Sentieri montani aperti alle jeep dei cacciatori, è scontro sulla nuova legge regionale

La discussione in Consiglio regionale della nuova norma: ci sono 149 emendamenti. Il consigliere Zanoni di Europa Verde: «I cacciatori sono ormai anziani e vogliono arrivare in macchina anche in luoghi impervi»

Enrico Ferro
Un cacciatore: la Regione sta vagliando una legge per consentire alle doppiette di muoversi in jeep sui sentieri
Un cacciatore: la Regione sta vagliando una legge per consentire alle doppiette di muoversi in jeep sui sentieri

Ancora una volta la lobby della caccia contro tutti gli altri. E di fronte a questo c’è chi sostiene i diritti dei cacciatori, chi prova a osteggiarli in tutti i modi e chi non dice nulla per non rischiare di perdere consenso. Il Consiglio regionale del Veneto ha iniziato martedì l’esame della legge che darebbe il via libera all’utilizzo dei fuoristrada sui sentieri di montagna.

Una materia delicata, sulla quale sarà inevitabile un muro contro muro tra il centrodestra e l’opposizione di centrosinistra, nonostante il titolo della legge punti ad essere rassicurante: “modifiche e integrazioni alla disciplina della viabilità silvo-pastorale”. Relatore del progetto in aula è il leghista Gianpiero Possamai, correlatore il “verde” Renzo Masolo.

Nelle strade silvo - pastorali è vietata la circolazione dei veicoli a motore, comprese le motoslitte. Possamai ha esordito spiegando che la legge regionale numero 14/92, già più volte modificata, definisce, classifica e disciplina la circolazione su quel tipo di strade regionali, e che le modifiche proposte dal Pdl numero 189 non mirano «ad aumentare il traffico veicolare, ma ad aggiornare e a rendere più chiara la normativa vigente, e non riguardano l’attività venatoria».

La nuova norma prevede la possibilità di consentire l’accesso su queste strade per interventi emergenziali o di interesse pubblico, anche da parte di privati che svolgono funzione di supporto all’attività organizzata dagli enti pubblici gestori della fauna selvatica, come quella di assistenza alla fauna in difficoltà nei periodi invernali. Permetterebbe però il rilascio di permessi di transito anche «ai soggetti autorizzati in attuazione dei Piani regionali di contenimento delle specie selvatiche invasive e dei cinghiali», e di contrassegni temporanei «per il recupero della fauna da parte del conduttore del cane da recupero».

«Vogliono approvare questa legge solo perché i cacciatori ormai sono vecchi e non ce la fanno a camminare e vogliono arrivare in macchina nei luoghi impervi», attacca Andrea Zanoni, di Europa Verde. «Lì ci sono specie rarissime che si sono salvate solo perché vivono in luoghi che i cacciatori non riescono a raggiungere. Mi chiedo come si possa votare una legge solo per assecondare quatto consiglieri cacciatori: Gianpiero Possamai, Roberto Ciambetti, Joe Formaggio e Roberto Bet».

Tra le forze di opposizione c’è chi fa notare anche il silenzio del Pd, che evidentemente non vuole precludersi una parte di elettorato. In Commissione Agricolura tutti hanno votato a favore, e Europa Verde è stato l’unico partito a schierarsi contro. Il Pd, con Francesca Zottis e Jonatan Montanariello, non ha partecipato al voto. «Tra l’altro il Cai ci ha già messi in guardia» continua Zanoni. «I cacciatori saranno anche 32 mila in Veneto ma loro sono oltre 70 mila. E questa legge proprio non la vogliono».

Anche Renzo Masolo, l’altro consigliere regionale di Europa Verde, manifesta la sua contrarietà. «Il progetto di legge è frutto di una scelta politica precisa, sbagliata, sbilanciata e potenzialmente pericolosa», dice convinto. «È la legge sui fuoristrada dei cacciatori, cucita su misura per normalizzare il transito motorizzato lungo le strade più fragili del nostro territorio come i boschi, i pascoli, i sentieri montani».

«Quel provvedimento era già stato proposto dal consigliere Sergio Berlato nella legislatura precedente», mette in guardia Arturo Lorenzoni. «Già oggi c’è è una reale difficoltà a controllare gli accessi per la mancanza di personale preposto nelle Terre Alte venete, ovvero siamo di fronte ad un’evasione significativa delle regole. Questa legge peggiorerebbe ulteriormente la situazione». Martedì non è stato discusso nessuno dei 149 emendamenti. Si torna in aula martedì prossimo.

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