Gino Cecchettin alle Nazioni Unite per un evento contro la misoginia

Cecchettin ha partecipato all’evento in veste di advocate di HerforShe. L’appello del padre di Giulia: «Noi uomini dobbiamo riconoscere e contrastare misoginia, odio e modelli tossici di maschilità»

Gino Cecchettin
Gino Cecchettin

Gino Cecchettin, padre di Giulia, è alle Nazioni Unite per un evento di UN Women contro la misoginia online a cui ha partecipato in veste di advocate di HeforShe, il movimento lanciato dalle Nazioni Unite oltre dieci anni fa per la parità di genere attraverso il coinvolgimento diretto di uomini e ragazzi e che in Italia e' stato inaugurato lo scorso maggio.

«Noi uomini abbiamo una responsabilità in questo cambiamento. Non possiamo limitarci a osservare: dobbiamo riconoscere e contrastare misoginia, odio e modelli tossici di maschilità che circolano sul web» ha commentato il presidente della Fondazione Giulia, nata in memoria della giovane figlia uccisa nel novembre 2023 in un caso di femminicidio che ha scosso profondamente l'Italia.

Milioni tra donne e ragazze nel mondo subiscono forme di violenza online: in testa diffamazione e disinformazione (2 su 3) ma anche abusi sessuali, discorsi d'odio, impersonificazione, stalking, doxing, minacce e abusi attraverso immagini e video.

L'avvento dell'Intelligenza artificiale generativa non ha fatto che amplificare il fenomeno. L'Italia non fa eccezione, come testimoniano le recenti cronache che hanno portato alla luce pagine social e siti web sessisti.

È dunque necessaria un'azione congiunta di istituzioni, aziende tecnologiche e società civile, sostiene UN Women Italy che all'evento ai margini dell'Unga80 è stata rappresentata anche dalla presidente, Darya Majidi.

Di particolare allarme è la presenza ormai capillare della cosiddetta “manosfera”, una rete eterogenea di movimenti e community online che diffondono e amplificano misoginia, disinformazione e violenza di genere.

Il riconoscimento da parte delle Nazioni Unite rappresenta per Cecchettin uno snodo importante che gli consente di far arrivare la propria voce oltre i confini nazionali: «Essere Advocate di HeForShe è una responsabilità chiara. Significa trasformare un'esperienza personale di dolore in un impegno concreto per il cambiamento, mettendo la mia voce al servizio di questo messaggio: la parità non riguarda solo le donne, ma tutti. Il mio compito è dimostrare che gli uomini possono e devono avere un ruolo attivo, scegliendo ogni giorno di promuovere rispetto, equità e relazioni libere dalla violenza».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi