«Il tassista non mi ha fatto salire accusandomi di essere sionista»: la denuncia a Treviso

L’episodio ha visto protagonisti un turista di religione ebraica e un tassista di fronte alla stazione ferroviaria: «Dare del sionista a un ebreo solo perché calza la kippah è come dire fascista o mafioso a chiunque soltanto perché parla italiano». La difesa del tassista: «Ero già impegnato»

Un uomo con la kippah
Un uomo con la kippah

Un turista di religione ebraica ha denunciato che un tassista di Treviso gli ha rifiutato la corsa perchè sionista. Il fatto è avvenuto lo scorso 17 settembre davanti alla stazione ferroviaria.

Il tassista nega il rifiuto e sostiene di aver detto «all'uomo e al suo amico che i sionisti non sono ben accetti a bordo. Ho espresso una mia opinione». «Nel mio taxi», ha spiegato, «sono liberi di venire a bordo uomini, donne, animali, tutti i soggetti di tutti i colori, le forme, le razze e le religioni che esistono a questo mondo, ma non coloro che si nascondono dietro a questo genocidio».

«Le porte peraltro» ha aggiunto il tassista, «sono rimaste sempre aperte. Sono loro che non sono saliti e del resto dovevano salire su un altro taxi perché io ero già impegnato con altre corse».

Diversa invece la ricostruzione del viaggiatore arrivato a Treviso da Venezia con indosso la kippah che non è sfuggita al tassista tanto da chiedergli «se è un sionista». Il resto della conversazione è stata documentata da un video registrato dal turista che, sottolineando di non sostenere il governo Netanyahu, ha rilevato di non essere israeliano, ma iraniano, «anche se ormai a Venezia sento di appartenere alla comunità italiana», di essere «un ebreo osservante» e che «dare del sionista a un ebreo solo perché calza la kippah, allora è come dire fascista o mafioso a chiunque soltanto perché parla italiano».

L'uomo pertanto ha inviato una email di protesta alla Cooperativa Radio Taxi di Treviso e sta valutando di segnalare la vicenda alle autorità, dall'Ufficio nazionale anti-discriminazioni alle forze dell'ordine.

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