I figli di Manildo: «A scuola politica da papà e le riunioni di partito a cena»

Antonio, Eleonora e Ludovica condividono la campagna elettorale di papà candidato alla presidenza della Regione per il centrosinistra. Si occupano dei social. La maggiore: «Sto creando una rete di ragazzi, lo porterò a parlare con loro». La moglie: «Faremo il Cammino di Santiago, spero gli porterà fortuna»

Laura Berlinghieri
I figli Eleonora (23 anni) e Antonio (19), con la mamma Valentina Guizzo. La terza figlia, Ludovica (17), non c’era
I figli Eleonora (23 anni) e Antonio (19), con la mamma Valentina Guizzo. La terza figlia, Ludovica (17), non c’era

Il ricordo più bello del papà, sindaco di Treviso? «La notte di Capodanno. Quando mi ha portato sul palco, in piazza, insieme a lui. Sarò stato alto un metro. Mi sono sentito il figlio di Obama» racconta Antonio Manildo, che adesso di anni ne ha 19 ed è fresco di esame di maturità.

Con la mamma Valentina Guizzo e le due sorelle Eleonora (23 anni) e Ludovica (17) forma la squadra, dietro le quinte, che accompagnerà Giovanni Manildo al voto per la presidenza del Veneto. «Ma prima andremo in vacanza – dice la moglie, HR nell’azienda, la Regalgrid Europe, nella quale il marito è consulente legale – Faremo il Cammino di Santiago, tutti e cinque. Un viaggio che avevamo organizzato un anno fa, e che ora assumerà tutt’altro significato».

Elezioni regionali, cinquecento per Manildo nella sua Treviso
La prima uscita a Treviso per Giovanni Manildo

Ma a raccontare lo “stravolgimento casalingo” di questa famiglia, che già aveva sperimentato l’amministrazione di Treviso, è la figlia maggiore, Eleonora.

Prima di tutto, come vi ha detto che si sarebbe candidato?

«Un giorno è tornato a casa, ci ha riunito e ci ha chiesto cosa ne pensassimo. Conoscere il nostro parere era la sola cosa che gli interessava. Se avessimo detto di no, probabilmente avrebbe rifiutato».

E voi?

«Gli abbiamo detto che era un’opportunità importante, da cogliere al volo. Un treno che probabilmente non sarebbe più passato».

Nella sua campagna elettorale, sta dicendo di voler partire dai giovani: voi...

«E noi lo sosteniamo in maniera attiva. Stiamo creando reti di ragazzi, di età differenti e provenienti da tutte le province del Veneto, per confrontarci sui temi. E più avanti organizzeremo degli incontri con papà, nelle varie città che stiamo frequentando, per presentargli queste persone. E poi, quando il centrodestra avrà sciolto le riserve, ci piacerebbe realizzare un confronto tra i due candidati».

E quali sono i temi?

«La scuola, la sanità pubblica, i trasporti, il futuro».

In pratica, la vostra è una candidatura di famiglia...

«Diciamo di sì. Abbiamo pure fatto a papà il profilo su Instagram. Siamo noi figli ad aggiornarglielo, perché lo abbiamo visto un po’ in difficoltà. Mentre con Facebook è bravissimo, forse più di noi».

La cene, a casa vostra, sono riunioni di partito...

«In pratica, sì. Parliamo, ci confrontiamo. È anche per questo che papà ha tante idee sui giovani. Parla di cose che conosce, che affronta tutti i giorni, con noi».

Dica la verità: anche lei in futuro vuole fare politica...

«Chi lo sa, non lo escludo. Intanto “vado a scuola” da papà, ed è un buon banco di prova. E studio Lettere all’Università. Poi, vedremo».

E lei che ricordo ha del papà sindaco di Treviso?

«Mi ricordo la gente intorno, che era sempre tantissima. E le feste».

Siete spaventati da una politica che urla?

«No, perché crediamo nel progetto, nelle idee e nella persona. Le persone che conoscono papà sanno quanto vale. E questo a noi basta». —

 

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