E’ morto il giornalista Enrico Tantucci, una delle firme più colte del Nordest
Aveva 70 anni. La sua carriera giornalistica si è sviluppata nei giornali veneti del Gruppo Repubblica-Espresso e oggi Nem, nella Nuova Venezia sin dalla sua fondazione e in collaborazioni con il Giornale dell’Arte. Ha raccontato il mondo della cultura e dell’arte in tutte le sue sfaccettature: dalla bellezza e significato delle opere alla politica alla guida delle istituzioni

Siamo in lutto. Sì è fermata una delle “penne” più colte e brillanti del giornalismo del Nordest: nella mattina di oggi, sabato 18 ottobre, si è spento Enrico Tantucci. Aveva 70 anni. Lucido sino alle sue ultime ore, nonostante una lunga malattia.
Un giornalista dalla scrittura pulita, ricca di informazioni, mai superficiale e mai noiosa. Per molti di noi, collega della “scrivania” accanto.
Una vita dedicata alla cultura in tutte le sue declinazioni in una carriera giornalistica che si è sviluppata nei giornali veneti del Gruppo Repubblica-Espresso e oggi Nem, a La Nuova Venezia sin dalla sua fondazione e in collaborazioni con il Giornale dell’Arte.
Romano di nascita, figlio del latinista Vittorio Tantucci e della scrittrice Eugenia Bruzzi, lui stesso massimo cultore della lingua italiana,
Enrico Tantucci ha raccontato il mondo della cultura e dell’arte in tutte le sue sfaccettature: dalla bellezza e significato delle opere alla politica alla guida delle istituzioni.
Mostre del cinema, Biennali d’arte e architettura, Fenice, Musei civici non avevano segreti per lui e i suoi articoli erano sempre ricchi di notizie, spiegazioni artistiche, curiosità. La sua penna ha spaziato dalla cultura al racconto quotidiano di Venezia.
In redazione era un collega generoso e capace di calembour, giochi di parole fulminanti che scatenavano improvvise, incontenibili risate.
La redazione tutta abbraccia la moglie, la pittrice Ileana Ruggeri, il figlio Vittorio, docente universitario di Linguistica cinese e la nipotina che Enrico adorava.
I funerali mercoledì 22 ottobre nella chiesa dei Santi Apostoli di Venezia alle ore 11.
Il cordoglio
Il ricordo del figlio Vittorio: «Papà ha sofferto molto negli ultimi mesi: nessuno dovrebbe soffrire così. In questo periodo, la cosa più importante per lui siamo stati noi: non si è mai fatto vedere triste, non ha mai pianto, mai dimostrato sconforto, ma ha sempre cercato di sorridere, essere scherzoso, persino di sdrammatizzare», il ricordo di Vittorio Tantucci, «Da figlio, tra le tantissime lezioni che ho avuto in dono da lui, la più grande è stata questa: darsi agli altri anche quando il tuo corpo ti fa soffrire così tanto. Anche se non è giusto soffrire così, non dovrebbe accadere a nessuno. È stato un esempio come ha vissuto e come se ne è andato».
La Biennale di Venezia: «Per oltre 40 anni si è occupato di Biennale Arte, Biennale Architettura e della Mostra del Cinema. «Il Presidente, il Direttore generale, la Responsabile dell’Archivio Storico e la Biennale di Venezia tutta, ricordano con affetto e profonda stima il giornalista Enrico Tantucci, storica firma della Nuova Venezia e del Giornale dell’arte, scomparso oggi (18 ottobre) a 70 anni. Enrico Tantucci, giornalista culturale stimato e apprezzato nell’ambiente artistico, ha scritto per oltre quarant’anni dell’istituzione La Biennale di Venezia nel suo complesso. Si è occupato con assiduità e passione di numerose edizioni dell’Esposizione Internazionale d’Arte, della Mostra Internazionale di Architettura, di molte altre iniziative dell’Istituzione, nonché della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica».
Le parole del sindaco di Venezia Brugnaro: «Con tristezza ho appreso la notizia della scomparsa del giornalista Enrico Tantucci. A nome mio personale e dell’intera Amministrazione comunale, desidero esprimere le più sentite condoglianze alla moglie, al figlio, ai familiari ed amici nonché ai colleghi della redazione, uniti nel ricordo di un uomo di grande cultura».
