Venduto l’impianto per il betonaggio ma la Romor va avanti

I tre giovani nipoti hanno fondato una nuova società La tradizione imprenditoriale della famiglia è nata nel 1953



Lo storico impianto della Romor a Cadola per la lavorazione degli inerti e il betonaggio del calcestruzzo passerà di mano, assieme al ramo d’azienda collegato. Ma a Ponte nelle Alpi il cognome Romor continuerà ad essere protagonista nel settore dei lavori per i settori pubblico e privato e della movimentazione di materiali.

È questo l’impegno dei tre fratelli Gino, Enrico e Tiziano Romor – tutti nemmeno quarantenni – che con la loro “F.lli Romor Srl” hanno deciso di portare avanti la tradizione familiare nonostante le difficoltà e i danni causati anche da Vaia.

L’azienda storica, quella attiva dal 1953, è finita infatti sotto curatela fallimentare nel 2013. I tre fratelli, con la loro società, si erano fatti avanti subito prendendo in affitto il ramo d’azienda e proseguendo così comunque l’attività avviata dal nonno.

Ora la vicenda della liquidazione della vecchia società ha vissuto una nuova tappa: il ramo d’azienda che comprende l’impianto di betonaggio è stato messo all’asta alla fine di gennaio, con un importo base di poco più di 700 mila euro, e venduto.

Da maggio, quando scadrà il contratto di affitto del ramo d’azienda, non sarà dunque più la nuova società dei tre fratelli Romor a gestirlo.

«Sapevamo che poteva succedere e per questo abbiamo puntato negli anni a sviluppare una professionalità che sapesse vivere anche senza gli impianti di inerte e calcestruzzo», rivendica però con orgoglio Gino Romor, 38 anni, che porta proprio il nome del nonno.

L’auspicio, sottolineano i tre giovani imprenditori, era certamente quello di portare avanti al meglio una tradizione “di famiglia”, ma più importante è stata la scelta di puntare su investimenti che potessero garantire all’impresa “F. lli Romor Srl”, nata sulle ceneri della vecchia “Romor”, un futuro all’altezza delle sfide che i cantieri oggi impongono.

«Chiaramente», continua il giovane Gino Romor, «in questi anni abbiamo cercato di gestire al meglio gli impianti con un grosso impegno anche a fronte dei danni di Vaia, e sapere che tanto lavoro andrà un po’ perso ha il suo peso; inoltre ancora una volta è un’impresa non bellunese quella che a colpi di migliaia di euro ha acquisito all’asta gli impianti, con un danno in termini di concorrenza che temo si ripercuoterà in tutto il segmento».

«Questo comunque non ci intimorisce ed anzi è per noi motivo di stimolo a fare ancora meglio. Sono certo», conclude Romor, «che sapremo valorizzare l’esperienza accumulata in questi anni, e punteremo con maggiore impegno, all’obiettivo di far crescere l’impresa F. lli Romor che resta una realtà, solida ed autonoma, del territorio bellunese. Un ultimo pensiero e un ringraziamento è rivolto ai clienti che hanno sostenuto il rilancio di un’impresa storica che con determinazione continua la sua strada». –



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