata per 17mila euro e si trova a Pojana Maggiore dove è stata accertata la presenza di 1 lavoratore in nero. Denunciato il titolare all’AG. (Il Giornale di Vicenza del 12 agosto 2025).

 

​​​​​​​Cade dalla piattaforma e muore a Isola Vicentina (VI).

Il 16 agosto 2025 Renato Chilese stava potando degli alberi in un terreno a Torreselle di Isola Vicentina, quando la piattaforma su cui si trovava si è rovesciata facendolo cadere a terra. Sono stati subito allertati i Vigili del Fuoco, i Carabinieri e i sanitari del SUEM 118 che hanno solo potuto constatare la morte a seguito delle gravi lesioni riportate. Il terreno era di proprietà del genero e la piattaforma per raggiungere i rami più alti era stata costruita artigianalmente in casa. Carabinieri di Malo e SPISAL di Vicenza sono stati incaricati delle indagini per ricostruire l’accaduto e le eventuali responsabilità sulla sicurezza sul lavoro. L’attrezzatura usata è stata posta sotto sequestro e la salma della vittima è a disposizione dell’AG. La Procura di Vicenza ha aperto un’inchiesta e disposto l’autopsia sulla salma di Renato Chilese (Il Giornale di Vicenza del 17,18 e20 agosto 2025).

 

Lavoro nero e violazioni della sicurezza a Padova.

Il NIL dei Carabinieri di Padova ha eseguito controlli in 8 aziende agricole e 2 caseifici, in applicazione del programma “Alt Caporalato”. Sono stati denunciati 7 imprenditori agricoli all’AG ed elevate sanzioni per 190mila euro per varie violazioni delle norme sulla sicurezza (mancata formazione, mancata consegna dei DPI, mancate visite mediche, mancata nomina del medico competente, mancata manutenzione estintori e strumenti di lavoro, presidi medici scaduti). La situazione più grave è stata riscontrata in un’azienda a Gazzo Padovano, con 3 braccianti agricoli di nazionalità indiana senza contratto. Altra situazione grave nella Saccisica, con un lavoratore senza la comunicazione preventiva di assunzione, in definitiva senza garanzie su tutele e contributi. (Corriere del Veneto del 15 agosto 2025).

 

Caporalato nei campi a Treviso.

45 lavoratori braccianti, immigrati irregolari provenienti dall’India, hanno denunciato alla FLAI CGIL del Veneto, grazie a un contatto su Tik Tok, la loro condizione di sfruttamento nei campi del radicchio a Treviso. Il racconto di uno delle vittime è raccapricciante: sveglia alle ore 4, al lavoro dalle 5.30 sui campi di radicchio sino alle 22, un sacco di farina di 25 chili alla settimana fornito dal caporale per la cena, 4 ore di riposo la notte, camerata da 12 persone con materassi gettati a terra come giaciglio, chiusi in una baracca a Negrisia di Oderzo (TV) e botte a chi tentava di fuggire. Sono 6 le imprese trevigiane proprietarie di terreni denunciate dalla FLAI CGIL del Veneto che assiste i lavoratori sfruttati. La FLAI CGIL ha ringraziato i professionisti del progetto Navigare per la sistemazione data alle vittime e ribadisce che “i titolari delle imprese sapevano tutto, decidevano ruoli e turni di lavoro delle persone ridotte in schiavitù”. (La Tribuna di Treviso del 19, 20, 21 agosto 2025).

 

Lavoro irregolare in ditta tessile a San Martino (Ro).

Il NIL dei Carabinieri, con il supporto dei Carabinieri di Rovigo, il 18 agosto 2025 ha svolto un controllo presso un’impresa tessile a San Martino, finalizzato a prevenire e reprimere lo sfruttamento lavorativo, il lavoro sommerso e il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza. Al lavoro sulle macchine sono state trovate 7 lavoratrici, di cui 2 senza permesso di soggiorno. Il titolare di origini cinesi è stato denunciato e sanzionato all’AG. (Corriere del Veneto del 20 agosto 2025).

 

Blitz a Ferragosto a San Pietro Mussolino (VI), trovati 5 lavoratori in nero e 3 irregolari.

La Guardia di Finanza di Arzignano (Vi) ha effettuato un controllo in un ristorante dell’Alta Valle del Chiampo a San Pietro Mussolino a Ferragosto trovando 8 lavoratori impegnati, di cui 5 in nero. Tra questi c’erano 3 irregolari in Italia e 2 minorenni. Sono stati inoltre riscontrati inquadramenti contrattuali non corretti e prestazioni pagate con “fuori busta”. La Guardia di Finanza sta definendo la portata delle sanzioni da erogare per le violazioni della normativa sul lavoro, tra mancate assunzioni e mancata tracciabilità degli stipendi. La segnalazione è stata inviata all’Ispettorato del lavoro di Vicenza per la sospensione dell’attività. Dall’inizio anno la Guardia di Finanza di Vicenza ha trovato 293 lavoratori non in regola, di cui 159 in nero, e ha proposto la sospensione di attività per 45 imprese, ed elevato sanzioni per oltre 300mila euro. (Il Giornale di Vicenza del 20 agosto 2025).

 

Si ribalta a Verona con il trattorino, ricoverato in codice rosso all’ospedale.

Il 22 agosto 2025 l’agricoltore tagliava l’erba su un trattorino in un terreno privato a Mizzole, nelle colline sopra Verona, quando il mezzo si è ribaltato schiacciandolo. È stato quindi richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco e dei sanitari del SUEM 118 che hanno provveduto alla stabilizzazione sul luogo e al trasporto all’ospedale Polo Confortini di Borgo Trento, in codice rosso per le lesioni subite. Affidati allo SPISAL di Verona gli accertamenti sull’accaduto. (L’Arena del 23 agosto 2025).

 

Processo a Verona per i 2 caporali a Cologna Veneta.

I 2 fratelli di nazionalità indiana, Kulwant e Jaswant Singh, accusati di caporalato, erano prima stati denunciati e poi arrestati dalla Guardia di Finanza di Legnago nell’estate 2024 per la riduzione in schiavitù di 33 connazionali che lavoravano per 12 ore al giorno nelle campagne della bassa veronese. Sono comparsi in Tribunale a Verona il 25 agosto 2025 per il patteggiamento, respinto dal GIP Carlotta Franceschetti, la quale ha fissato l’udienza processuale per novembre 2025. I braccianti sfruttati sborsavano in India 8mila euro per la promessa di un lavoro in Italia, e altri 8mila dovevano essere consegnati dopo i primi guadagni in Italia. Una volta giunti in Italia, i migranti erano privati del passaporto, alloggiati in case fatiscenti e fatti lavorare nei campi, senza paga e senza DPI, in cambio di un permesso regolare che non arrivava mai, picchiati se protestavano. Venivano fatti lavorare per 4 euro l’ora, ma il debito non si estingueva mai, dato che si sommavano sempre nuove pretese. L’intervento della Guardia di Finanza ha posto fine a questa schiavitù nella campagna veronese. (L’Arena del 26 agosto 2025).