Renata Codello, segretaria generale della Fondazione Giorgio Cini: «Sono addolorata per la morte di Enrico, un giornalista con un’autentica passione per la cultura. Questa passione lo portava non solo a essere un attentissimo esploratore delle iniziative culturali, ma anche a essere rigoroso e severo. Questo suo modo di leggere la realtà era per cercare i suoi significati più reconditi, dando un contributo concreto per comprenderla. Una figura molto densa, colta, importante per questi decenni di produzione culturale della nostra città. Enrico ci mancherà».
Il ricordo della Fenice: «La Fondazione Teatro La Fenice esprime il suo profondo dolore per la scomparsa di Enrico Tantucci, firma intelligente e sensibile del giornalismo veneziano. Da sempre legato al Teatro cittadino, colto conoscitore dell'arte e della musica in ogni sua espressione, mancheranno moltissimo le sue parole e la sua visione nel raccontare la vita musicale e artistica di Venezia. Con lui si perde un prezioso appoggio e una sicura figura di riferimento nel dibattito culturale, non solo locale. Mancherà a tutta la Fondazione, dai vertici ai lavori tutti»
Cristiano Chiarot, già sovrintendente della Fenice: «Esprimo cordoglio, Enrico era uno spirito libero e cronista attento della quotidianità veneziana, raccontata con passione e competenza. era un uomo di profonda cultura, Venezia perde un osservatore lucido non era nato qui ma era veneziano a tutti gli effetti impegnato com’era nella salvaguardia della sua realtà artistica ed etica, ho avuto modo di averlo anche come controparte sempre leale e rispettoso».
Emanuela Bassetti, presidente Marsilio Arte: «Come Marsilio siamo molto addolorati per la perdita di Enrico Tantucci, intelligenza giornalistica acuta e fuori dal coro, che ha sempre lavorato con il massimo impegno e una straordinaria dedizione. Un abbraccio alla sua famiglia e alla redazione de La Nuova».
Giulio Manieri Elia, direttore Gallerie dell' Accademia di Venezia: «Enrico Tantucci era un giornalista attento, curioso e rigoroso, che ha sempre raccontato con serietà la vita culturale della città e delle Gallerie dell'Accademia. Ci uniamo al dolore della famiglia, della moglie e del figlio».
La Presidente dell’Ateneo Veneto Antonella Magaraggia: «Con Enrico Tantucci se ne va un giornalista di grande cultura e di grande professionalità. Proprio per queste sue innegabili doti era stato eletto socio dell'Ateneo Veneto come uomo sempre capace di una acuta analisi del panorama culturale e di quello veneziano in particolare».
Il rettore Iuav Benno Albrecht: «Mi dispiace tantissimo. Un bravissimo professionista e una grande persona . Faccia le mie condoglianze alla famiglia».
Queste le parole della direttrice della collezione Guggenheim Karole P. B. Vail: «Abbiamo appreso con grande tristezza la scomparsa di Enrico Tantucci, firma storica che per anni ha scritto con passione ed enorme professionalità delle tante mostre organizzate alla Collezione Peggy Guggenheim. Con cura e preparazione ha raccontato al pubblico la ricerca che si celava dietro ai nostri percorsi espositivi, dedicati sia ad artisti internazionali che ai grandi protagonisti della scena artistica italiana del secondo dopoguerra».
Le dichiarazioni della Presidente dei Musei Civici di Venezia Mariacristina Gribaudi: «I Musei Civici di Venezia si stringono al cordoglio della famiglia Tantucci e della redazione de La Nuova Venezia. Enrico era un giornalista appassionato e molto attento alle dinamiche del mondo culturale e sociale veneziano. Oggi Venezia perde un suo interprete, spesso pungente, ma anche penna che sapeva essere di grande stimolo per il dibattito in città e per tutti noi che, attraverso i suoi articoli, abbiamo potuto cogliere retroscena e interpretare ció che di meglio si poteva fare per lo sviluppo del nostro tessuto culturale e sociale. Grazie Enrico, ci mancheranno le chiacchierate con te e tutte le sorprese che ci riservavi».
Toigo, Uil Veneto: «Ci uniamo a quanti, in queste ore, proferiscono cordoglio per la scomparsa del giornalista Enrico Tantucci. Un grande e stimato professionista, che ha condiviso con tutti noi l’amore per la cultura e per l’arte. Una persona perbene ed elegante, nei gesti e nelle parole. La sua scomparsa e’ una perdita grandissima. Oggi e’ un giorno molto triste».
