Vajont: «Va cambiata la legge sul 9 ottobre»

Lo chiedono i superstiti perchè non si sottolinea abbastanza che è stata responsabilità dell'uomo
La corona di alloro deposta al cimitero del Vajont
La corona di alloro deposta al cimitero del Vajont
LONGARONE.
«Le 1910 vittime del disastro del Vajont non sono state causate dall'incuria dell'uomo: c'è stata una responsabilità colposa». È per questo che l'Associazione Superstiti del Vajont, riunitasi ieri in occasione della giornata per il superstite, vuole che venga modificato il testo della legge che indica il 9 ottobre come Giornata Nazionale della Memoria delle vittime di disastri ambientali e industriali.


«Apprezziamo il fatto che si sia scelto il 9 ottobre per commemorare eventi tragici di tale portata - commenta il presidente dell'Associazione Renato Migotti -, ma il testo della legge e le motivazioni della Giornata non rendono a pieno il senso della responsabilità umana nella tragedia che ha colpito Longarone, ed in altre catastrofi simili, come quella di Stava. Abbiamo già segnalato la nostra posizione con una lettera inviata al Capo dello Stato, ma non abbiamo ottenuto riscontri. Siamo determinati a proseguire questa iniziativa, al fianco dei quattro comuni coinvolti nel disastro: scenderemo a Roma, se necessario, per incontrare i parlamentari e far valere le nostre ragioni». I membri dell'associazione si sono interrogati sulle possibili modifiche da applicare al testo, convinti che la semplice eliminazione del lemma "causate dall'incuria umana" non sarebbe bastato a rendere la misura di quanto accaduto con la tragedia del Vajont. È questo uno dei temi più delicati affrontati dall'assemblea.


Le commemorazioni si erano aperte nella mattinata, con la deposizione della corona nel Cimitero di Fortogna e la funzione religiosa. Erano presenti i rappresentanti dei quattro Comuni coinvolti ed il presidente della Provincia Bottaccin. Da San Pietro in Casale inoltre sono saliti per l'occasione una ventina di parenti del vigile urbano Gino Ferranti, morto nel disastro. Sempre in mattinata si è tenuta l'assemblea dei soci. Nella relazione del presidente Migotti hanno trovato spazio le tante attività sostenute dall'Associazione nell'anno, ed i progetti per il futuro.


«In collaborazione con i quattro Comuni abbiamo raccolto un finanziamento, circa 200mila euro, per recuperare e riaprire un tratto della vecchia strada del Colomber. L'obiettivo è quello di realizzare anche una passerella pedonale di attraversamento della gola del Vajont dove si trovava il ponte distrutto. Questo permetterebbe di avvicinarsi alla diga da valle senza dover necessariamente dipendere dai permessi concessi dall'Enel. Inoltre, grazie al fondo di solidarietà raccolto con la pedonata, sono stati accantonati 5000 euro da destinare al recupero del capitello di Sant'Antonio.


A proposito della pedonata - continua Migotti - molti partecipanti hanno sottolineato la mancanza di tabelle informative e segnaletica per identificare i luoghi lungo il percorso. Per questo stiamo pensando di preparare una segnaletica apposita». «In progetto abbiamo anche una proposta ai quattro Comuni di istituire un riconoscimento ai Comuni, quasi tutti sull'asta del Piace, che hanno collaborato e partecipato, con i loro dipendenti o per iniziativa dei cittadini, al recupero, identificazione e ricomposizione delle salme all'indomani del disastro. Inoltre vorremmo che nei siti web di ogni Comune toccato dalla tragedia fosse pubblicata la lista delle vittime del Vajont, possibilmente allargata anche a quella dei superstiti». «Sul piano legislativo - prosegue Migotti - prosegue il progetto di istituire una borsa si studio universitaria sulla commorienza, in accordo con la Fondazione Vajont e la Fondazione Stava. Abbiamo individuato due legali che forniranno l'assistenza necessaria per approfondire il tema, ed una università d'appoggio: quella di Torino».
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