 

Schiacciato da un cilindro di metallo a Zevio (VR), muore in ospedale.

I l 26 agosto 2025 alla ICI Caldaie di Campagnola di Zevio l’operaio di origini moldave Vladimir Valah è finito sotto a una pesante struttura di metallo (cilindro di acciaio del peso di 8 quintali) che lo ha schiacciato colpendo torace e testa. È stato subito soccorso dagli operai presenti che hanno bloccato il cilindro legandolo a un carro ponte. Per spostare la struttura e consentire il soccorso sanitario del SUEM 118 è stato necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco. Il lavoratore è stato ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Borgo Trento di Verona dove non ha mai ripreso conoscenza, spirando dopo 2 giorni di ricovero. La ricostruzione dell’accaduto e delle eventuali responsabilità sulle norme di sicurezza è stata affidata a Carabinieri di Zevio e tecnici dello SPISAL di Verona. (L’Arena del 27 e 29 agosto 2025).

 

Cade da capannone agricolo a Sovizzo (Vi) e muore.

Il 30 agosto 2025 Paolo Sella era salito sul tetto del capannone agricolo di proprietà a Gambugliano di Sovizzo, per controllare la situazione e rimediare ai danni del maltempo dei giorni precedenti, precipitando poi dall’altezza di 5 metri per il cedimento della struttura e morendo all’istante per le gravi ferite riportate. Sono stati chiamati dai familiari i sanitari del SUEM 118 che hanno potuto solo constatare la morte. I Carabinieri di Sovizzo e la Polizia locale sono prontamente accorsi e ai tecnici dello SPISAL di Vicenza sono state affidate le indagini per ricostruire l’accaduto. (Corriere del Veneto e Giornale di Vicenza del 31 agosto 2025).

 

Sfonda il lucernario a Santa Maria di Sala (VE), operaio gravissimo.

Infortunio sul lavoro alla ditta Standhouse di Caselle di Santa Maria di Sala il 2 settembre 2025: il lavoratore titolare della ditta d’appalto era stato chiamato per la pulizia delle grondaie dello stabile della società specializzata in allestimenti fieristici. Salito sul tetto dello stabile, dopo una giornata di pioggia, stava lavorando quando è precipitato da un’altezza di 6 metri sfondando il lucernario del capannone. Subito soccorso, è stato trasportato dai sanitari del SUEM 118 in eliambulanza all’ospedale all’Angelo di Mestre, in gravi condizioni per le numerose lesioni riportate nella caduta. I Carabinieri e i tecnici dello SPISAL di Venezia sono stati incaricati di stabilire le cause della caduta (errore umano o malore) e l’applicazione delle norme di sicurezza (la vittima dell’infortunio non aveva alcun DPI e strumento di sicurezza per i lavori in altezza). (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 3 settembre 2025; Il Gazzettino del 4 settembre 2025; La Nuova Venezia del 5 settembre 2025).

 

Operaio muore a Montecchio Maggiore (VI) travolto da una balla di rifiuti speciali.

L’operaio Maxime Somda stava lavorando il 3 settembre 2025 nel piazzale della New Ecology di Montecchio Maggiore, ditta specializzata nella raccolta e smaltimento di rifiuti speciali, quando è stato travolto da una balla caduta dalla pila accatastata, che non gli ha lasciato scampo. I soccorsi hanno immediatamente allertato i sanitari del SUEM 118 che hanno solo potuto constatare la morte dell’operaio a seguito della gravità delle lesioni riportate. Ai Carabinieri di Montecchio Maggiore e ai tecnici dello SPISAL di Vicenza sono state affidate le indagini per ricostruire l’accaduto ed eventuali responsabilità sul rispetto delle norme di sicurezza. La Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, per ora senza indagati, ed ha ritenuto non necessario svolgere l’autopsia sul corpo della vittima. (Corriere del Veneto del 4 settembre 2025 e Il Giornale di Vicenza del 4,5,6 settembre 2025).

 

Lavoro nero e mancata sicurezza a Padova, fabbrica chiusa.

L’ispezione congiunta degli ispettori del lavoro di Padova e di Treviso-Belluno in uno stabilimento padovano ha fatto scoprire 8 lavoratori in servizio di cui 3 in nero, e varie mancanze di applicazione delle norme sulla sicurezza (assenza del DVR, assenza dei DPI e della formazione obbligatoria, mancata nomina del responsabile del servizio di prevenzione e protezione). Disposta la sospensione immediata dell’attività ed elevate sanzioni per 10.400 euro. (Corriere del Veneto del 13 settembre 2025).

 

Aperta un’inchiesta per l’infortunio mortale di Romeo Cappello a Padova.

La Procura di Padova ha deciso di aprire un’inchiesta sulla morte di Romeo Cappello, caduto da una scala in via Vigonovese il 22 luglio 2025. La vittima, ricoverata in codice rosso in Azienda Ospedaliera di Padova, è deceduta 2 giorni dopo l’infortunio in conseguenza delle lesioni riportate. Il legale della famiglia della vittima ha chiesto l’accesso agli atti (relazione SPISAL sull’accaduto). (Il Gazzettino del 10 settembre 2025).

 

Processo Battistetti a Treviso, le richieste delle parti civili.

L’udienza del 9 settembre 2025 in Tribunale a Treviso ha visto le richieste delle parti civili dopo la requisitoria della Procura che ha chiesto la condanna di tutti gli imputati a 15 anni di carcere per “norme di sicurezza ignorate” (vedi news 3.36 del rapporto di legalità luglio 2025). Il legale della famiglia ha chiesto per i familiari un risarcimento di 1,5 milioni di euro, ribadendo le cause delle morte del giovane lavoratore il 29 aprile 2021; CGIL e CISL di Treviso hanno chiesto 20mila euro; l’Anmil ha chiesto 50mila euro. I legali degli imputati hanno chiesto ed ottenuto la deposizione della memoria del PM prima dell’inizio delle arringhe difensive. È stato disposto che la memoria sarà resa disponibile dal 16 settembre 2025 e che si tornerà in aula per le battute conclusive del processo il 30 settembre 2025. Anche nell’udienza del 9 settembre 2025, davanti al Tribunale c’era una folta delegazione di RSU del territorio. (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 10 settembre 2025).

 

Varie irregolarità nel litorale veneto jesolano (VE), disposte chiusure e sanzioni.

Il NIL dei Carabinieri di Venezia, congiuntamente ai colleghi di Jesolo, ha visitato varie attività commerciali per combattere lo sfruttamento lavorativo e il sommerso. Sono stati trovati lavoratori in nero e svariate violazioni della sicurezza sul lavoro nel settore della ristorazione. Sanzionati 4 ristoranti e 2 disco-bar (sospensione attività) per aver trovato 2 lavoratori in nero e riscontrato il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro (assenza del DVR, mancata nomina del RSPP, mancata formazione dei lavoratori). Redatti 10 verbali di contestazione e sanzioni per oltre 100mila euro. (Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 11 settembre 2025).

