Zona industriale in stallo e Fonzaso taglia l’affitto

FONZASO. La buona notizia è l'aver scongiurato la chiusura di un'altra attività economica in zona industriale, rispondendo all'appello del titolare di ridurre il canone di locazione. Quella cattiva si legge tra le righe delle motivazioni che hanno portato il Consorzio della vallata del Cismon a tendere una mano, ravvisando «l'opportunità di venire incontro alle difficoltà lamentate dal gestore per evitare la chiusura definitiva, con il rischio di non avere più la riscossione del canone che provocherebbe un danno maggiore rispetto a una sua riduzione». Il motivo lo spiega il sindaco Gianluigi Furlin: «Con la crisi il negozio ha avuto un calo e per aiutarlo abbiamo deciso di accettare la richiesta». Complessivamente poi, la staticità della situazione economica inchioda l'area artigianale della piana allo stallo: «È tutto fermo», commenta lapidario il primo cittadino di Fonzaso e presidente del Consorzio di cui fanno parte anche i Comuni di Lamon e Sovramonte. I tre sindaci si sono riuniti pochi giorni fa per l'approvazione del conto consuntivo 2012 e del bilancio di previsione 2013, e per una verifica delle qualità e quantità delle aree e dei fabbricati. In relazione al Piano degli insediamenti produttivi del Comune di Fonzaso, la superficie che può essere ceduta è di 134.379 metri quadrati, mentre i terreni di proprietà del Consorzio sono di circa 77.500 metri quadrati. «Non ci sono avvicinamenti di nuove attività, mentre qualche azienda ha chiuso anche nell'ultimo anno», dice il sindaco Gianluigi Furlin. «Non potendo più vendere, non ci sono entrate e l'avanzo di amministrazione del Consorzio – 113 mila 581 euro – lo teniamo in cassa per eventuali necessità». I lotti disponibili restano invenduti senza che all'orizzonte si vedano nuovi insediamenti e l'edilizia è schiacciata dalla congiuntura economica: «Non si vede una gru e se ce n'è una, è lì immobile da tre anni». E tutto rimane fermo anche nella partita della Forgialluminio3: la concessione per realizzare un impianto di pressofusione è in stand-by ormai da anni e continuerà ad aspettare tempi migliori, visto che da una parte per la ditta è impensabile al momento fare un investimento così consistente e dall'altra è impossibile per il Comune riacquistare il terreno. Le difficoltà poi si estendono alle manutenzioni: «Ci sono strade a pezzi, ma anche quando ci sono i soldi (come per via Calderal) non si possono spendere per il Patto di stabilità», allarga le braccia Furlin, che con soli tre operai a disposizione pensa a un accordo con i Comuni vicini per fare qualche intervento: «Vediamo se si può costruire qualcosa, dobbiamo unire le forze altrimenti non si va avanti».
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