Terrorismo di matrice jihadista, fermato a Trieste un 25enne di origine pachistana

Il giovane, un lupo solitario, era entrato illegalmente in Italia attraverso la Rotta balcanica: ha catturato l’attenzione per il suo atteggiamento sul web, molto vicino a persone attive nella propaganda jihadista di connotazione terroristica

Maria Elena Pattaro
La conferenza stampa indetta dalla Procura di Trieste per illustrare l'esito dell'operazione 2medina". Foto Bruni
La conferenza stampa indetta dalla Procura di Trieste per illustrare l'esito dell'operazione 2medina". Foto Bruni

Terrorismo jihadista, fermato stamattina a Trieste un “lupo solitario” affiliato allo Stato islamico. Negli ultimi giorni aveva tentato di acquistare armi da fuoco online e stava imparando a fabbricare bombe artigianali.

Il presunto terrorista è un 25enne pakistano, Usama Usama, richiedente asilo, che si professava membro dell'Isis e condivideva sui social video di propaganda jihadista.

Alcuni anche molto cruenti: decapitazioni in diretta, prigionieri bruciati vivi e filmati degli attentati avvenuti a Parigi e Bruxelles. Altri filmati mostravano invece l'addestramento delle milizie o come fabbricare ordigni artigianali.
Il giovane straniero era entrato illegalmente in Italia nel 2023 attraverso la rotta balcanica. Sprovvisto di documenti, all'epoca si era dichiarato minorenne ed era entrato nel circuito dell'accoglienza, ospite di una struttura gestita da Ics. Ora alloggiava insieme ad altri tre connazionali in un appartamento del centro, gestito sempre da Ics. Il consorzio era all'oscuro della sua radicalizzazione.

 

Fermato sospetto terrorista a Trieste: "Ecco come agiva"

 

È lì che all'alba di oggi i carabinieri del Ros hanno fatto irruzione ed eseguito il fermo di indiziato di delitto. Negli ultimi giorni aveva cercato di comprare armi all'estero, sempre attraverso la rete. E si stava informando sulla fabbricazione di esplosivo fai da te.

Sono state proprio queste circostanze a far scattare il fermo: andava bloccato prima che potesse passare dalla propaganda all'azione concreta.

"Non abbiamo evidenze che stesse preparando un attentato - precisa la procuratrice Patrizia Castaldini durante la conferenza stampa convocata in Procura - ma i "lupi solitari" possono colpire inavvertitamente, come dimostrano gli attentati successi in varie città europee".

Così, oggi all'alba i carabinieri del Ros, coadiuvati dai colleghi del comando provinciale triestino e da squadre operative di supporto del 13° reggimento Fvg, lo hanno fermato. Il giovane non ha opposto resistenza. Le accuse a suo carico sono pesantissime: associazione con finalità di terrorismo anche internazionale, addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale e istigazione a delinquere con una doppia aggravante, ovvero l'apologia di terrorismo e l'aver commesso il fatto attraverso strumenti informatici.

L'indagine, denominata "Medina" e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia e antiterrorismo di Trieste, è scaturita dal monitoraggio sul web fatto dal Ros, alla ricerca di soggetti potenzialmente a rischio radicalizzazione.

Agli investigatori erano balzati all'occhio i contenuti che inneggiavano alla "guerra santa", al martirio e al terrorismo di matrice islamica, postati su varie piattaforme, sia jihadiste che mainstream: da Tik Tok alle chat room, usando profili di volta in volta diversi.

Già dalle prime fasi investigative è stato riscontrato che il 25enne pakistano mostrava un profilo ideologico islamista ed effettuava, in rete, una spasmodica ricerca su svariate piattaforme di materiale di chiarissima ispirazione jihadista per poi condividerlo sui suoi canali social. Per veicolare quei contenuti, il pakistano apriva sempre nuovi profili visto che le piattaforme mainstream, per policy, rimuovono i contenuti violenti. A questi primi riscontri sono seguite le intercettazioni e l'attività tecnica da parte degli inquirenti. 

Fervente musulmano, il 25 enne si era radicalizzato in solitaria e attraverso la rete. Non risulta infatti che frequentasse centri islamici o moschee del territorio. Un "lone wolf" (lupo solitario), appunto. Almeno stando a quanto risulta finora.

A contribuire alla sua profilazione in questo senso è stato il particolare comportamento sociale dell'indagato, risultato "un soggetto schivo e disinteressato a inserirsi nel tessuto sociale e all'apprendimento della lingua italiana - spiegano gli inquirenti - nonostante il suo arrivo sul territorio nazionale risalga a due anni fa".

Tuttavia, "è risultato molto attivo sul web, dove interagiva prevalentemente con soggetti localizzati all'estero, che condividono gli stessi ideali oltranzisti caratterizzati da violenza, odio nei confronti dell'Occidente e contenuti di propaganda jihadista di connotazione terroristica".

"Si tratta di un caso isolato - ha sottolineato la Procuratrice, ricordando che le indagini preliminari sono ancora in corso -. Allo stato non ci risultano collegamenti con soggetti italiani né che stesse concretamente preparando un attentato".

L'indagato è attualmente detenuto nel carcere del Coroneo, in attesa dell'udienza di convalida del fermo. Con tutta probabilità comparirà davanti al gip lunedì mattina.

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