Olimpiadi, gli industriali al prefetto: «Un tavolo sul villaggio»

Berton insiste: «Comuni interessati ad accogliere parte del villaggio». Zaia: «Era un aspetto dell’eredità, iI Governo ci aiuti a trovare una soluzione»

Alessandro Michielli
Il futuro villaggio olimpico
Il futuro villaggio olimpico

Quale sarà il destino del futuro villaggio olimpico di Cortina? Appurato che il sindaco della Regina della Dolomiti, Gianluca Lorenzi, ha più volte affermato che a fine Giochi i moduli abitativi verranno smantellati, c’è chi proprio non accetta l’idea di “cancellare” del tutto la legacy collegata al villaggio.

Tra i più grandi sostenitori di una soluzione alternativa, che permetterebbe di salvare parte delle casette e posizionarle in diverse aree del territorio bellunese, c’è Confindustria Belluno Dolomiti

L’Associazione, solo pochi giorni fa, ha inviato al prefetto di Belluno, Antonello Roccoberton, una lettera chiedendo la convocazione di un tavolo specifico al fine di favorire un riutilizzo del villaggio sul territorio bellunese. Gli industriali bellunesi non vedono di buon occhio il diverso trattamento tra Milano e il Bellunese.

«Sarebbe difficile giustificare la scelta di non mantenere i moduli abitativi a Cortina», afferma Lorraine Berton, presidente dei Confindustria Belluno Dolomiti. «Tuttavia il resto della provincia (Belluno e Feltre in primis) mostra disponibilità ad accogliere queste risorse. Esistono infatti molte richieste in tal senso, visto che tali moduli rappresenterebbero un servizio prezioso per la comunità bellunese, in particolare per i giovani e per possibili studentati».

A supporto di una soluzione alternativa è intervenuto più volte anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che oggi chiama in campo il Governo per provare a trovare un accordo tra tutte le parti coinvolte.

Il nodo della questione? Capire chi metterà i soldi per l’eventuale acquisto e trasporto delle strutture: «L’ho sempre sostenuto e continuo a sostenerlo, è giusto che il villaggio resti sul territorio», afferma Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. «All’inizio questo aspetto era parte della legacy, poi le cose sono cambiate anche per la conformazione del luogo in cui verrà costruito (Fiames, ndr). Detto questo, penso che il villaggio non debba essere smantellato e portato via del tutto: sediamoci attorno ad un tavolo insieme al Governo per capire come lasciarlo sul territorio».

«Si tratta di un extra budget», ammette Zaia. «Per ora si affitterà e costerà molto: bisogna capire se è possibile comprarlo e poi lasciarlo nel Bellunese, anche a pezzi. Questa è una terra dove si pagano tante tasse, sarebbe giusto che il Governo trovasse una soluzione a riguardo».

L’operazione proposta da Confindustria piace ai principali Comuni del territorio, Belluno e Feltre. «Credo che questo sia un ragionamento importante da fare», afferma Oscar De Pellegrin, sindaco di Belluno. «Logicamente bisogna strutturalo affinché sia funzionale ai giovani e all’Università a cui stiamo lavorando. Bisognerà trovare una collocazione ideale vicino al centro, ma è una valutazione che stiamo portando avanti. L’importante è avere una buona idea di collocazione che sia al servizio della città, per dare un ulteriore e potenziale sviluppo».

«Abbiamo parlato anche noi di questa possibilità», afferma Andrea Bona, assessore all’Urbanistica ed Edilizia privata del Comune di Feltre. «Si tratta di un’opportunità e si può fare, bisogna però vedere dal punto di vista tecnico quali saranno le dimensioni e le condizioni di trasporto. Io penso siano moduli interessanti: nella nostra zona, noi abbiamo spazio alle ex caserme, dove stiamo già ristrutturando una parte dell’area. Abbiamo spazio anche al Campus universitario a Borgo Ruga oppure nelle aree dei campi sportivi presenti nelle frazioni: in certi casi, utilizziamo ancora strutture prefabbricate del terremoto del Friuli, che potrebbero essere sostituite con questi nuovi moduli».

«Bisogna capire chi paga», chiosa Bona, «e se le dimensioni sono idonee. Su questo ci appelliamo alla Regione, per non arrivare alla fine delle Olimpiadi senza una vera soluzione».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi