Zaia: «Braccialetto elettronico per i borseggiatori, i turisti vanno tutelati»

Luca Zaia torna a parlare di Venezia, in un clima già da campagna elettorale: «Non si tratta di piccoli reati, è un sistema criminale che mina la sicurezza»

Roberta De Rossi
Una pattuglia in servizio anti scippo della polizia di Stato in servizio a Rialto
Una pattuglia in servizio anti scippo della polizia di Stato in servizio a Rialto

Da presidente della Regione con le valigie quasi pronte, Luca Zaia continua a dribblare le domande su un suo futuro da candidato sindaco di Venezia per il centrodestra, ma irrompe sempre più spesso nel dibattito sulle “cose veneziane”, si tratti di statuto per una città autonoma o dei borseggi.

Lo fa con proposte concrete, che andrebbero depurate dall’enfasi dell’ormai avviata campagna elettorale - anche se per la Regione si voterà tra ottobre novembre e per il Comune in primavera - proponendo che ai borseggiatori che imperversano in città, con raid sempre più diffusi ed esasperanti per le vittime, vengano applicati i braccialetti elettronici. Quegli stessi braccialetti che spesso i Tribunali devono attendere giorni, se non settimane, prima di riuscirli ad applicarli a stalker violenti o recidivi.

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«Abbiamo l’obbligo di difendere l’onorabilità di Venezia e di tutte le città del Veneto. I turisti sono sacri: non possono vivere il timore di passeggiare per le nostre strade e calli, come purtroppo accade in alcune zone delle città. La misura è colma», attacca con enfasi il presidente della Regione Veneto, in una lunga nota.

 

E prosegue: «Il borseggio non è micro-criminalità: dietro questi episodi si nasconde spesso un mondo sommerso di criminalità organizzata, i cui confini non sono noti. Non parliamo di piccoli reati, ma di un sistema che mina la sicurezza di cittadini, turisti e commercianti. Per questo non basta più la sola indignazione: serve agire».

A muoverlo è stato il video da 3 milioni di visualizzazioni in cui una turista americana afferra per la coda di cavallo una ragazzina-borseggiatrice che con due complici le ha appena rubato il portafoglio, con i documenti. Ha bloccato la ragazza - per altro 13enne, non perseguibile per legge - mentre la sua complice è scappata alla vista dell’arrivo delle forze dell’ordine, dopo aver mollato una borsettata in faccia alla donna. Solidarizza con la signora: «Un esempio di collaborazione, che racconta di una comunità viva, ma che da sola non basta. È compito delle istituzioni garantire che chi delinque non torni in strada».

La soluzione? Per Zaia, «occorre inasprire ulteriormente le pene, superando una normativa che sebbene sia stata migliorata, in alcune forme è ancora farraginosa e non consente di applicare misure cautelari adeguate. Propongo di introdurre il braccialetto elettronico per i borseggiatori recidivi: uno strumento basato sulla georeferenziazione, capace di segnalare immediatamente, anche con un avviso acustico, se il soggetto tenta di rientrare nelle aree da cui è stato interdetto.

Un deterrente efficace che permetterebbe alle forze dell’ordine di intervenire in tempo reale, allontanando dalle nostre città chi organizza bande dedite a razzie quotidiane». Braccialetto “prezioso”, quanto spesso introvabile: la sola Arma dei carabinieri ne “mappa” oltre ottanta in provincia. Poi c’è la Questura.

C’è da ricordare che - a parte la giovanissima età delle ladre, mandate a rubare dall’organizzazione familiare, troppo piccole per essere arrestate - anche la Riforma Cartabia ha contribuito a rendere più difficile perseguire questi reati, che certamente stanno creando grande tensione: per andare a processo è richiesta la querela della persona derubata. Spesso si tratta di turisti che stanno a Venezia anche solo poche ore e non presentano denuncia. E se lo fanno, potrebbero essere chiamati in aula dai difensori: chi arriva da un altro Paese per un borseggio? È la norma che va cambiata, anche per un eventuale braccialetto elettronico.

Un ringraziamento Zaia lo riserva «ai cittadini che – spesso rischiando in prima persona, collaborando con le forze dell’ordine segnalando la presenza di ladri e rapinatori. A loro un plauso per il senso civico e la difesa orgogliosa della loro città, al fianco delle divise».

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