 

Varie irregolarità nel trevigiano, sanzionate 14 aziende della destra Piave.

Il NIL dei Carabinieri di Treviso ha effettuato dei controlli di pubblici esercizi in Destra Piave, da Cison di Valmarino a Castelfranco Veneto. Sono stati trovati 8 lavoratori in nero in attività di bar, ristoranti, negozi di parrucchiera, autolavaggio, disposta la sospensione di 7 attività ed elevate sanzioni a 14 aziende per oltre 150mila euro. Nella lista delle violazioni ci sono la mancata formazione dei lavoratori, assenza di DVR, mancata designazione degli addetti alla gestione delle emergenze. (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 11 settembre 2025).

 

Cade dal tetto in Fincantieri a Venezia, e si frattura le gambe.

Incidente sul lavoro alla Fincantieri il 15 settembre 2025, quando un operaio straniero è caduto dall’altezza di 4 metri fratturandosi le gambe. La vittima dell’infortunio è stata soccorsa dai colleghi e dai sanitari del SUEM 118, e ricoverata in codice rosso all’ospedale all’Angelo a Mestre (non è in pericolo di vita). Affidate ai tecnici dello SPISAL di Venezia le indagini per ricostruire l’accaduto ed eventuali responsabilità. Dalle prime informazioni, pare che la vittima non fosse assicurata con corde e moschettoni come richiesto per chi lavora in altezza. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e la Nuova Venezia del 16 settembre 2925).

 

Chiesto il processo a Padova per i vertici della cooperativa Solidalia.

Il sostituto procuratore di Padova, Benedetto Roberti, al termine delle indagini sulla cooperativa Solidalia di Vigonza, ha chiesto il processo per i 3 indagati con le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione, caporalato, estorsione, e sfruttamento di 20 lavoratori stranieri (vedi news 3.6. rapporto di legalità febbraio 2024). L’accusa ha ricostruito che tra il 2023 e 2024 sarebbero stati impiegati almeno 20 lavoratori stranieri irregolari, o in attesa del rilascio del permesso di soggiorno, in deroga alle autorizzazioni sull’accoglienza straordinaria. Per alcuni lavoratori non ci sarebbe stata retribuzione, se non la prospettiva di continuare a beneficiare dell’ospitalità all’interno delle strutture e del supporto nella compilazione dei documenti per l’Ufficio Immigrazione. Le indagini sono state condotte dall’Ispettorato del lavoro e dalla Squadra mobile di Padova la quale ha riportato che i lavoratori operavano senza formazione professionale, senza conoscere la lingua, senza DPI. Il principale indagato è Paolo Tosato, legale rappresentante di Solidalia nel 2023, poi ci sono Davide Costa, socio e dipendente delle “Le Orme”, e Tommaso Toffalini. Solidalia è ora in liquidazione coatta, dopo il sequestro preventivo della cooperativa risalente a febbraio 2024. Il fascicolo è ora al vaglio del GIP Domenica Gambardella e la decisione è attesa per l’udienza del 13 gennaio 2026. (IL Gazzettino e Il Mattino di Padova del 17 settembre 2025).

 

Autista muore travolto dal muletto a Vigonovo.

Stefano Bottaro, pensionato che effettuava lavori saltuari di autista per la ditta Mectraspel Srl di Vigonovo, è stato travolto dal muletto la sera del 15 settembre 2025. Quando ha aperto la maniglia per lo scarico della merce, il mezzo appoggiato al portellone posteriore gli è piombato addosso. Subito soccorso dai colleghi e dai sanitari del SUEM 118, è stato trasportato in codice rosso all’ospedale All’Angelo di Mestre. Dopo poche ore dal ricovero è morto a causa delle gravi ferite. Le indagini sull’accaduto sono state affidate ai Carabinieri di Vigonovo e ai tecnici dello SPISAL di Venezia. Con tutta probabilità, il muletto era collocato sopra della merce in modo instabile, per cui nel momento dell’apertura dei portelloni posteriori del cassone, il peso di 7 quintali è precipitato sull’autista. La prassi è che il carico e scarico della merce non dovrebbe essere direttamente compito dell’autista, per cui si dovrà valutare le eventuali responsabilità degli addetti della ditta che hanno posizionato il transpallet. La Procura di Venezia ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e attende la relazione dello SPISAL sul carico. Sequestrati l’area e il transpallet e i video aziendali sono al vaglio degli inquirenti. La PM Anna Andreatta ha deciso di non disporre l’autopsia sul corpo della vittima, in quanto la dinamica dell’accaduto e la causa della morte del Bottaro risultano chiare. Dalle informazioni raccolte pare che Bottaro abbia fatto un carico aggiuntivo di merce poco prima del rientro in azienda e che il transpallet sia stato posizionato male nel TIR, sopra la merce, causando la caduta a seguito dei sobbalzi e l’infortuno mortale. Su richiesta della Procura verranno ricostruite le fasi del carico per verificare se qualcuno abbia sbagliato. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino, La Nuova Venezia del 16 e 17 settembre 2025; Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 18 e 19 settembre 2025; La Nuova Venezia del 23 settembre 2025).

 

​​​​​​​Sospesa attività mobilificio a Pove del Grappa (VI).

Il controllo dei Carabinieri di Solagna, congiuntamente all’Ispettorato del Lavoro di Vicenza, ha fatto scattare la sospensione dell’attività (con sanzione oltre i 12mila euro) per un mobilificio di Pove del Grappa per gravi carenze relative alla sicurezza sul lavoro. Il verbale ha contestato l’impiego di macchinari per la lavorazione del legno privi dei necessari sistemi di scurezza. L’attività sospesa potrà riaprire solo dopo aver installato soluzioni salvavita atte ad evitare infortuni sul lavoro. (Corriere di Vicenza e Il Giornale di Vicenza del 27 settembre 2025).

 

Controlli nei campi a Treviso, trovato lavoro nero.

Il NIL dei Carabinieri di Treviso ha sanzionato 9 imprese del settore agricolo (90mila euro di multe), in applicazione della campagna stop caporalato, e sospeso 2 attività (Moriago della Battaglia e Valdobbiadene) per la presenza di 2 lavoratori in nero. Nel corso dei controlli dell’attività di vendemmia sono state riscontrate varie violazioni, tra cui la mancanza del DUVRI, l’omessa vigilanza sanitaria e le visite mediche non effettuate, la mancata formazione dei lavoratori. (Il Gazzettino del 27 settembre 2025).

 

​​​​​​​Cade con il trattorino da 3 metri a Oppeano (VR), camionista ricoverato in ospedale in gravi condizioni.

