Visite guidate e concerti, porte aperte alla Gabelli con associazione e Fai

Le iniziative sabato pomeriggio, in giardino suona la Filarmonica di Belluno. L’idea di recuperare i sotterranei e affidare un affresco a Vico Calabrò

Luca Maciga
Alcuni esponenti dell’associazione Cittadini per il recupero delle Gabelli davanti alla scultura che ritrae Giuseppina Pizzigoni
Alcuni esponenti dell’associazione Cittadini per il recupero delle Gabelli davanti alla scultura che ritrae Giuseppina Pizzigoni

La scuola Aristide Gabelli si apre alla cittadinanza. L’associazione Cittadini per il Recupero della Gabelli promuove, infatti, una serie di attività per far conoscere quello che è stata, che è e che sarà la storica scuola cittadina, valorizzandone le peculiarità. La scuola ospita circa 250 bambini tra infanzia e primaria.

GLI EVENTI DI SABATO

Sabato, a partire dalle 15, ci saranno tre postazioni all’interno del giardino dove i vari componenti dell’associazione accoglieranno le persone. Ogni mezz’ora ci saranno delle visite: due gli itinerari con orari diversi, la guida naturalistica ed ambientale Anacleto Boranga accompagnerà le persone tra le piante del giardino. Inoltre il Fai Giovani ha organizzato le visite di alcuni locali della scuola, fra i quali la piscina, con sopralluoghi della durata di mezz’ora. Alle 18,30 ci sarà il concerto della Filarmonica di Belluno. Per Sara Serbati dell’Associazione Cittadini per il Recupero della Gabelli «questo è un inizio. Il prossimo anno scolastico ci piacerebbe avviare una collaborazione con alunni e docenti della scuola affinché siano i bambini a presentare grazie a un percorso di esplorazione dei tesori di educazione scientifica».

IL METODO PIZZIGONI

La scuola inaugurata negli anni ’30, è stata il fiore all’occhiello nell’educazione scolastica nazionale, attraverso il metodo attivo sperimentale applicato dalla direttrice didattica Pierina Boranga (1891-1983), educatrice e scrittrice seguace del metodo perfezionato da Giuseppina Pizzigoni (1870-1947) alla scuola Rinnovata di Milano. Metodo che la vicaria dell’Istituto comprensivo 3, Anna Buttignon ricorda: «Abbiamo sempre valorizzato il giardino e, negli ultimi anni prima del crollo, avevamo ripreso a coltivare l’orto. Quest’anno siamo rientrati in maniera un po’ frettolosa, quindi è un po’ tutto da ricostruire: c’era la vite e facevamo il vino, raccoglievamo le mele e i cachi. Negli anni queste cose sono state perse e i docenti sono cambiati. Bisogna riappropriarsi di quello che è la Gabelli in tutti i suoi aspetti, ma considerando che tutto è cambiato nella scuola. Vanno ripresi alcuni aspetti».

Per Marco Rossato fondatore dell’Associazione «questa scuola è stata ristrutturata con un’idea diversa da quella originale. È una bella scuola e resta uno strumento didattico. Nel momento in cui l’edificio è stato recuperato, comincia la vita della scuola».

I PROGETTI

Tra le idee dell’Associazione c’è quella di recuperare i sotterranei della scuola dando spazio all’associazionismo e creando anche una sorta di museo. Altro intervento futuro sarà la realizzazione di un affresco su una delle pareti dell’aula magna. In quella parete in passato c’era un mosaico. C’è già stato un sopralluogo con l’artista Vico Calabrò disponibile ad eseguire l’opera. Il 27 giugno sarà presente a scuola il gruppo di ricerca Lab Brief. Ci saranno docenti, ricercatrici dell’università di Padova, Verona, Torino e Trieste. Sarà l’occasione per discutere come la scuola può essere il luogo per costruire l’educazione. Infine in autunno interverrà il consulente dell’antimafia Filippo Torrigiani. 

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