Ospedali veneti senza 3.500 medici, Lanzarin: «Ora soffrono anche i reparti di Chirurgia»
La situazione più complessa rimane nell’Anestesia (-328 dottori) e nei Pronto soccorso (-235). Nel 2024 Azienda Zero ha bandito concorsi per 746 posti, ma i vincitori sono stati appena 184. Tutti i dati

I numeri della crisi sono cristallizzati in questo elenco, impietoso, che riportiamo qui accanto: 328 anestesisti che mancano agli ospedali del Veneto, 235 medici di pronto soccorso, 135 dei laboratori di analisi, 54 della neuro riabilitazione, 47 neurologi, 43 urologi. Per un totale di 3.500 camici bianchi, che ai nostri ospedali servirebbero come il pane. Sono cifre riferite al 2022, ma la situazione di oggi non differisce di molto.
«Mancano medici» scuote la testa l’assessora alla Sanità Manuela Lanzarin, «E ultimamente alle carenze classiche – quelle dell’Anestesia, dei Pronto soccorso – se ne stanno aggiungendo delle altre. Come in Chirurgia, ad esempio, complici le tante responsabilità, le pressioni, i possibili contenziosi».

Le facoltà di Medicina continuano ad allargare le loro maglie. L’imbuto iniziale dovuto ai test di ammissione è stato spostato giusto un po’ più in là: alla fine del primo semestre. Ma le ragioni alla base di questa crisi di vocazioni, nella sanità pubblica, probabilmente sono da cercare altrove. Non a caso – quando si parla di medicina privata, o di medicina “a gettone” – le risposte sono differenti.
Certo, la Regione cerca di fare il possibile, per colmare queste carenze. In questo senso, le richieste di aiuto del presidente Luca Zaia, da sempre assoluto sostenitore dell’accesso libero alla facoltà di Medicina, sono continue. Soltanto nel 2024, Azienda Zero ha bandito concorsi per assumere 746 medici a tempo indeterminato. Ma la risposta è stata drammatica: appena 184 vincitori.
I concorsi
Nel dettaglio: 13 vincitori, su 76 posti, per Anestesia e rianimazione; 8 su 49 per Ginecologia e ostetricia; 5 su 97 per l’Emergenza-urgenza; 9 su 46 per la Pediatria; 7 su 48 per la Psichiatria; 13 su 56 per la Radiodiagnostica.
«Stiamo avendo delle difficoltà nella Geriatria, nonostante il progressivo invecchiamento della popolazione» dice Lanzarin, «Mentre non soffrono la Dermatologia, l’Oculistica, né la Dermatologia o la Medicina estetica, dove la pressione è piuttosto bassa. Nelle branche che consentono la libera professione, il margine è più ampio». Perché si tratta di specialità nelle quali il carico di impegno richiesto è normalmente più sostenibile che altrove. E l’esercizio della libera professione ovviamente consente ai medici che la esercitano di ricavare dei guadagni extra, che possono avere un peso specifico anche molto consistente.
Guardando alle altre professionalità nel mondo sanitario, la situazione è migliore, anche se non ottimale. Con uno sguardo ancora ai concorsi banditi lo scorso anno, dei 810 posti per il comparto sanitario, soltanto 702 sono stati assegnati a vincitori. Relativamente alla categoria degli infermieri, lo scarto comunque è stato minimo: 439 disponibilità e 437 vincitori. In ogni caso, numeri che certificano l’esaurimento dell’appetibilità di una professione, che, fino a pochi anni fa, era estremamente gettonata dai più giovani.
L’altra faccia della medaglia, allora, ritrae l’immagine degli incarichi a termine: +258% tra i medici, dal 2019 al 2024; contro il -2%, relativi ai tempi indeterminati. Riguardo alle altre figure, la situazione è differente: sono aumentati i contratti a tempo indeterminato per infermieri (+8%) e Oss (+20%); mentre sono crollati quelli a tempo determinato, scesi rispettivamente del 49% e del 94%.
Anche questo è segno di un settore in grande cambiamento. E rimane allora da capire quale sarà l’approdo finale.
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