Telecamere e sensori, Alemagna sorvegliata pensando ai Giochi
Vertice in prefettura sui distacchi per oltre 15 mila metri cubi da croda Marcora. Semafori a Tai e a Cortina per deviare il traffico in direzione di Auronzo

Sono già caduti pinnacoli della croda Marcora per oltre 15 mila metri cubi di materiale. E i distacchi continuano, sia prima della pioggia – arrivata ieri verso l’una – che dopo, anche ieri sera. Tanto che la nuvola di polvere continua a stazionare lungo la parete, sale e scende sospinta dal vento e dalle temperature, a volte dilatandosi verso Cortina, a volte spingendosi in direzione dell’Antelao.
In sostanza, se a metà del mese scorso erano piombati ai piedi della pareti, frantumandosi, crode per circa 4 mila metri cubi, da sabato alle 17 ne sono già venuti giù 11 mila, tre volte tanto.
Secondo le rilevazioni dell’Arpav non vi dovrebbero essere pericoli per la salute, a seguito dell’inalazione di questo “borotalco”, come lo definisce il sindaco Franco De Bon.
L’acqua ha dilavato
La pioggia di lunedì ha dilavato l’ambiente. Ma siccome il fenomeno non si è fermato e considerata l’evoluzione storica di queste montagne, ecco che nel vertice in prefettura, ieri a Belluno, si è deciso di monitorare sia questa situazione che tutte le altre possibili colate che potrebbero mettersi in movimento in valle del Boite e nella stessa conca ampezzana. Una decina di siti, secondo i rilievi del geologo Luca Salti.
Il monitoraggio è evidentemente orientato alla sicurezza della statale 51 di Alemagna che potrebbe essere investita da questi movimenti.
Telecamere ad alta risoluzione, intanto, e poi sensori più sofisticati verrebbero installati sui versanti più a rischio mentre sulle strade sottostanti, a partire dall’Alemagna, troverebbero posto batterie di semafori, collegati alla strumentazione a monte, in grado da scattare sul rosso e bloccare il traffico con qualche momento di vantaggio per l’automobilista, prima dell’accadimento.
Non solo, questo stema sarebbe collegato con una serie di display lungo la statale che avvertono dell’imminente emergenza.
A Tai di Cadore e a Cortina, inoltre – cioè all’ingresso dell’Alemagna – da una parte e dall’altra, s’accenderebbero altri semafori per bloccare il traffico. Con l’avviso, via display, di cambiare direzione, dirigendosi verso Auronzo e Misurina.
In Prefettura
Ieri mattina alle 10, si sono incontrati il prefetto Antonello Roccoberton, il delegato provinciale alla Protezione civile, Massimo Bortoluzzi, il sindaco di San Vito di Cadore, Franco De Bon, i dirigenti dell’Anas, dei vigili del fuoco, dell’Arpav, il geologo Nicol.
Doglioni, che ha fatto più sopraluoghi su Croda Marcora. Il professionista ha detto di ritenere che il fenomeno dei distacchi possa ritenersi in esaurimento. Ha infatti mostrato immagini di crode che prima c’erano – prima del crollo di metà giugno e di quest’ultimo, sabato pomeriggio – e adesso non ci sono più.
Esistono ancora delle fratture ma non tali da dover temere movimenti in tempi ravvicinati. Doglioni ha pure riferito di aver visto abbondanti chiazze d’acqua, proprio nell’area dei distacchi, tali da far ritenere che lo scioglimento della neve abbondante – fino a due settimane fa – potrebbe aver portato le fratture esistenti alla definitiva rottura.
Con le temperature sempre più alte dei giorni scorsi – lo zero termico si trovava domenica ad una quota superiore di 2 mila metri alla cima Marcora – anche gli ultimi rimasugli di permafrost si sarebbero sciolti.
Giovedì il tavolo
La conclusione del vertice in Prefettura è che giovedi prossimo si terrà il tavolo tecnico per fare l’ulteriore punto della situazione ma soprattutto per mettere a sistema la rete di sorveglianza.
In sostanza potrebbe essere esteso a tutta la valle, comprese le pareti incombenti su Acquabona o forse anche quelle di Fiames, il modello di Cancia: con sensori a monte che captano i movimenti del terreno e in particolare di eventuali colate, pluviometri che segnalano quando le precipitazioni raggiungono il limite ai fini della sicurezza, ed i semafori a valle, ovviamente con le relative sirene.
Ma il geologo Doglioni ha avanzato anche la proposta, subito accettata, di utilizzare delle particolari telecamere che direzionate verso le pareti a rischio crollo sono in grado di segnare anche il movimento più impercettibile. E proprio questo sarà lo strumento che verrà immediatamente impiegato a San Vito.
Sempre al tavolo di giovedì a Belluno in Ccs (Centro coordinamento soccorsi), verrà pure approfondita la possibilità di utilizzare la rete installata dall’Anas che fa dell’Alemagna la strada più digitalizzata d’Italia.
Le strutture della Smart Road faciliterebbe anzitutto il posizionamento dei dispay, ma potrebbe anche facilitare l’installazione di telecamere puntate verso i versanti.
c’è la regione
Al tavolo verrà convocata anche Regione in ordine alla situazione del Rudan. Ma non solo: anche per l’apporto che può dare a tutta la rete di rilevazione, ad esempio attraverso il sistema Pimot.
La Protezione civile del Veneto, d’altra parte, è direttamente coinvolta nel sistema della sicurezza ambientale delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi. I giochi, si sa, si svolgeranno in un periodo che potrebbe riservare grandi nevicate. E pure, magari, delle valanghe. Ecco, dunque, che squadre sorveglieranno tutte le strade di accesso a Cortina, come pure le aree dei giochi e dell’ospitalità.
Si sa che a palazzo Chigi c’è massima attenzione affinché il più grande evento mondiale del prossimo anno si svolga lontano da ogni sorpresa. E cioè, senza valanghe (perché le precipitazioni nevose non si possono evitare), ma anche senza possibili frane o colate che, peraltro, con temperature gelide non dovrebbero palesarsi (ma qualche caso c’è stato).
Ecco, dunque, che Palazzo Chigi ha allertato il Dipartimento di Protezione civile e che questo ha fatto altrettanto con la Pc regionale e ogni altra istituzione coinvolta. A partire dall’Anas.
Claudio Andrea Gemme, ad di Anas, infatti, la scorsa settimana, quando è stato a Valle per l’abbattimento del diaframma della galleria, non solo ha voluto fare una ricognizione in elicottero su Cancia, insieme alla vicepresidente della Regione, Elisa De Berti, ma con lei ha presieduto un vertice su ulteriori livelli di sicurezza sull’Alemagna.
Il monitoraggio puntuale, dunque, di tutte le aree a rischio, ma anche l’informazione capillare: di eventuali chiusure, totali o parziali; di chi far entrare sulla statale 51 in caso di emergenza, se solo auto e niente motociclisti, ad esempio; di stop ai carichi pesanti, in particolare quelli provenienti dall’estero. Tutti temi che saranno perfezionati nell’approfondimento di giovedì.
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