Val Belluna Emergenza cresce l’attività: si cercano volontari
Dai 2.559 interventi nel 2016 è passata ai 2.692 attuali La presidente Ebo: «Dal territorio aumentate le richieste»

BELLUNO. Val Belluna Emergenza, che conta un centinaio di volontari, sei mezzi e a gennaio trasferirà la propria sede in via Veneggia 40, cerca nuove forze per far fronte all’aumento di attività di questi ultimi anni. Infatti, dai 2.559 interventi nel 2016 si è passati ai 2.692 stimati per l’anno in corso. Questo significa anche che le ore dei volontari spese per il servizio con le ambulanze sono passate da 16.740 del 2016 a 18.236. E i viaggi con i pazienti trasportati sono saliti a 1.915 (erano 1.768 l’anno scorso).
Aumentare l’attività significa anche far crescere i turni dei volontari che per il 2017 si prevede possano arrivare a 897 (contro gli 853 di 12 mesi fa), il che significa 24,5 turni per volontario all’anno.
Varia l’attività dell’associazione: si va dal soccorso in emergenza al trasporto di pazienti per conto del pronto soccorso (sette soltanto nella giornata di venerdì), ma anche all’assistenza sanitaria per manifestazioni sportive ed eventi. «Da due anni, abbiamo costituito anche un gruppo di soccorritori-animatori detti “sap” (squadre a piedi) equipaggiati ed addestrati per operare in assistenza e primo soccorso a manifestazioni in quota (ultra trail, mountain bike) o comunque eventi che si svolgono su percorsi di montagna. Ma anche trasporti privati in ambulanza. A questo si aggiungono i trasporti di organi: 20 già quest’anno di cui uno è servito per portare un bellunese al centro trapianti», dice la presidente Monica Ebo. «Quindi un impegno che richiede molte forze in campo per far fronte a tutte le esigenze». «Siamo pronti ad accogliere 25-30 persone», precisa anche Gianfranco Nadalet che insieme a Fabio Godi è nel Consiglio di amministrazione dell’associazione.
D’altra parte, come ha precisato lo stesso direttore del Suem, Giovanni Cipolotti «il volontariato è una risorsa insostituibile di cui il servizio sanitario pubblico non potrà fare a meno. Queste associazioni rappresentano le gambe di uno sgabello che, senza, cadrebbe. Anzi, a maggior ragione nel nostro territorio così vasto c’è bisogno di volontari che possano svolgere le mansioni di trasferimento dei pazienti da un ospedale all’altro, così da rispondere alle esigenze del territorio. In un sistema che cerca di razionalizzare e accentrare, quello delle associazioni di volontario è un punto fondamentale». Certo non è sempre facile trovare nuove forze. «Abbiamo appena ultimato un corso per volontari di ambulanza a cui hanno partecipato nove persone e ora ne riproponiamo un altro che sarà tenuto come sempre in collaborazione con il Suem». Di fronte alla mole di lavoro che aumenta e al personale che scarseggia, «è importante fare squadra con le altre associazioni del territorio che operano nello stesso settore», conclude Ebo. E lo dimostra il fatto che «Val Belluna Emergenza ha acquistato un posto mobile avanzato di soccorso cioè una tenda gonfiabile utilizzata anche durante la tappa del giro d’Italia dal Suem che in questo modo ha evitato di affrontare una nuova spesa per acquistarne una. Anzi questo rapporto dovrebbe andare in convenzione con l’Usl così da rimborsare le spese all’associazione per questa attività», dice Cipolotti.
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