La Rettrice di Ca' Foscari, Tiziana Lippiello: «Ho appreso con grande dispiacere della scomparsa di Enrico Tantucci che ho conosciuto prima come lettrice dei suoi articoli e poi in questi ultimi anni come Rettrice di Ca' Foscari. Nel suo scrivere di cultura e di universita' ha sempre dimostrato una profonda competenza e conoscenza del settore e un interesse autentico per il futuro della cultura a Venezia, consapevole del valore e dell'impatto che il sapere e i beni culturali hanno nella societa'. Lo ricordo per la sua precisione, la sua moderatezza, l'attenta verifica delle informazioni. Con la sua morte perdiamo una delle firme piu' autorevoli della nostra epoca. Alla sua famiglia e alle colleghe e colleghi de "La Nuova Venezia" va il mio piu' sentito cordoglio e di tutto l'Ateneo».
Andrea Buoso, presidente dell'Ordine dei Giornalisti del Veneto: «Enrico Tantucci ha saputo dare notizie, recensioni, spunti di riflessione sempre acuti e vivaci, che hanno animato la cultura veneta negli ultimi 30 anni. Lascia in eredità il suo atteggiamento curioso verso quanto di nuovo e stimolante poteva offrire il panorama a volte stantio del nostro territorio. Per questo il giornalismo veneto e non solo lo ringraziano. L'Ordine dei giornalisti del Veneto è vicino alla famiglia e ai colleghi, che ne piangono la scomparsa».
La lettera di Gianfranco Bettin: «È mancato Enrico Tantucci, giornalista della Nuova Venezia, collaboratore di prestigiose riviste culturali. Aveva settant’anni. Era un giornalista valoroso e colto, in cui si univano perfettamente passione civile e professionalità rigorosa. Impeccabile nel seguire i fatti quotidiani, la cronaca, sapeva guardare oltre, la storia in atto.
Nel 2011 aveva ricevuto, nell’ambito della giornata europea del patrimonio, il Premio dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti per un articolo intitolato “Venezia merita di essere Venezia?” pubblicato sul Giornale dell’Arte. Nella preziosa collana Occhi aperti su Venezia edita da Corte del Fontego aveva pubblicato un piccolo saggio sulle notti veneziane, che era anche una riflessione sul destino della città, “A che ora chiude Venezia?”.
Romano di nascita, Venezia la conosceva e amava e ne ha scritto centinaia di volte, mai banalmente. Mancherà la sua persona affabile e sobria, e mancherà il suo racconto della città, dove lo ricorderemo con gratitudine».
Andrea Martella, senatore e segretario del Partito Democratico Veneto: « È con grande commozione che ho appreso della scomparsa di Enrico Tantucci. Venezia, la cultura e il giornalismo italiano perdono una voce autorevole, colta e indipendente, un punto di riferimento per serietà professionale e passione civile. Alla sua famiglia e alla redazione de La Nuova di Venezia e Mestre rivolgo le mie più sentite condoglianze».
Tra i ricordi, anche quello di Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto: «Enrico, lo ricordo come un bravo professionista, oltre che un uomo garbato e sensibile. Ha seguito con favore i primi anni della crescita del Teatro Stabile del Veneto. Ho avuto modo di essere intervistato da Enrico: ha sempre riportato fedelmente il mio pensiero, proponendo domande pertinenti fatte per conoscere e non per manipolare. Ai familiari le condoglianze mie e quelle di tutta la comunità del Teatro Stabile del Veneto».
Daniele Giordano, segretario della Cgil veneziana: «Ciao Enrico, mancherai tanto. A noi, come a tanti lavoratori, soprattutto a chi si occupa di cultura, che ti ha sempre trovato pronto ad ascoltare, a raccontare, a dare voce a chi spesso viene dimenticato. Ti ho conosciuto quando hai raccontato la lotta dei dipendenti comunali: lo hai fatto con il tuo stile, quello del giornalismo autentico, che non cerca consenso ma verità, che chiede chiarezza a tutti. Grazie».
Anche il Sindacato giornalisti Veneto si unisce al cordoglio: «Giornalismo veneto in lutto. È morto Enrico Tantucci, firma storica de la Nuova Venezia, dove da iniziato la carriera giornalistica, e dei giornali veneti del Gruppo Repubblica-Espresso e oggi Nem, punto di riferimento per le pagine di cultura. “Una delle penne più colte e brillanti del Nordest”: così lo ricorda la Nuova sul sito. Ha raccontato il mondo della cultura e dell’arte in tutte le sue sfaccettature: dalla bellezza e significato delle opere alla politica alla guida delle istituzioni. Aveva 70 anni: si è spento questa mattina, sabato 18 ottobre, dopo una lunga malattia. Ai familiari e alle colleghe e ai colleghi le sincere condoglianze».
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