Vola per trecento metrimuore un boy scout
Jacopo Ceneda aveva solo 16 anni
Stava attraversando una slavina
Stava attraversando una slavina

I soccorsi ai boy scout bloccati dalla slavina
OSPITALE. Il piede su un tratto ghiacciato di slavina e un volo di 300 metri nel canalone sotto gli occhi dei compagni del Clan Chilkoot degli scout di Fontane. Jacopo Ceneda, 16 anni di Villorba è morto così, ieri mattina sul sentiero che taglia la Val Bona. Gli scout si spostavano verso casera Girolda, quota 1307 per il rientro a valle. Un tratto impervio, reso micidiale dal termometro sotto zero: l’attrezzatura inadeguata ha fatto il resto. Il secondo incidente mortale in 24 ore.
Qualche giorno di attività in montagna, per gli scout, in mezzo alla neve. E che neve attorno alle due casere dove d’inverno vanno raramente anche gli alpini che le gestiscono. Il gruppo di 16 scout minorenni, guidato dai due capiscout, Davide Matiuzzo di 38 anni e Federico Fiori, era arrivato il 2 gennaio a Ospitale: avevano chiamato in Comune per sapere se si poteva salire, il sindaco aveva storto il naso per via della impraticabilità dei luoghi, i -12 e oltre di temperatura, ma loro erano saliti ugualmente. In 8 avevano occupato casera Girolda, altrettanti casera Pra de Bosch: hanno tolto fino a 1,70 metri di neve da uno dei tetti. Gli scout dovevano ripartire ieri e infatti si erano riuniti per tornare a valle insieme, lungo il sentiero già fatto all’andata.
La tragedia intorno alle 10: il gruppo, zaino in spalla, attraversa il tratto impervio del sentiero. Passavano uno alla volta su quella mulattiera spesso spezzata dalle slavine, come quella che si sono trovati davanti ieri. Un tratto completamente ghiacciato da affrontare. Pare che i due accompagnatori abbiano cercato di «costruire» un sentiero che superasse il pezzo ghiacciato: Matiuzzo avrebbe realizzato scalini con un’accetta, futuri passi per i ragazzi, non attrezzati. Una parte di scout, 4 o 5, è riuscita a riprendere la traccia del sentiero oltre il crepaccio gelato, non così per Jacopo, volato nel canalone sottostante pare in un momento in cui oltretutto era fermo.
Il capo scout Davide Matiuzzo ha provato a scendere qualche metro nel tentativo di ritrovare il ragazzo ma si è a sua volta inguaiato: i soccorritori l’hanno ritrovato attaccato all’albero che gli ha impedito di finire giù. E’ stato recuperato col verricello dal Cnsas e l’elicottero del Suem. Per Jacopo, più nulla da fare: individuato il corpo, il medico ha constatato la morte del giovane, per i gravi traumi riportati. La salma è stata quindi verricellata e trasferita nel campo base allestito al campo sportivo di Davestra, poi in cella mortuaria. Sul posto le squadre del soccorso alpino di Longarone e di Pieve di Cadore col responsabile del Cnsas Fabio Bristot, i carabinieri di Longarone con il maresciallo capo Di Tullio. Recuperato il corpo del 16enne c’erano poi da riportare a valle gli altri scout rimasti bloccati: dopo l’incidente non s’era mosso più nessuno.
«Si erano incrodati sul passaggio pericoloso, ghiacciato, e le calzature indossate non erano adeguate per quelle condizioni, erano attrezzati per una passeggiata» spiega il capo del Cnsas di Longarone Edy Del Vesco, uno dei soccorritori che ha montato ramponi chiodati sugli scarponi. «Abbiamo dovuto attrezzare il percorso con corde fisse e li abbiamo imbragati uno per uno per farli attraversare: li abbiamo così trasferiti al di là del passaggio e portati a Pra di Bosco: erano abbastanza in forze e hanno scelto di scendere fino a Festin, località dove ci sono venuti a prendere con le jeep».
Un rientro tranquillo per loro: i soccorritori (che hanno concluso il recupero alle 16.30) hanno nascosto la morte di Jacopo e spiegato che il medico stava valutando la sue condizioni. Jacopo invece è morto sul colpo. La tragica verità, i compagni l’hanno saputa una volta arrivati alla scuola di Ospitale. Ora del caso occupa il pm Leghissa.
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