Laguna veneziana, cormorani in grande aumento: minacciano l’attività di pesca
La loro voracità mette a rischio le attività di pesca tradizionali e l’acquacoltura, causando danni economici crescenti: in laguna si contano ormai oltre 6 mila esemplari

Non è assolutamente raro vedere, in laguna, in particolare sul Lusenzo, dei grossi volatili neri appoggiati sopra le bricole con le ali spalancate intenti ad asciugare il proprio piumaggio. Sono i cormorani (Phalacrocorax Carbo), uccelli acquatici completamente neri che possono avere delle aperture alari ben superiori al metro di lunghezza.
Da alcuni anni è una delle tante nuove specie di volatili che ben si sono adattate all'habitat lagunare, evidentemente ricco di pesci che entrano nella dieta di questi volatili e di altre specie animali, come dimostra in questi giorni lo stazionamento di un delfino poco oltre le Saline, di fronte alla bocca di porto di Chioggia.
Un tempo il mare e la laguna erano il regno incontrastato di "magoghe", ovvero i gabbiani reali e di "crocai" ("cocai" in dialetto veneziano), che si fiondavano sui pescherecci che rientravano dalle battute di pesca per raccogliere il pesce che veniva scartato e gettato dai pescatori fuoribordo.
Rispetto ai gabbiani, però, i cormorani sono degli esperti nuotatori subacquei per cibarsi di pesce fresco che trovano lungo i fondali, anche nei canali cittadini. Il problema però è che il cormorano è un uccello pescatore vorace, capace di divorare ogni giorno dai 300 ai 500 grammi di pesce al giorno ed il proliferare di questi volatili in laguna comincia a diventare un problema proprio per i pescatori.
Nella laguna di Venezia, lo scorso anno, stati censiti ben 6348 esemplari, in crescita esponenziale. Nelle province di Rovigo e Venezia, si è passati dai 99.500 euro di richiesta danni ai 120 mila euro del 2023. Il fatto è che non si può fare molto contro i cormorani, che amano predare i pesci che si muovono tra le alghe lagunari.
«Da anni - dicono i pescatori di laguna - combattiamo contro i cormorani ed è una battaglia persa, perché sono abilissimi pescatori che si cibano di quel pesce che noi cerchiamo di catturare. Danni ne hanno fatti molti, soprattutto dimezzando alcune specie che un tempo si pescavano facilmente. Per esempio, in laguna ormai non si pescano più le passere di mare, quelli che noi chiamiamo "passarini"».
I più danneggiati sono probabilmente i pescatori che si dedicano all'acquacoltura, nelle valli da pesca, dove si allevano delle specie pregiate. Già perché al cormorano piace "mangiare bene" e quando riesce ad intrufolarsi nelle vasche di allevamenti compie delle vere e proprie stragi di orate e branzini. «La proliferazione dei cormorani - spiega Marco Spinadin della Cooperativa San Marco - è un problema proprio per chi si dedica all'acquacoltura. Se questi uccelli ti entrano nelle vasche ti saccheggiano tutto, con grandi danni per l'impresa. In molti hanno stanno cercando di difendersi chiudendo le vasche con delle reti, per fare in modo che il cormorano non riesca ad entrare. Ma non sempre ci si riesce». —
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