L’uomo stava caricando il trattorino su una bisarca nel cortile di casa a Villafontana di Oppeano, per trasportarlo in Germania nell’ambito di una manifestazione. Il mezzo è però caduto a terra da 3 metri di altezza schiacciandolo. Le grida hanno richiamato l’attenzione dei familiari e dei clienti di una palestra vicina che hanno prestato i primi soccorsi, in attesa dell’arrivo dei vigili del fuoco e dei sanitari del SUEM 118. I vigili hanno sollevato il trattorino e consentito l’intervento dei sanitari che hanno disposto il ricovero in codice rosso in prognosi riservata all’ospedale Borgo Trento di Verona, a causa delle gravi lesioni riportate al torace e al bacino. Le indagini sulle cause dell’infortunio (malore, manovra errata, caduta accidentale) sono state affidate ai Carabinieri di Oppeano e di Legnago. (L’Arena del 23 settembre 2025).

 

​​​​​​​Muore a Montecchio Maggiore (VI) schiacciato da una trave.

Antonio Picco, titolare della ditta Geo Scavi di Montecchio Maggiore, il 25 settembre 2025 stava manovrando il camion dentro il capannone aziendale per scaricare dei materiali sul mezzo. Una trave è stata urtata ed è caduta sulla cabina di guida schiacciandolo. L’immediato soccorso dei lavoratori presenti nel capannone e l’arrivo dei Vigili del Fuoco e dei sanitari del SUEM 118 è servito solo a constatare la morte sul colpo di Picco. Affidate ai Carabinieri di Montecchio Maggiore e ai tecnici dello SPISAL di Vicenza le indagini sull’infortunio mortale (Il Giornale di Vicenza e La Nuova Venezia del 26 settembre 2025).

 

​​​​​​​Molestie sul lavoro nel trevigiano, il PM impugna la sentenza di primo grado.

Il PM della Procura di Treviso aveva chiesto una condanna a 7 anni di reclusione nei confronti di un imprenditore per le molestie ad una dipendente impiegata amministrativa, assunta con la promessa di un compito dirigenziale. Il Tribunale di Treviso aveva inflitto una pena di 2 anni e 4 mesi e una provvisionale da corrispondere di 10mila euro, da quantificare l’esatto ammontare del danno in una causa civile. L’imprenditore si è sempre difeso, respingendo ogni addebito e sostenendo che “si trattava di gesti di galanteria, senza nessuna malizia, lei stava al gioco”. La vittima aveva invece denunciato 6 anni di molestie anche fisiche e proposte oscene “se vuoi far carriera, devi venire a letto con me”. L’udienza di Appello è stata fissata per il 9 ottobre 2025. (Il Gazzettino del 18 settembre 2025).

 

Ambiente (sfruttamento e rapina dei beni primari, patrimonio artistico, contraffazioni alimenti)

 

Controlli a Rosolina (Ro) dei NAS.

I Nas dei Carabinieri di Padova, nell’ambito della campagna nazionale “estate tranquilla”, hanno effettuato dei controlli in un hotel, una piscina e un parco acquatico a Rosolina riscontrando gravi carenze igienico sanitarie e strutturali. Le 3 attività sono state multate per 12.500 euro con l’obbligo a provvedere al piano di autocontrollo degli alimenti e al ripristino delle normali condizioni igienico sanitarie previsto dalla legge. (Corriere del Veneto del 2 agosto 2025).

 

Controllo dei Nas a Lazise (VR), multa per gravi carenze igieniche.

Il 29 agosto 2025 i Carabinieri della stazione di Lazise, con i colleghi dei Nas di Padova e la collaborazione dell’Ispettorato del Lavoro, hanno effettuato dei controlli nei locali del lago di Garda. Un esercente del centro storico di Lazise è stato sanzionato con 17.500 euro di multa per la non corretta modalità di stoccaggio e conservazione degli alimenti, gravi carenze igieniche sanitarie, violazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro. (L’Arena del 31 agosto 2025).

 

Sequestrati oltre 7 quintali di miele “biologico” a Verona.

I Carabinieri del nucleo tutela alimentare di Verona e Firenze hanno svolto una meticolosa indagine a tutela del “made in Italy”, denunciando un produttore veronese e la segretaria rumena in Procura a Verona per frode in commercio e introduzione nello Stato di prodotto con segni falsi. Si tratta di miele importato dalla Romania che pare venisse spacciato come biologico con certificazione falsa. Le indagini hanno scoperto che tra il 2024 e 2025 sono state commercializzate 2,8 tonnellate di miele falso “biologico”. Sono stati sequestrati 750 chili di miele falsificato con l’etichetta di AGRECO (la società nazionale rumena di controllo del biologico). Lungo l’elenco di reati penali e amministrativi contestati alla coppia denunciata. La segnalazione dei fatti contestati è stata inviata alle autorità rumene. (L’Arena del 3,5,6 settembre 2025).

 

Maxi sequestro di polpi a Verona.

La capitaneria di porto di Venezia, con la collaborazione dei tecnici dell’ASL Scaligera, ha bloccato 1800 chili di polpi in un deposito di prodotti ittici nel veronese. Gli ispettori hanno contestato le etichette dei prodotti provenienti da India e Vietnam, ritenute non corrispondenti al prodotto (specie diverse in termini di qualità alimentare e dal costo maggiore per il consumatore). La merce bloccata è stata analizzata dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie (IZS) che ha confermato i sospetti. La merce è stata sequestrata ed è stata elevata una sanzione di 1500 euro. (L’Arena, Corriere del Veneto, Il Gazzettino del 10 settembre 2025).

 

Blitz della Guardia di Finanza a Padova, sequestrati 156mila articoli per la scuola.

La Guardia di Finanza di Padova, nel corso di 2 operazioni distinte (agosto e settembre 2025) effettuate in zona industriale, ha sequestrato 156mila articoli (penne, matite, evidenziatori, pennarelli, correttori, temperamatite, nastri adesivi, ecc.) risultati non conformi alle norme e prescrizioni in materia di sicurezza e con il simbolo CE contraffatto. La merce è stata sequestrata ed è stato denunciato il titolare della società, infine è stata elevata una sanzione da 30mila euro. Sono in corso ulteriori accertamenti sul materiale sequestrato per stabilire qualità e composizione dei materiali utilizzati, con possibile verbale sulla pericolosità ambientale e per la salute umana di uso di sostanze tossico-nocive. (Il Mattino di Padova del 10 settembre 2025).

 

Pubblica Amministrazione (corruzione, danni patiti, peculato, truffa)

 

Inchiesta Palude a Venezia.

Il 9 settembre 2025 in Tribunale a Venezia sono stati stabiliti i 3 patteggiamenti (per corruzione) chiesti dalle difese e concordati con i PM, con l’avvallo del GUP Carlotta Franceschetti. Per l’ex assessore Boraso 3 anni e 10 mesi di pena e 308mila euro di confisca. L’assessore resterà agli arresti domiciliari (13 mesi già scontati tra carcere al Due Palazzi di Padova e domiciliari) e aspetterà l’udienza del secondo troncone processuale dell’eventuale giudizio con udienza fissata il 11 dicembre 2025 per i 34 indagati, tra cui il sindaco Brugnaro. Il secondo patteggiamento dell’imprenditore Fabrizio Ormanese, che ha già saldato il conto tributario (4.586 euro), è 2 anni e 9 mesi di pena (pena sostitutiva lavori di pubblica utilità in un ente pubblico) e 27mila euro di confisca. Il terzo patteggiamento riguarda l’imprenditore Daniele Brichese con pena di 3 anni e 10 mesi e 7mila euro di confisca (prevista la richiesta di messa in prova appena maturati i mesi del “pre-sofferto”). Per la natura del patteggiamento, le parti civili non possono chiedere il risarcimento (ACTV aveva chiesto 2,5 ML di euro e Casinò di Venezia 1,2 ML di euro), al massimo la liquidazione delle parcelle legali.

