Via libera al fondo per aree di confine

Letta telefona a Reolon: 10 milioni saranno attinti subito dal tesoretto
 BELLUNO. Enrico Letta si è fatto vivo. Ieri ha telefonato al presidente della Provincia Sergio Reolon e ha comunicato che oggi il consiglio dei ministri approverà il fondo speciale per le aree di confine annunciato in aprile a Belluno. Da Roma arriveranno subito 10 milioni di euro, che saranno attinti dal famoso “tesoretto” in mano al Governo.

 Si tratta del fondo per ridurre le sperequazioni contro i comuni della provincia di Belluno (ma non solo) confinanti con le province a statuto speciale, in particolare con Trento. Il fondo, secondo il progetto illustrato da Letta al Comunale, servirà a finanziare progetti comuni tra le diverse province. Il meccanismo prevede che quelle a statuto speciale contribuiranno al finanziamento dei progetti attraverso una loro quota parte, mentre la quota di Belluno verrà attinta dal fondo nazionale.


 La decisione verrà presa oggi e sarà inserita nel Dpef (Documento di programmazione economica e finanziaria), che traccia le linee guida della prossima finanziaria. Era stata annunciata quando Letta era venuto a Belluno in aprile per la presentazione del documento preliminare del Piano srategico della Provincia e della bozza del Piano territorale di coordinamento, ed ora la decisione è stata ufficializzata. La quantificazione del fondo avverrà, come previsto, nella finanziaria stessa. Reolon esprime soddisfazione: «Sono contento che la decisione si concretizzi. Letta, del resto, aveva detto subito che sarebbe stato inserito nel Dpef. Il fatto che venga ora ufficializzata è molto importante. Si tratta adesso di quantificare l’entità del fondo in misura adeguata alle esigenze».


 Soddisfatto anche il consigliere regionale Trento che sabato si era incontrato con Letta a Padova. «Il fondo nasce per riconoscere le specialità della fascia di confine», spiega. «Verrà finanziato con 10 milioni di euro per i prossimi sei mesi». Ora, dice Trento, verrà fatto un decreto legge che chiarirà a cosa saranno finalizzati questi finanziamenti: «Serviranno per i servizi essenziali dei comuni, come medico, scuola o farmacia; per favorire la residenzialità, e quindi per esempio per il recupero delle vecchie case o per famiglie nuove; o ancora per le microimprese attraverso la compensazione di Irap o Irpef».

 Rimane, per Trento, il problema di far confluire sul fondo anche risorse della Regione, come i 9 milioni all’anno «frutto di una battaglia del centrosinistra in Regione attraverso gli emendamenti», che tuttavia «sono aggiuntivi, non certo sostitutivi della quota regionale per il fondo speciale».

 Un’altra novità da Roma: è stato incrementato di 3 milioni, da 5 a 8, il trasferimento, riservato alle province che confinano con Trento e Bolzano, sulla sovrattassa dei consumi elettrici per le imprese con potenza nominale installata superiore ai duecento kilowatt.

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