Terzo diniego al suicidio assistito, Martina Oppelli: “Valuto la Svizzera”
La 49enne triestina affetta da sclerosi multipla continua la sua battaglia per accedere al Fine vita. La legale: “È disumano”

Martina Oppelli, la triestina di 49 anni affetta da vent’anni da sclerosi multipla, tetraplegica, ha presentato una nuova opposizione al diniego dell'azienda sanitaria locale per accedere al suicidio assistito. Lo scorso 4 giugno - rende noto l'associazione Luca Coscioni - Martina ha ricevuto il terzo diniego dell'Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina sulla procedura di verifica delle condizioni per accedere al suicidio medicalmente assistito perché non avrebbe alcun trattamento di sostegno vitale in corso.
"L'azienda sanitaria infligge a Martina un trattamento disumano, una forma di tortura", dice Filomena Gallo dell'Associazione Coscioni.
L’ultimo viaggio
"Basta soffrire, valuto di andare in Svizzera", le parole di Martina. "Ammetto di non aver considerato di essere obbligata a subire l'ennesima insostenibile estate. Eppure, ho tutti i requisiti previsti dalla norma e dalle sentenze a ora presenti in Italia per poter usufruire di questo diritto. Un diritto al quale avrei preferito non dovermi mai appellare io, quella della resistenza a oltranza con un po' di esuberanza. Io che, come altre creature con diagnosi nefaste, adoro la vita fino a succhiarne anche l'ultima goccia di linfa vitale".
"Ciò che mi rimane – continua Oppelli - è solo una grande stanchezza e lo sconforto per aver creduto nel senso civico di uno Stato laico che dovrebbe concedere al cittadino consapevole, autodeterminato, allo stremo delle proprie forze, di porre fine a una sofferenza per la quale nessuno è in grado di proporre soluzioni plausibili che io non abbia già sperimentato. Probabilmente saranno altri a poterne usufruire, a poterne gioire. E io, chissà - conclude Martina - dovrò intraprendere un ultimo faticosissimo viaggio verso un paese non troppo lontano che ha già recepito la supplica di compassione di chi è stato condannato a soffrire a oltranza".
Le condizioni di Martina
L'associazione Luca Coscioni sottolinea che le condizioni cliniche di Martina sono "in costante peggioramento e che, nonostante la sua completa dipendenza da una assistenza continuativa e da presidi medici (farmaci e macchina della tosse), la commissione medica ha nuovamente escluso la sussistenza del trattamento di sostegno vitale, necessario per poter accedere legalmente alla morte volontaria assistita in Italia, sulla base della sentenza 242/2019 della Corte costituzionale".
Per questo, lo scorso 19 giugno Martina Oppelli, assistita dal team legale coordinato da Filomena Gallo, avvocata e Segretaria della Coscioni e coordinatrice del collegio legale di Martina Oppelli, ha presentato un'opposizione al diniego, accompagnata da una diffida e messa in mora nei confronti della azienda sanitaria.
Alla diffida, che invitava Asugi a riesaminare la posizione di Martina Oppelli alla luce delle indicazioni fornite dalla Corte costituzionale, l'azienda sanitaria ha risposto che sarà "avviata immediatamente una nuova procedura di valutazione" di Martina Oppelli da parte della commissione medica.
Oppelli "vive una condizione di totale dipendenza da caregiver per lo svolgimento di ogni singola attività quotidiana, comprese le funzioni biologiche primarie, utilizza quotidianamente la macchina della tosse per evitare il soffocamento ed è sottoposta a una terapia farmacologica con innegabile funzione salvavita", sottolinea l'avvocata Filomena Gallo.
Intanto, la Coscioni ha avviato una raccolta firme per la legge di iniziativa popolare sul fine vita, per raccogliere 50mila firme entro il 15 luglio per poi approdare con la legge in Senato il 17 luglio, quando inizierà la discussione del testo proposto dalla maggioranza di governo.
"La proposta di legge punta a legalizzare tutte le scelte di fine vita, inclusa l'eutanasia, con il pieno coinvolgimento del Servizio sanitario nazionale, dando tempi certi ai malati".
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