Morgan agli eredi Battiato: «La casa di Franco sia un museo, è un atto di civiltà»

Non senza vis polemica, l’artista si appella alla famiglia del cantautore catanese affinché Villa Grazia a Milo sia aperta al pubblico

Nicola Cesaro

Casa Battiato deve diventare un museo, un polo culturale, un progetto di inclusione. Lo ha ribadito, non senza vis polemica, Morgan dal palco dell’Etna Arts Fest di Milo, il festival del Centro studi di gravità permanente organizzato a quattro anni dalla scomparsa di Franco Battiato. Lì, nel paese che il Maestro aveva scelto di abitare e dove il 18 maggio 2021 ha lasciato la vita terrena.

A caldeggiare la proposta di Morgan anche Red Ronnie e Susy Blady, protagonisti del talk show dedicato al cantautore catanese. «Quello che chiediamo è anzitutto un gesto di civiltà», l’appello dei tre, in una mission che molti a Milo portano avanti ormai da anni.

Villa Grazia – il nome, non scelto dall’artista, ricorda peraltro quello dell’amata madre - è stata la casa di Battiato sin dal1989 e ha ispirato molti componimenti dell’artista, brani in cui gli angoli e i dettagli di questa dimora sono citati direttamente. I «vetri cattedrale del gazebo» di “Giubbe rosse”, ad esempio. «Costruire un luogo d’arte e viverci dentro significa che lì dentro c’è un’anima, che non può essere cancellata. Il pubblico lo vuole, milioni di persone si riconoscono in Battiato: è un dovere far diventare questo luogo frequentabile. La gente vuole sentire anche semplicemente il profumo che c’è in casa sua, magari poter mettere le mani sul suo pianoforte, ascoltare la musica dove l’ascoltava lui, sedersi su un divano e ascoltare Beethoven come facevamo io e lui», il pensiero di Morgan.

 

Morgan, appello e polemica agli eredi di Battiato: «La casa di Franco diventi un museo»

«Pensate quanto turismo ci sarebbe se la casa di Battiato fosse aperta: monitor con Battiato che parla, la possibilità di leggere i suoi libri…», ha aggiunto Red Ronnie. «Dovrebbe essere più di una casa museo, deve diventare una casa viva, aperta ai bambini: la casa deve rimanere viva, essere inclusiva, riportare l’attività al suo interno», il rilancio di Morgan.

Non sono mancate le accuse, più o meno dirette, a chi sta gestendo oggi Villa Grazia: «Già a Milano la casa di Battiato è stata devastata. E qui non c’entrano i politici: sono i parenti», l’affondo del cantautore, che in più occasioni ha frequentato quella casa. Il riferimento, neppure troppo indiretto, è al tentativo di vendita del complesso messo in atto nel 2019, quando Battiato era ancora in vita. All’epoca girò nel web un video realizzato dall’immobiliare Remax Platinum, che però venne prontamente ritirato: il fratello di Franco, Michele, parlò di un equivoco.

A Milo, in realtà, molti assicurano che quella marcia indietro avvenne proprio per la mobilitazione locale (nacque anche un comitato). Su quell’onda è arrivato anche il vincolo della Soprintendenza ai Beni Culturali di Catania, come bene di interesse storico.

«Oltretutto, parlando anche dal punto di vista del profitto, non sarebbe di certo un’operazione in perdita: a non farlo si è solo ciechi», l’altra considerazione di Morgan, condivisa dai presenti. Già oggi sono molti i fans e gli appassionati che raggiungono questi luoghi per omaggiare Battiato: la statua dedicata a Battiato e Lucio Dalla (pure lui proprietario di un immobile a Milo) nella piazza Belvedere Giovanna d’Aragona di Milo o il murale gigante nel quartiere Scariceddu di Riposto (dove l’artista è nato) sono già mete fisse di questo turismo musicale.

Valorizzare il “genius loci” di Franco Battiato è d’altra parte un impegno che la comunità locale si è presa ormai da tempo. Il festival del Centro studi di gravità permanente, a quattro anni dalla scomparsa di Battiato, sostenuto dai Comuni di Milo e Riposto (dove Battiato è nato), partecipi alle iniziative direttamente con i rispettivi sindaci. Qualche mese fa, tra l’altro, è nata l’associazione “Le Città di Battiato” che vede la partecipazione dei Comuni di Gangi (Palermo), Milo (Catania), Montalbano Elicona (Messina) e Riposto (Catania), luoghi intrisi di storia, arte e cultura, che hanno contribuito a plasmare il percorso artistico di Battiato. «E’ nostro dovere difendere le radici di Battiato e quella terra che lui aveva sempre voluto vivere, un patrimonio che evidentemente qualcuno vuole disperdere», l’altro affondo del Centro studi di gravità permanente fatto dal palco di Riposto, in occasione del concerto di chiusura del festival etneo.

 

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