Rimane ancora da definire quale giudice sarò assunto per la maxi udienza del 11 dicembre 2025 in quanto la GUP Carlotta Franceschetti è diventata incompatibile dopo aver trattato il patteggiamento di Boraso. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 9 e 10 settembre 2025; Corriere del Veneto del 23 settembre 2025; La Nuova Venezia del 24 settembre 2025; Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 25 settembre 2025).

 

Olimpiadi Milano- Cortina 2026, la situazione lavori.

La statale Alemagna è stata riaperta anche di notte dal 8 agosto 2025, grazie alla tregua dal cattivo tempo. Le azioni per ora sono limitate al costante monitoraggio delle colate (che continuano) e punti di avvallamenti e canaloni per mitigare il rischio di materiali sulla statale.

La statale Alemagna è stata chiusa il 19 agosto 2025 per pericolo di detriti in carreggiata, a seguito del maltempo. Le aperture a singhiozzo o con la formula apri e chiudi sono una pesante croce per il turismo della valle nell’estate 2025. Nuova chiusura (la settima), per l’ennesima frana, è avvenuta il 28 agosto 2025, con incertezza sulla riapertura. Il Consiglio dei Ministri del 28 agosto 2025 ha dichiarato lo stato d’emergenza per tutto il bellunese e stanziato 5,53 milioni di euro per i primi interventi di messa in sicurezza.

Anas Spa sta lavorando, su mandato del ministro competente Salvini, al progetto di viadotto da 65 milioni di euro, lungo 1,5 chilometri che va da San Vito di Cadore a Cortina per consentire lo scavalco della frana della croda Marcora. I tempi previsti per la conclusione dei lavori sono 2 anni, per cui l’opera, se realizzata, arriverà solo nel 2027, a Olimpiadi concluse. Desta scalpore che la statale Alemagna sia esclusa dalla lista delle opere prioritarie del MIT.

Nel frattempo si parla di ritarare il sistema d’allarme (troppe chiusure in questi 2 mesi) visto che su 12 frane solo 3 hanno raggiunto la statale d’Alemagna. Ci sono 21mila metri cubi da rimuovere della frana di croda Marcora per liberare il canale scolmatore e terminare le opere di mitigazione. Aperto con nota formale il carteggio su opere provvisorie e definitive della messa in sicurezza stradale,

SIMICO fa sapere che sarà avviata in autunno 2025 la gara d’appalto della variante di Longarone (2 anni di lavori per 11 chilometri di strada, 400 milioni di euro il costo a preventivo dell’opera).

Sulle opere olimpiche a meno di 170 giorni all’evento, sono tante le opere non attive per i Giochi (25%), e soprattutto quelle che saranno completate dopo l’evento.

Proseguono in modo serrato i lavori per la nuova cabinovia Apollonio-Socrapes dove alla stazione intermedia è partito il campo prove per le fondazioni e i topografi hanno tracciato l’asse per lo scavo dei plinti. Con determinazione N°126 del 22 luglio 2025 SIMICO Spa ha rimodulato l’intervento della nuova cabinovia e disposto una spesa di 967.035 euro di indennità di esproprio e/o asservimento per la nuova cabinovia (il pagamento entro 30 giorni a coloro che non fanno opposizione). Il Tar del Lazio il 28 agosto 2025 ha negato la sospensiva per la realizzazione della cabinovia di Socrepes. Rimane a questo punto decisiva l’udienza ordinaria del 28 ottobre 2025 in cui si discuterà del merito del ricorso dei cittadini delle aree espropriate. Il TAR ha comunque richiamato con un’ordinanza che l’opera non è ancora alla fase esecutiva (fase reversibile), e che è fatto obbligo di garantire sicurezza geologica e immunità da frana (obbligo di VIA) e l’incompatibilità tra commissario straordinario e gestore (delibazione cautelare). Il 2 settembre 2025 c’è stato un cedimento del terreno lungo 15 metri e largo mezzo metro nei pressi del cantiere SIMICO, quello ISTA per l’impianto Lacedel-Ra Freza e la famiglia di Franz Kraler che sta realizzando lo chalet super esclusivo tra i 2 impianti in concomitanza dei Giochi. Subito è partita la “guerra” delle responsabilità tra i 2 gestori di impianti a fune di Cortina e il colosso del multibrand luxury store. SIMICO ha chiesto al professore Marco Barla del Politecnico di Torino una perizia qualificata sulla nuova situazione. I residenti hanno immediatamente colto l’occasione per chiedere al TAR di rivedere la decisione del 28 agosto 2025, ritenendo che 3 cantieri a Socrepes sono decisamente troppi ed hanno depositato un esposto denuncia alla Procura di Belluno.

È stato disposto il 31 luglio 2025 il conferimento di incarico di revisione legale dei conti e delle deliberazioni inerenti e conseguenti per il triennio 2025-2027 alla società milanese EY Spa (incarico svolto in precedenza), che segue le sorti di vita temporale della società SIMICO Spa (proroga oltre il 31 dicembre 2026).

L’effetto Giochi 2026 comincia già a farsi sentire su prezzi e disponibilità immobiliari, ma ancora di più sulla crescita dell’inflazione nei beni di consumo. Vivere in montagna costa molto (trasporti, riscaldamento, mobilità, servizi pubblici o socio sanitari) per nulla compensati da alti salari o riduzione della tassazione.

Il CIO ha visitato gli impianti milanesi dei Giochi il 15 settembre 2025 verificando i progressi compiuti a meno di 140 giorni dall’inizio dei giochi. Il prefetto Maurizio Mastropinto è stato nominato capo della unità di coordinamento operativo per la sicurezza dei Giochi MICO 2026. Il 22 settembre 2025 l’Agenzia Ranstad, che si occupa delle risorse umane per MICO 2026, selezionerà mille lavoratori per le diverse sedi (300 per Cortina e Anterselva e 20 per Verona) (Corriere del Veneto del 7,9,21, 29 agosto 2025; Il Gazzettino del 12 agosto 2025; Il Giornale di Vicenza del 5, 7, 21 agosto 2025; Corriere delle Alpi del 11, 13 agosto 2025; Determina SIMICO N°126 del 22 luglio 2025; DGRV N° 842 del 29 luglio 2025; La Nuova Venezia del 2 settembre 2025; Corriere del Veneto del 3, 4 settembre 2025; Il Gazzettino del 4, 5 settembre 2025; Corriere delle Alpi e La Difesa del Popolo del 7 settembre 2025; L’Arena del 16 settembre 2025; Il Gazzettino del 17 settembre 2025).

