Val di Zoldo in lutto per Arturo Bianchi

PONTE NELLE ALPI. È stata una tragica fatalità: per la Procura non ci sono responsabilità di terzi nell’incidente in moto a La Secca che domenica è costato la vita al ristoratore zoldano Arturo Bianchi. Il nulla osta alla sepoltura è stato dunque rilasciato subito e la famiglia ha potuto fissare per giovedì alle 15 nella chiesa di Pieve di Zoldo l’ultimo saluto al 39enne, che lascia una figlia di 4 anni e una vallata intera sconvolta dal dolore.
Bianchi, di Forno di Zoldo, gestore assieme alla compagna del Lumin di Pecol Zoldo Alto, era infatti conosciutissimo e apprezzato. «La comunità è tramortita e sconvolta da questo accaduto», dice il sindaco di Forno, Camillo De Pellegrin, «siamo tutti senza parole, io lo avevo sentito al telefono poco tempo fa, era un mio coscritto del 1974». «Una tragedia che ha colpito tutta la comunità», dice il sindaco di Zoldo Alto, Roberto Molin Pradel, «soprattutto perché è una persona così giovane e che lascia una bambina così piccola. È difficile trovare parole per questa tragedia, il silenzio è il modo più giusto».
E nessuno, nello Zoldano, riesce a credere alla notizia di questa tragedia. Gina Balestra, vicina alla famiglia, ricorda le qualità di ristoratore di Bianchi e la sua affabilità. «È stato anche un caso beffardo del destino», aggiunge, «perché domenica era stato invitato con la sua famiglia a pranzo dalla suocera ed invece il caso ha voluto che andasse a fare un giro in moto».
Quelli del bar sport La Otada di Pecol loricordano in modo particolare. «Purtroppo», dice Valerio Costa del bar, «notizie che non si dovrebbero sentire. La mattina prima del lavoro passava nel nostro bar, prendeva il caffè e facevamo delle chiacchiere. Era sempre sorridente come la compagna Dominique. Poi comprava il giornale e andava al ristorante. Per questa comunità che è sempre meno numerosa è una grave perdita». Anche a Forno, spiega Mauro Cercenà del bar Centrale, per tutta la giornata non si è parlato che della disgrazia costata la vita a Bianchi: «Tutti addolorati e dispiaciuti».
La tragica notizia è arrivata anche fuori dalla valle, nelle case dei villeggianti più affezzinati. Come a Mestre dai coniugi Sandra e Giorgio Degan, che a Pecol trascorrono le ferie estive e di dicembrem e che al Lumin erano di casa. «Non ci sono parole», dice Sandra Degan, «per esprimere il nostro affetto alla famiglia perché eravamo di casa. Anche i nostri nipoti ricordano la gentilezza e la disponibilità di Arturo. Al Lumin andavamo per i vari tornei che si disputavano». Cordoglio anche Conegliano, dove vivono i giovani coniugi Sabrina e Daniel Lazzaris. «È stata», dice la villeggiante, «una brutta notizia che ci ha lasciati basiti. Noi conoscevano bene Arturo perché quando eravamo a Forno di Zoldo uscivamo assieme e andavamo molto d’accordo anche perché era una persona molto educata e tranquilla. Il destino beffardo ha giocato un brutto scherzo». (ma.a.)
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