«Vendita dell’immobile improrogabile: io ho seguito le norme»

Si difende l’agente immobiliare accusato dai carabinieri «Alla fine il rogito dal notaio si è svolto regolarmente»

Belluno

«Non merito una denuncia, perché stavo facendo il mio lavoro. L’atto notarile era improrogabile e il sottoscritto ha effettuato tutta l’operazione seguendo le regole». Parole di Michele Sacchet, titolare dell’agenzia immobiliare Re Max Casamia di via Caffi a Belluno, che vuole dire la sua in merito alla vicenda che lo ha visto protagonista nei giorni scorsi.

«L’atto notarile in questione era improrogabile», sottolinea Sacchet, «per motivi riguardanti sia l’acquirente (che aveva urgente bisogno di entrare nella nuova casa, in quanto già sfrattato dalla vecchia), sia gli otto venditori, alcuni arrivati addirittura dall’estero per il rogito. Il notaio, visto l’esiguità del suo studio, mi aveva espressamente richiesto di poter far entrare i clienti uno a uno, così da poter far firmare l’atto in sicurezza e solo alla sua presenza. Per spiegare le modalità dell’operazione, ho deciso di chiamare in agenzia i soli venditori (otto persone, da fare entrare tre alla volta), per spiegare loro come si sarebbe svolto l’atto».

In agenzia arrivano i primi tre clienti: «Li ho fatti sedere a oltre un metro e mezzo l’uno dall’altro, fornendo a tutti le mascherine da me acquistate. L’unico errore che ho commesso è lasciare la porta aperta».

Qualche minuto e arrivano i carabinieri: «Mi hanno contestato il fatto che la mia agenzia fosse aperta al pubblico, cosa non vera, visto che siamo chiusi dall’11 marzo. Poi la richiesta di prendere le generalità dei presenti, che è avvenuta all’aperto, visto che mancavano gli opportuni mezzi protettivi. Al termine dell’operazione il sottoscritto ha fornito il numero di telefono del notaio, che avrebbe potuto spiegare loro il motivo per cui ci fossimo ritrovati nella mia agenzia. Mi è stato risposto che “non era necessario...”».

La vicenda non termina qui: «Ho telefonato agli altri venditori, avvisandoli di andare direttamente dal notaio, per evitare di essere intercettati in agenzia. Altri due venditori e l’acquirente hanno recepito il messaggio e si sono portati direttamente dal notaio, sostando nel grande androne d’entrata, dato che la sede del professionista è decisamente troppo piccola per ospitare tutti. Gli ultimi tre venditori, invece, prima che potessi avvisarli, sono arrivati in auto di fronte all’agenzia. Li ho bloccati all’esterno, dicendo di non entrare, perché sennò sarebbero stati anche loro sottoposti a giusto controllo, ma i militari hanno voluto procedere lo stesso al riconoscimento».

Alla fine della vicenda il rogito è stato eseguito regolarmente: «L’atto è andato a buon fine», sottolinea Sacchet. «I clienti sono entrati uno a uno dal notaio e hanno firmato l’atto. Abbiamo rispettato le regole, ma alla fine, forse, mi dovrò difendere da una denuncia che francamente non merito». —

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