Valle Imperina, la gestione non fa gola

rivamonte
L’ex sito minerario di Valle Imperina rimarrà chiuso anche per il 2021. Al bando pubblicato dal Comune di Rivamonte a inizio luglio, infatti, non ha risposto nessuno.
Le speranze di vedere di nuovo aperto l’importante centro storico-culturale alle porte della vallata agordina dovranno dunque essere riposte nella primavera-estate del 2022.
A fine maggio era stato pubblicato l’avviso di manifestazione di interesse per partecipare alla successiva gara. In ballo c’era la gestione fino al 31 ottobre 2023 di tre edifici (ostello, ex Cral, forni fusori) per un importo a base d’asta di 1900 euro più Iva, oltre al versamento del 50% degli introiti derivanti dall’ingresso nei forni fusori (biglietto d’entrata fissato a 3 euro, gratis comunque per gli under 15). Un’operazione che al Comune serviva proprio per sondare il terreno in vista del bando.
I tempi di redazione di quest’ultimo, però, sono poi slittati, tanto che la pubblicazione è avvenuta solo il 9 luglio scorso. Rispetto alla manifestazione di interesse, tuttavia, esso comprendeva solo la gestione dell’ostello e dei forni fusori. I termini per la presentazione delle domande sono scaduti lunedì, ma di buste, al municipio di Rivamonte, non ne sono proprio arrivate.
«C’erano state tre manifestazioni di interesse», spiega il sindaco Nino Deon, «una di una società e due di privati (tutti locali, ndr) che avrebbero poi dovuto creare un’azienda. Tali manifestazioni, tuttavia, non si sono poi concretizzate in offerte». D’altronde per poter gestire l’ex sito minerario nel 2021 nel periodo più turistico sarebbe rimasto davvero poco tempo. Inoltre nella zona sono ancora in corso i lavori di esbosco con mezzi e operai impegnati nel portare a valle i tronchi e nel trasformarne una parte in cippato.
«Per certi aspetti», ammette Deon, «forse è meglio che le cose siano andate così. L’esbosco lungo il corso della Val Imperina proseguirà per tutto il mese di agosto. Intanto siamo riusciti a completare i lavori finanziati con i fondi di confine e abbiamo visto che per la gestione del sito c’è dell’interesse, quindi contiamo a questo punto di poterla affidare nella primavera prossima».
Nel frattempo, tuttavia, occorrerà risolvere un nuovo problema creatosi lungo la strada che porta alla galleria Magni e al pozzo Capitale. «I servizi forestali regionali», dice Deon, «hanno completato il rifacimento delle scogliere (300 mila euro, ndr) a protezione del pozzo e della galleria, ma da un’altra parte il ponte che conduce a questi due manufatti ha subìto dei danni che ci hanno obbligato a chiudere la strada. Rifarlo costa altri 200-300 mila euro: abbiamo fatto richiesta in Regione e speriamo che possano intervenire al più presto. Per quanto riguarda la galleria Santa Barbara, invece, l’impianto elettrico è stato ultimato, ma manca l’allacciamento all’Enel. Servirà invece completare la pulizia del bosco sul piazzale antistante l’ingresso».
Nel pacchetto gestionale per il 2022 si punta a inserire anche il centro visitatori del Parco che necessita di alcuni interventi di sistemazione dopo i danni causati da Vaia. «Siamo in fase di appalto dei lavori (600 mila euro, ndr)», dice il presidente del Parco, Ennio Vigne, «che verranno completati entro la primavera prossima. Si tratta di una struttura che dovrà essere agganciata al resto del sito per poter offrire un pacchetto unico. Stiamo anche definendo l’affidamento della progettazione-realizzazione della ciclabile Castèi-Valle Imperina che contiamo di completare nel 2023 con 2, 5 milioni. La prossima settimana riapriremo Agre dopo 15 anni. Io sono fiducioso anche per il futuro di Valle Imperina: nei primi due anni dovremo aiutare chi gestirà, ma poi il sito vivrà di luce propria». —
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