Le mucche finiscono all’asta: ecco quanto valgono
I lotti di bovini battuti dall’Istituto vendite giudiziarie di Belluno: tra frisone e pezzate, tutto quello che c’è da sapere su modalità di partecipazione e prezzi degli animali

Mucche in svendita. Meglio: all’asta. Capita anche questo ai simpatici e utilissimi bovini, per di più in un periodo nel quale sta purtroppo girando la Lingua blu e qualcuno le disturba per una carezza, come ha fatto nei giorni scorsi la presentatrice tivù e showgirl Ilary Blasi.
Queste però sono sanissime, con tanto di certificazione dell’Istituto vendite giudiziarie di Belluno, oltre che dei veterinari dell’Ulss 1 Dolomiti e c’è da giurare sul fatto che non vedano l’ora di rivedersi in una stalla, con tanto bel fieno da ruminare e tanto buon latte da produrre.
Dovranno però avere ancora un po’ di pazienza, perché anche i banditori d’asta hanno diritto alle vacanze estive, ma dovranno farsi belle, avere un aspetto rassicurante e agitare i campanacci entro il 5 settembre, non oltre. Tempo scaduto.
I capi provengono, di solito, da fallimenti di aziende agricole o sequestri e avranno senz’altro un prezzo molto interessante per chi ne capisce. Non comprenderanno mai cosa significa gara d’asta in modalità telematica asincrona, ma l’importante è che lo sappiano gli allevatori: è una vendita che si svolge on line, nella quale le offerte e i rilanci vengono presentati in un intervallo di tempo predefinito, senza la presenza simultanea di venditori e offerenti.
L’asta
Le operazioni cominceranno alle 10 del 10 settembre per terminare a mezzogiorno del 17. Una settimana di trattative e muggiti di approvazione o disapprovazione, alla fine della quale gli animali troveranno una sistemazione, si spera definitiva. Ne va della loro tranquillità e della qualità della materia prima.
Attenzione che sono tutte femmine, più o meno giovani. Non sono tori, nei due gruppi in cui sono state divise.
Nel lotto 2, sono in sei: tre di razza Frisona italiano e altrettante di Pezzata nera italiano. L’età va da uno a due anni, dunque si tratta di esemplari giovani e gagliardi. Il prezzo a base d’asta è di 3 mila 600 euro e il rilancio minimo previsto è di 100 euro. Nel lotto 5, le vacche sono 15 e il catalogo delle razze è molto più variegato: nove Frisona italiano, una Grigia alpina, due Pezzata nera italiano e tre Meticcio italiano. Non sarà elegante chiedere l’età, ma le più anziane sono del 2014 e la più giovane del 2023. Il prezzo base d’asta è di 13 mila 500 euro e il rilancio minimo consentito è di 200 euro. Aumenta il prezzo e raddoppia il rilancio.
Per presentare la propria offerta e magari acquistare i bovini, bisognerà collegarsi al sito https://astecom.fallcoaste.it, registrarsi e cominciare le contrattazioni. L’unica condizione necessaria per acquirenti maggiorenni, società personali, enti e associazioni è quella di essere in possesso del codice fiscale italiano. Naturale che bisognerà fornire determinate garanzie.
La speranza di tutti è che l’asta non vada deserta, ma ci sono fondati motivi per pensare che non mancheranno i partecipanti. Anche se il periodo di ritorno dalle ferie agostane potrebbe scoraggiare più di qualcuno, che nel frattempo ha speso troppo e non ha molti contanti da investire.
I prezzi
Ma quanto costano sul mercato i bovini femmina? Come testo di riferimento vanno prese in considerazione le valutazioni per le predazioni utilizzate in Veneto. E che riportano le seguenti cifre.
Bovino femmina Frisona, quella che fa più latte, che è della stessa categoria della Pezzata nera, ci sono quattro valutazioni: per la manza non fecondata il costo è di 1.600 euro, per la manza gravida si sale a 2.600, per vacca “in asciutta” il costo è di 2.500, per la vacca in lattazione si devono sborsare 2.700 euro.
Passiamo alla categoria Pezzata Rossa: la manza non fecondata costa 1.800 euro, la manza fecondata 2.600, la vacca in asciutta 2.500, la vacca in lattazione 2.700. E ora tocca alla Grigialpina: manza non fecondata 1.600 euro, manza fecondata 2.400, vacca in asciutta 2.000, vacca in lattazione 2.500.
Ci sono poi le vacche meticce, il cui valore è pari al 60% di quello delle Frisone. Quando però si fa un’asta come quella di scriviamo sopra, le vacche si vendono “a blocchi”, con prezzo cumulativo. E si gioca al rialzo.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi