Caso Trentini, la prima visita dell’ambasciatore italiano in Venezuela

E’ apparso in buone condizioni di salute, ha riferito che viene fatto mangiare regolarmente e ha quotidianamente accesso all'ora d'aria. L'ambasciatore gli ha consegnato lettere dai familiari e beni di prima necessità

Alberto Trentini
Alberto Trentini

Il 23 settembre ha avuto luogo la prima visita in carcere da parte dell'ambasciatore Giovanni de Vito al cooperante italiano Alberto Trentini, detenuto da quasi un anno in Venezuela.

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Folla all'M9 per il dibattito su Alberto Trentini (foto Pòrcile)

Insieme a Trentini, l'ambasciatore ha visto - per circa mezz'ora di colloquio - anche un altro detenuto italiano, Mario Burlò, come anticipato da Repubblica.

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Trentini e Burlò, sono apparsi in buone condizioni di salute ed hanno riferito che vengono fatti mangiare regolarmente e hanno quotidianamente accesso all'ora d'aria; sono trattati bene dalle guardie penitenziarie; entrambi hanno riferito di essere stati presentati, all'autorità giudiziaria venezuelana insieme ad altri, tutti a vario titolo accusati degli stessi reati (in particolare terrorismo e cospirazione).

L'ambasciatore è riuscito a consegnare ad entrambi lettere da parte dei familiari e beni di prima necessità.

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Le reazioni

La deputata di Azione Federica Onori, segretaria della Commissione Esteri, dichiara: «È positivo che l'ambasciatore De Vito sia riuscito a visitare Alberto Trentini e Mario Burlò dopo quasi un anno di detenzione in Venezuela. Il colloquio, avvenuto ieri dopo 312 giorni di prigionia, è un passo importante, ma arriva con un ritardo inaccettabile, in violazione dei diritti fondamentali dei nostri connazionali. Siamo ancora in attesa della formalizzazione dei capi d'accusa, anche se entrambi riferiscono di essere stati presentati con presunti legami a 'terrorismo' e 'cospirazione': contestazioni generiche e spesso ingiustificate, utilizzate dal regime di Nicolás Maduro per perpetuare la repressione e il controllo sociale. In Venezuela ci sono oltre 800 prigionieri politici, molti dei quali detenuti senza processo". 

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