 

Truffa di 4 milioni di euro dei fondi europei, confisca a 4 agricoltori veneti.

La Corte di Cassazione (sentenza definitiva) ha condannato Ulisse e Mattia Marcato (padre e figlio) e 2 falsi dipendenti padovani (Sandro Scarabello e Fatiha Bouyi) per una truffa sui fondi europei. I Marcato, titolari di 6 aziende agricole a Padova, l’Aquila e Perugia, avevano ottenuto la concessione gratuita di fondi per la gestione di 3.500 ettari di terreni agricoli (documenti e posizioni false). Grazie a questi documenti avevano incassato 4,76 milioni di euro di contributi. La Guardia di Finanza ha avviato le confische per gli importi illeciti di terreni, fabbricati, disponibilità finanziarie, polizze assicurative, quote societarie. (Corriere del Veneto del 29 agosto 2025).

 

Conti falsi per ottenere contributi, condannata la Gymnnasium di Villorba (TV).

La Corte dei Conti del Veneto ha condannato la nota società di ginnastica trevigiana, in solido con l’ex legale rappresentante (Francesca Allegri) a risarcire il comune di Jesolo (125mila euro) per contributi pubblici ottenuti tramite false rendicontazioni per organizzare il torneo internazionale di ginnastica artistica di Jesolo dal 2015 al 2019. La condanna per danno erariale è relativa alla dichiarazione di minori introiti al fine di avere maggiori sovvenzioni pubbliche (25mila euro all’anno). La società ha fatto sapere che non impugnerà la sentenza, considerato che la vicenda non riguarda la gestione odierna. (La Tribuna di Treviso del 3 settembre 2025).

 

Tribunale del Riesame conferma sospensione di 1 anno alle 3 maestre asilo di Polesella (Ro).

Le 3 educatrici dell’asilo d’infanzia di Polesella, accusate di ingiurie, minacce e maltrattamenti ai danni di alcuni bambini, avevano ricorso tramite i legali al Tribunale del Riesame di Venezia (vedi news 5.7. del rapporto di legalità di luglio 2025). Con sentenza del 12 settembre 2025 il Tribunale del Riesame di Venezia ha respinto il ricorso che chiedeva di annullare l’interdizione all’insegnamento per 12 mesi (ordinanza del 11 luglio 2025). La scuola nel frattempo ha riaperto con una nuova gestione. La Procura di Rovigo ha messo a disposizione dei legali della difesa tutte le intercettazioni ambientali eseguite dai Carabinieri (durate un mese) per raccogliere riscontri della denuncia di un genitore. Le indagini non sono ancora concluse. (Corriere del Veneto del 14 settembre 2025).

 

Assolti i vertici di Padova 3 in Corte d’Appello.

Sono stati scagionati in Appello dalle accuse della Procura di Padova Simone Borile, Stefano Chinaglia e Egidio Vanzetto. La lunga vicenda giudiziaria riguardava il mancato versamento nelle casse della Provincia del tributo ambientale da parte di Padova Tre srl, la società della bassa padovana deputata alla gestione dei rifiuti sino al 2017, quando fallì con un buco superiore ai 30 milioni di euro. La Corte dei Conti ha accolto il ricorso avverso alla sentenza di primo grado, che aveva ritenuto i soggetti responsabili del presunto danno erariale di 3,5 ML di euro. La sentenza è stata depositata il 4 settembre 2025 ed ha accettato la tesi che non fu né dolo né colpa grave, ma la necessità di fronteggiare un’emergenza senza provocare l’interruzione di servizio pubblico. La condanna resta definitiva nei confronti della sola Padova Tre srl che non aveva impugnato la sentenza di primo grado. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 19 settembre 2025).

 

Condannato ex funzionario Vela per peculato.

Nel processo penale (GUP Benedetta Vitolo, PM Roberto Terzo) di primo grado a rito abbreviato per peculato e calunnia, è stato condannato a 4 anni e 10 mesi di reclusione il responsabile del progetto “alberghi” Michele Carriglio. L’ex dipendente ACTV /Vela società controllata del Comune di Venezia si era intascato 370mila euro (somme in contanti ricevute dagli alberghi per la vendita dei biglietti del TPL) che doveva riversare alle casse aziendali. Il sistema è andato avanti dal 2016 al 2021, senza che ACTV si accorgesse di nulla e la scoperta della truffa è avvenuta in modo del tutto casuale. Davanti alla Corte dei Conti, Carriglio era già stato condannato a restituire 376mila euro alla società ACTV/Vela Spa. Carriglio ha ammesso le sue responsabilità, ma soprattutto ha chiesto scusa agli ex colleghi per le accuse lanciate nel tentativo di scaricare le proprie colpe ad altri (reato di calunnia). Il risarcimento ad ACTV sarò definito in sede civile. La moglie di Carriglio ha patteggiato una pena di 2 anni per riciclaggio per i soldi ricevuti nel CCB personale. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 18 settembre 2025).

 

Droga (narcotraffico, spaccio di grosse quantità, situazioni di allarme sociale)

 

In auto a Rovigo con oltre 1 chilo di cocaina.

L’uomo stava viaggiando in auto lungo la Transpolesana quando è stato fermato per un normale controllo dai Carabinieri di Rovigo. Visto il nervosismo dimostrato dal conducente, è stata disposta la perquisizione dell’auto durante la quale è stato trovato un involucro di oltre 1 chilo di cocaina, un bilancino di precisione e un coltello da cucina. È stato quindi disposto il sequestro della droga e del coltello, convalidato dalla Procura di Rovigo, nonché l’arresto dell’uomo. Successivamente, sono stati disposti gli arresti domiciliari (poi la scarcerazione) con le misure cautelari personali (obbligo di dimora nel comune di residenza e presentazione alla polizia giudiziaria). Le indagini sono in corso per risalire a fornitori e destinatari della merce. (Corriere del Veneto del 12 agosto 2025).

 

Sequestrati 61 chili di hashish a Rovigo.

La Squadra Mobile della Polizia di Stato di Rovigo ha effettuato una maxi operazione antidroga che ha fatto scoprire 61 chili di hashish (dal valore commerciale di 200mila euro), distribuiti in 610 panetti da un etto ciascuno e detenuti a Boara Pisani (PD) insieme a 36 mila euro in contanti, probabile provento di spaccio. 51 chili erano detenuti nel bagagliaio di una Mercedes e 10 chili in un’abitazione. Sono state arrestate 4 persone (3 stranieri con precedenti specifici), residenti nella provincia di Rovigo, per trasporto e detenzione illegale di droga. La Procura ha chiesto ed ottenuto dal GIP la convalida dell’arresto e la custodia in carcere per 2 arrestati. Da stabilire a quale livello di catena di spaccio si collocano i 4 arrestati, con molta probabilità intermediari della merce. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e il Mattino di Padova del 10 settembre 2025).

 

Trovato con tre chili di droga in casa, arrestato magazziniere a Padova.

