Vandali contro il presepe di Saviner

Il Gesù Bambino rubato e lasciato ad Alleghe infilzato. Il sindaco di Rocca sdegnato: «È la seconda volta che succede»
ROCCA PIETORE. Il presepe saccheggiato, il Bambinello fatto ritrovare sfregiato lungo la strada alle porte di Alleghe, conficcato su una palina e con una bestemmia scritta addosso.


Per il secondo anno consecutivo il presepe all’aperto di Saviner, allestito sotto la grande “M” metallica che simboleggia la Marmolada, è stato preso di mira dai vandali. Non con un “semplice” danneggiamento, ma con una evidente intenzione di sfregio ai sentimenti di fede e all’impegno di chi ha allestito la raffigurazione sacra. Un episodio che ha dunque suscitato grande indignazione in paese. Il vandalismo è stato messo a segno tra il 31 dicembre e il primo gennaio e dell’accaduto sono stati informati i carabinieri.


«Ormai è diventata una tradizione che i cretini a fine anno si sveglino e facciano dispetti», contesta indignato il sindaco Andrea De Bernardin.


Per la comunità di Saviner e di Rocca, infatti, è stato un brutto colpo. «È un presepio a dimensioni naturali, fatto con pupazzi, molto bello», spiega il primo cittadino. «A Saviner, vicino al bivio per Arabba, abbiamo una grande M di lamiera corten per simboleggiare la Marmolada. Il fatto che la grande lettera metallica sia a forma di capanna ci ha dato l’idea di illuminarla, mettere l’albero di Natale e sotto la M mettere le figure a dimensione reale con i personaggi del presepe».


Un modo di celebrare le festività e di accogliere i turisti all’insegna dello spirito natalizio che già un anno fa aveva richiamato l’attenzione dei vandali.


«L’anno scorso avevano rovesciato tutto e portato via Gesù Bambino», dice De Bernardin, «e anche quest’anno hanno ripetuto il gesto, portando il pupazzo fino ad Alleghe dove lo hanno impalato lungo la strada scrivendogli sopra una bestemmia.»


«Al di là dell’atto di spregio alla fede religiosa, già molto sgradevole», dice il sindaco di Rocca Pietore, «qui c’è un atto contro chi si è adoperato per allestire il presepe. Un presepe che costa ore e ore di lavoro, di impegno dei volontari che ormai si stanno stufando di continuare, a questo punto. Dopo la seconda volta che succede, giustamente anche loro dicono: “Lavoriamo a far cosa?”».


Sono in particolare due donne di Col de Rocca, Nadia e Cinzia, a portare avanti questo impegno. «Sono molto brave», spiega il sindaco, «e anche a Sottoguda abbiamo utilizato questi pupazzi per abbellire il paese d’estate, con figure intente a fare i mestieri tradizionali».


Tutto vanificato da un gesto che ha suscitato sdegno. «Quattro bastonate sulle gambe starebbero bene a chi ha fatto questo gesto veramente deplorevole», commenta De Bernardin. «Di qualunque religione sia, si tratta comunque di un cretino».


Stefano De Barba


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