Ventenne di Falcade trovato senza vita

FALCADE. Un giovane di appena 20 anni, Giuseppe Sica, residente a Falcade, è stato trovato morto (molto probabilmente suicida)ieri sera attorno alle 19.45 sotto il ponte del Gavon, sul greto del Biois, ai lati della provinciale 347 tra Caviola e Falcade, vicino all’hotel Sayonara. Il ragazzo, figlio dei titolari della pizzeria Napoli 2, era scomparso dalla propria abitazione da qualche ora e, attorno alle 19, il 118 aveva allertato il Cnas della Val Biois. I soccorritori hanno iniziato a perlustrare le strade attorno all'abitato, fino a quando hanno individuato il corpo poco fuori dal centro del paese. Ottenuto il nulla osta per la rimozione dalla magistratura, la salma è stata ricomposta e trasportata sulla strada per poi essere accompagnata alla cella mortuaria. Sul posto sono intervenuti, oltre ai carabinieri, i vigili del fuoco e gli uomini del soccorso alpino di Falcade.
Giuseppe Sica aveva frequentato l’Alberghiero di Falcade e, dopo aver concluso gli studi, si era messo con tenacia alla ricerca di un lavoro che però non era mai arrivato; nel frattempo aveva dato una mano al padre Tiberio nella pizzeria di famiglia, che però ormai da circa un anno è stata chiusa.Il fatto di non riuscire a trovare un lavoro stabile aveva tolto ormai da molti mesi a Giuseppe quel sorriso che è tipico dei ventenni; anche se il ragazzo non aveva mai dato segnali di voler recedere dal proposito di trovare la sua strada nel settore per il quale si era impegnato tanto negli studi. La notizia del ritrovamento del corpo, a quanto sembra anche in stato di ipotermia, ha fatto molto presto il giro del paese ed è rimbalzata sui social network. «Non ci sono parole per descrivere quello che è accaduto», dice la sua amica M.Z.; «un ragazzo di 20 anni non può morire così», le fa eco un altro amico, D.T.; e diversi altri si limitano invece a un estremo saluto: «ciao Beppe, veglia su di noi da lassù». Toccante la domanda che si fa un altro ragazzo: «Perchè la vita è così ingiusta?»
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi