Colabianchi propone un incontro con Venezi, gli orchestrali: «Dopo due mesi è una presa in giro»
Il sovrintendente della Fenice in occasione della prima ha lanciato un incontro con Venezi. I rappresentanti delle maestranze: «Per noi conoscere significa suonare»

Sipario sulla prima di stagione con La clemenza di Tito di Mozart, ma l’immagine dei volantini contro la nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale della Fenice dal 2026 resta impressa. E genera due poli in netta opposizione: da un lato chi sostiene la causa dei professori d’orchestra e degli artisti del coro, dall’altro chi fa quadrato attorno al sovrintendente Nicola Colabianchi e a Venezi.
La proposta di Colabianchi
Proprio giovedì 20 novembre sera, mentre le maestranze si sono riunite sui gradini del teatro di campo San Fantin per leggere il comunicato di protesta per la nomina di Venezi negato in sala, il sovrintendente Colabianchi ha lanciato una proposta di incontro tra i professori d’orchestra e Venezi. «Parlerò con Beatrice perché venga qui a conoscere i lavoratori», le sue parole, «il più presto possibile, magari già prima della fine dell’anno».
«L’incontro si sarebbe dovuto fare ben prima di tutto questo, dopo due mesi è l’ennesima presa in giro del sovrintendente che non sa più che cosa fare», marca il violoncellista Marco Trentin di Fials Cisal, «Che cosa significa conoscenza? Per noi, è suonare: a meno che non voglia trovarle uno spazio per dirigere».
Lo sguardo va ancora alla protesta alla prima: «Nonostante i continui tentativi di ridurci al silenzio, il pubblico è con noi sia fuori in campo San Fantin sia in sala. Abbiamo percepito una vicinanza ancora più sensibile».
«Quella del sovrintendente suona come una boutade, ci è sempre stato detto che era tutto programmato, dovrebbero inventarsi un concerto ad hoc», dichiara Francesca Poropat, corista, delegata Rsu della Slc Cgil, «se dobbiamo conoscerla come persona, non c’entra con la questione: si deve fare musica».
La politica
La politica, intanto, vira sull’apertura di Colabianchi come la luce verso la soluzione.« L’aumento del 7 per cento degli abbonamenti, con oltre 80 nuovi ingressi e soltanto tre disdette, è un segnale inequivocabile», sottolinea Raffaele Speranzon, senatore veneziano di Fratelli d’Italia, «sono certo che con la nuova direttrice musicale Beatrice Venezi si potrà costruire un rapporto solido e proficuo».
Il ministro della Cultura Alessandro Giuli, da Napoli, ribadisce: «Confido in un lieto fine per la Fenice».
Ma la Rsu non ci sta. «Il sovrintendente Nicola Colabianchi ha parlato di un aumento del 7 per cento degli abbonamenti per la stagione 2025/26 come se fosse un risultato della sua gestione. La Rsu ricorda che questa stagione è stata pianificata integralmente dal predecessore: vantarsi di scelte altrui è quanto meno discutibile. Va inoltre sottolineato che la Rsu, in una lettera aperta agli abbonati del 15 ottobre 2025, aveva invitato al rinnovo degli abbonamenti per la stagione appena inaugurata, rimandando ogni eventuale protesta alla prima stagione effettiva dell’era Colabianchi (2026/27). La fiducia si costruisce con trasparenza e partecipazione, non con proclami». —
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