Violenza sulle donne: piaga in espansione senza isole felici

“Belluno-Donna” sbarca a Cortina a 10 anni dalla nascita con la simbologia della tragedia e uno spettacolo dedicato

CORTINA. Una donna su cinque subisce violenza da uomini di conoscenza, parenti o di fiducia.

Sono dati relativi alla violenza subita dalle donne nei paesi industrializzati, ma validi anche nella provincia di Belluno.

Una ricerca condotta nel 2001 negli ambulatori dei medici di base di Ponte, ha fornito i primi dati sulle violenze psicologiche, fisiche e sessuali subite dalle donne della provincia, confermandoli in linea con quelli internazionali. Da quell'indagine si sono gettate le basi per la nascita del Centro Antiviolenza Belluno - Donna, fondato due anni dopo, nel 2003, e che quest'anno compie 10 anni di attività. La presidente Anna Cubattoli era venerdì sera a Cortina per presentare l'attività dell'associazione. Un incontro voluto da Iside Del Fabbro, in collaborazione con "Teatrando", un gruppo di donne che due anni fa si sono riunite per frequentare un corso di teatro e che continuano a lavorare insieme. Del gruppo fa parte anche l'assessore ampezzana alla Cultura, Giovanna Martinolli, che ha introdotto la serata.

«Siamo in pochi», ha osservato davanti ad una scarsa partecipazione, «forse penalizzati dal maltempo o forse perché l'argomento è sommerso, ed è difficile esporsi e affrontarlo in prima persona». La serata è stata molto toccante, animata dalle donne del gruppo "Teatrando", truccate, vestite di nero, il colore della morte, e con un fiocco, una sciarpa o delle scarpe rosse indosso, simbolo del sangue e della lotta contro il femminicidio. Le attrici hanno letto e recitato brani relativi a episodi di donne che hanno subito violenze da parte di mariti, amanti, genitori o anche sconosciuti, con un linguaggio drammaturgico che giocava sul contrasto tra il dramma del vissuto e toni ironici e grotteschi. Tra una lettura e l'altra, Anna Cubattoli spiegava l'attività del Centro antiviolenza, fornendo anche alcuni dati. Dal 2004 al 2012 sono state 379 le donne che hanno contattato l'associazione, di ogni età, tra i 18 e i 74 anni. Il 23%, pari a 82, sono straniere, sposate italiane. 22 sono le donne ospitate nella casa rifugio. Oltre 2000 gli interventi, calcolando i colloqui telefonici e diretti, le consulenze legali, i contatti con i servizi in aiuto alle donne.

«Siamo partiti nel 2003 in cinque, ora siamo 24. Siamo aperti due giorni alla settimana, e ogni settimana c’è una nuova donna. Mi chiedo», ha affermato Cubattoli, «se fossimo aperti tutti i giorni, quante donne verrebbero?» Il Centro si propone anche di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sul problema. «Finora il sostegno delle istituzioni è stato scarso e saltuario. L'ultima legge sul femminicidio prevede il riconoscimento dei Centri antiviolenza, ma le Regioni possono avvalersene o meno a loro discrezione».

Marina Menardi

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