La Guardia di Finanza di Padova ha effettuato un blitz nell’abitazione di cittadino di origine straniera, residente a Lecce ma domiciliato a Padova, dopo alcuni appostamenti a seguito di segnalazioni per un flusso continuo di facce nuove nell’abitazione. Il soggetto, già noto alle forze dell’ordine per precedenti analoghi, pare svolga il ruolo di magazziniere nel traffico di stupefacenti: il soggetto nascondeva in casa 273 ovuli di eroina e cocaina destinati a rifornire il mercato della provincia patavina. Sequestrati 3 chili di eroina e 300 grammi di cocaina, 10mila euro in contanti con molta probabilità provento dell’attività di spaccio, bilancini di precisione per il confezionamento della droga. Il soggetto è stato arrestato e tradotto al carcere Due Palazzi di Padova. Si stanno svolgendo indagini a cura degli inquirenti per capire la rete di fornitori e clienti. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino del 12 settembre 2025).

 

Delitto Favaretto a Treviso, il GUP dispone nuovi accertamenti.

L’udienza del 17 settembre 2025 in Tribunale a Treviso ha registrato due nuove decisioni del GUP su richiesta delle difese dei 10 giovani coinvolti nell’omicidio di Francesco Favaretto. Il GUP ha accetto la richiesta di rito abbreviato condizionato per un minorenne accusato di aver inferto il colpo mortale. La condizione riguarda nuovi accertamenti, dopo le riprese dei video dell’aggressione nella centralissima via Castelmenardo a Treviso, in cui risulterebbe che il colpo mortale è stato inferto da una sola persona che ha tagliato la gola del Favaretto con una bottiglia rotta. Il GUP ha affidato al medico legale Antonello Cirnelli questo nuovo accertamento tecnico. (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 18 settembre 2025).

 

Arrestato ed espulso spacciatore a Padova trovato con 5 chili di droga.

Il soggetto straniero è stato bloccato dagli agenti della Squadra Mobile a Padova per un controllo. La perquisizione domiciliare ha fatto trovare un borsone con 50 panetti di hashish del peso di 5 chili e tutto l’occorrente per le dosi da spacciare. Il soggetto è stato arrestato e tradotto al carcere Due Palazzi di Padova e la Questura ha proceduto a degli accertamenti che hanno fatto appurare l’ingresso irregolare in Italia nel 2024, tramite un permesso di lavoro revocato dalla Prefettura di Ravenna. Ricevuta la convalida dell’arresto, è stato disposto il trasferimento immediato, data la “pericolosità sociale”, con un volo scortato per la consegna alle Autorità del paese di origine. (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 25 settembre 2025).

 

Evasione fiscale e frodi fiscali (solo casi rilevanti!)

 

Maxi evasione da 3 milioni di euro sull’imposta passeggeri aeroporto Catullo di Verona.

La Guardia di Finanza di Villafranca (VR) ha incrociato i dati 2022-2025 del traffico del trasporto aereo (voli privati) dell’aeroporto Catullo, trovando 3mila voli con oltre 11.500 passeggeri che non hanno dichiarato al fisco l’imposta sui passeggeri. I voli sono stati effettuati per il trasporto di persone in forza di un contratto di noleggio stipulato da un unico contraente per l’intera capienza dell’aereo, che non può essere superiore a 19 passeggeri. La presunta frode da 3 milioni di euro coinvolgerebbe 222 compagnie di aerotaxi italiani, europei e stranieri. L’indagine “black flight” segue la precedente indagine 2020-2022 che aveva portato a scoprire un’evasione fiscale da 1,6 milioni di euro. (L’Arena e Corriere del Veneto del 14 agosto 2025).

 

Banca clandestina cinese, operazione della Guardia di Finanza di Soave (VR).

Il corriere “milionario” (un ragazzino con zainetto) si muoveva nella raccolta del risparmio e nella tenuta ordinata di conti e bonifici a detta della Guardia di Finanza che ha scoperto e svolto l’indagine su 2 cittadini cinesi. Sono stati movimentati 16,5 milioni di euro in 30 mesi secondo i numeri dell’indagine. L’operazione “foresta rossa” ha visto l’emissione di un decreto disposto dal GIP del Tribunale di Verona contro i 2 responsabili dei reati di esercizio abusivo dell’attività finanziaria e bancaria aggravato dalla transnazionalità del reato. La raccolta abusiva del risparmio era gestita da un connazionale cinese detto “il capo” che pare gestisse il trasferimento occulto in Cina di soldi contanti o tramite bonifici anonimi non tracciabili con il sistema Fei Chen (denaro volante), dietro il pagamento del 1,5% di commissione. Il trasferimento, al pari della raccolta, contava su un sistema organizzato e stabile. La Guardia di Finanza ha scoperto anche un traffico di false fatture, funzionali a coprire i movimenti di denaro reali. (L’Arena del 5 settembre 2025).

 

Raggiro milionario a banca e clienti di bancario vicentino a Bolzano.

Il consulente finanziario di Intesa San Paolo a Bolzano, Moreno Riello, con incarico di private banker dal 2010, a partire dal 2015 e sino al 2024 avrebbe messo in atto una maxi truffa ai danni della Banca e di 11 clienti (sinora accertati), secondo la Guardia di Finanza. I clienti, alla fine del 2024 su segnalazione della Banca (parte lesa), hanno scoperto una frode quantificata in 131,5 ML di euro (per 8 clienti truffati). I fondi investiti in sottoscrizioni di private banking e immobiliari venivano dirottati su altri conti correnti (il bancario infedele si è intascato alcuni ML di euro). Il bancario raccontava di investimenti “fantasma” in case di lusso, terreni, obbligazioni, conti bancari e presentava estratti conto personalizzati fasulli. La banca ha sporto querela a maggio 2025 nei confronti dell’ex dipendente (che a fine 2024 è andato in pensione) e sta ricostruendo tutti i movimenti illeciti a salvaguardia dei clienti e della banca stessa. La Guardia di Finanza di Bolzano ha avviato un’indagine per diversi reati economico-fiscali: truffa continuata e aggravata per l’ingente danno patrimoniale arrecato ai clienti; furto ai danni dell’Istituto di credito pluriaggravato dal mezzo fraudolento tramite moduli firmati in bianco; firme apocrife e aggravato dall’abuso di prestazione d’opera; attività di intermediazione finanziaria abusiva. Disposta la perquisizione dell’abitazione della compagna a Vittorio Veneto (TV), con il sequestro di documenti, cellulari, computer per l’indagine in corso, oltre agli accertamenti bancari per quantificare il danno esatto subito dai clienti. L’albo professionale ha disposto la sospensione cautelare per 180 giorni. Per la difesa il soggetto “non ha sottratto denaro, ma millantato cifre false ai clienti”. Oltre alle ispezioni interne alla Banca è stata disposta un’ispezione di Banca d’Italia per comprendere come sia stato possibile non rilevare alcuna anomalia per 9 anni. (Corriere del Veneto del 10 settembre 2025: La Tribuna di Treviso del 11 e 12 settembre 2025).

