Vento in vetta a 100 km l’ora, allerta per impianti e sciatori

In quota c’è neve fresca: viene spazzata e accumulata negli avvallamenti. Il rischio valanghe sale, attenzione per possibili distacchi anche spontanei
Fdm

Avete presente le raffiche di bora a Trieste? A 100 km l’ora. Tra ieri pomeriggio ed oggi, un fenomeno del genere si sta ripetendo alle quote più alte della montagna bellunese.

Le conseguenze? «Già con vento a 70-80 km orari si rallentano gli impianti di risalita e, in alcuni casi, si stoppano – informa Cristian Moretti, direttore di Alleghe Funivie -. Noi siamo protetti da Civetta, Pelmo e Marmolada, ma altre stazioni sono più esposte». Da Passo San Pellegrino a Cortina.

Un’emergenza, dunque, che proprio non ci voleva nel pieno delle settimane bianche. Ma il vento forte spazza via la neve e la accumula soprattutto nei canaloni o negli avvallamenti. Che, dunque, diventano pericolosissimi da attraversare. «In quota abbiamo neve ancora soffice, facilmente trasferibile. Quindi si faccia attenzione a questi accumuli – raccomanda Alex Barattin, delegato Cnass per la provincia e le Prealpi trevigiane – e in particolare ci sia la massima prudenza nella frequentazione delle aree sottovento».

Oltretutto, secondo Barattin, è anche difficile sciare e reggersi in piedi sulle ciaspe pressati dalle raffiche. Ecco perché la Protezione Civile regionale ha dichiarato tra il pomeriggio di ieri e quello di oggi lo stato di allerta per le raffiche di Foehn in quota ma anche in alcuni fondovalle, specie sulle Dolomiti. Il pericolo di valanghe è 3 marcato, su una scala di 5 e continuerà ad interessare gli ambiti non controllati della montagna.

«Oltre il limite del bosco si raccomanda – avvertono dall’Arpa di Arabba - un’attenta scelta degli itinerari specie in presenza di depositi di neve ventata in quanto il loro innesco potrà avvenire anche a distanza. La copertura nevosa è spiccatamente disomogenea pertanto talvolta è difficile valutare il passaggio da poca a tanta neve che rimane una delle situazioni più critiche per l’innesco di valanghe a lastroni». Oltre il bosco troviamo strati deboli interni persistenti ricoperti da depositi di neve ventata. Il distacco di valanghe a lastroni, pertanto, è possibile anche con debole sovraccarico (un singolo sciatore) e nelle prossime ore vi sarà un progressivo aumento dei punti critici per distacchi provocati, per la presenza di nuovi depositi di neve ventata specie su zone di cresta e all’uscita dei canali. Col soleggiamento, lungo i pendii molto ripidi esposti al sole, sono possibili distacchi di neve umida anche di medie dimensioni. «I punti più pericolosi saranno tutte le conche, impluvi, canali, zone di cresta e cambi di pendenza caratterizzati da depositi da vento: i distacchi potranno avvenire con debole sovraccarico, a distanza e in profondità per la presenza di strati interni persistenti – sottolinea l’Arpav - Lungo i pendii ripidi estremi sottovento, non si escludono distacchi spontanei e sui pendii in pieno sole, distacchi di neve umida».

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