 

Maxi evasione fiscale a Vicenza con fatture false, inflitti 25 anni di carcere.

L’udienza del 9 settembre 2025 in Tribunale a Vicenza (giudice Filippo Lagastra) ha chiuso la vicenda processuale dell’indagine della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura di Vicenza, denominata “oltre confine”. Gli ultimi 17 imputati a processo (i vertici dell’organizzazione criminale avevano patteggiato gli anni scorsi) hanno rimediato 9 condanne, 5 assoluzioni, 3 prescrizioni per i fatti di evasione fiscale tra il 2010 e il 2016. Sono inoltre state disposte confische di beni per 3,3 ML di euro. La tecnica era consolidata: 10 società cartiere e aziende reali (dei settori conciario, alimentare e plastico) che beneficiavano di fatture false con i soldi che venivano riciclati all’estero (Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia). Il tutto avveniva con 40 imprenditori veneti indagati che usavano prestanome per il lavaggio del denaro che veniva riportato in Italia o investito in beni immobiliari nei paesi esteri. Le indagini sono partite da una verifica fiscale della Guardia di Finanza di Vicenza in un’impresa nel 2016 che aveva portato a 6 arresti (i vertici del sodalizio). (Il Giornale di Vicenza del 11 settembre 2025).

 

Crac Rigato, il socio del broker di Vigonovo (VE) ha chiesto il patteggiamento.

Il 9 settembre 2025 si è aperto in Tribunale a Venezia (GUP Lea Acampora) il processo per il broker polesano Cristian Mantovani, che rimane l’unico imputato dopo il suicidio di Enrico Rigato, per un raggiro di oltre 10 milioni di euro. Una sessantina di persone aveva consegnato a Rigato i propri risparmi, tra cui somme guadagnate anche in nero, per fare investimenti. I legali di Mantovani hanno definito il patteggiamento con il PM Elisabetta Spigarelli in 3 anni di carcere e 3mila euro di multa. Con il patteggiamento scemano quasi del tutto le speranze delle parti civili di recuperare i risparmi. In udienza le parti civili, tra cui molti imprenditori della Riviera del Brenta, si sono opposte alla richiesta di patteggiamento perché ciò impedisce di chiamare in causa le piattaforme di commercio on line (società di intermediazione) e Mantovani dichiara patrimoni insufficienti per risarcire i truffati. Il giudice ha disposto un rinvio al 15 settembre 2025 per prendere una decisione. Decisione confermata con il patteggiamento di 3 anni in aula bunker a Mestre il 15 settembre 2025. Ora l’iter per il risarcimento si sposta in sede civile, con tempi lunghi ed esito incerto. Il tentativo sarà di dimostrare la responsabilità della piattaforma del commercio on line Avatrade Ltd (sede in Irlanda). (Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 10 settembre 2025; Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 16 settembre 2025).

 

Casa Zero, il processo a Treviso, con una raffica di eccezioni, slitta ad ottobre 2025.

Si è aperto con l’udienza preliminare del 11 settembre 2025 il processo per i 6 imputati del crac da 12 milioni di euro di Casa Zero a Treviso. Il giudice Carlo Colombo ha registrato una serie di eccezioni sollevate dalle difese dei vertici di Casa Zero, accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, impiego di denaro di provenienza illecita, evasione fiscale. Le eccezioni delle difese riguardano: genericità delle accuse, difetti di notifica, inammissibilità della costituzione di parte civile per 23 clienti di Casa Zero. Il giudice ha disposto il rinvio per le decisioni all’udienza preliminare del 1 ottobre 2025. La Procura di Treviso ha ribadito in aula le accuse di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato, all’autoriciclaggio e alle dichiarazioni infedeli, oltre agli svariati illeciti amministrativi. Sono state ammesse come parti civili le banche che hanno acquisito i crediti (14 ML di euro), mentre sono stati esclusi i privati. La ditta è stata posta in liquidazione per un buco superiore ai 12 ML di euro, nel mentre per l’accusa sono stati fatti figurare crediti di imposta (superbonus 110%) fittizi per 49 milioni di euro per lavori mai eseguiti (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 12 settembre 2025; Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 2 ottobre 2025).

 

Il tesoriere dei commercialisti del triveneto a processo a Padova.

L’accusa è di appropriazione indebita nel 2022 per Andrea Giacomin, e il 15 settembre 2025 è stato disposto il rinvio a giudizio per l’ammanco di 238mila euro del tesoriere dell’Associazione dottori commercialisti ed esperti contabili delle Tre Venezia (ADCEC) con sede a Mestre. Il sostituto procuratore di Padova, Benedetto Roberti, a conclusione delle indagini preliminari ha sostenuto che Giacomin avrebbe effettuato bonifici e versamenti con “pago PA” verso i suoi conti correnti per ripianare altri ammanchi. Giacomin ha in piedi anche un processo civile, sempre a Padova, per non aver versato all’Agenzia delle Entrate sanzioni e interessi per oltre 145mila euro. Giacomin è stato radiato dall’Ordine professionale e il 12 marzo 2026 dovrà comparire davanti al giudice Laura Chillemi. (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 16 settembre 2025).

 

Autoriciclaggio al Casinò di Venezia e Nuova Gorica, 3 padovani indagati.

Sono stati rinviati a giudizio in Tribunale a Venezia il 16 settembre 2025 3 padovani per autoriciclaggio nei 2 casinò di Venezia e Nuova Gorica. La segnalazione alla Procura di Venezia è arrivata da parte delle Autorità slovene. Per l’accusa (gip Carlotta Franceschetti, PM Giovanni Gasperini) i 3 fingevano di giocare (acquisto di rilevanti quote di fiches che venivano quasi subito restituite) per ripulire denaro sporco (serie di truffe avvenute nel padovano che hanno prodotto dei guadagni illeciti da riciclare). Le difese dei 3 indagati respingono le accuse e intendono difendersi a processo di primo grado a rito ordinario. La prima udienza del processo è fissata per il 27 novembre 2025. (Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 17 settembre 2025).

 

Evasione di agenzia immobiliare ad Agordo (BL).

Il NIL del Carabinieri di Belluno ha passato al setaccio, in vista delle Olimpiadi, diversi settori dell’economia montana (edilizia, agricoltura, commerci e ricettivo) elevando sanzioni superiori a 100mila euro per varie violazioni sulla sicurezza sul lavoro. In particolare, le segnalazioni all’AG hanno riguardato 5 cantieri edili, 2 aziende agricole, 2 manifatture, un centro estetico e 1 esercizio commerciale. La Guardia di Finanza di Cortina d’Ampezzo si è invece concentrata nelle attività economico finanziarie nel settore turistico-immobiliare, ed ha individuato una società di gestione immobiliare agordina che dal 2019 al 2024 ha omesso di applicare l’IVA del 10% dovuta per le locazioni turistiche accumulando un’evasione fiscale da 670mila euro. La sanzione amministrativa comminata è del 70% dell’imposta evasa, ossia quasi mezzo milione di euro. (Corriere del Veneto del 26 settembre 2025).

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