Uno studio per valutare la fusione
SANTA GIUSTINA. Si parte con il percorso che porterà, se avrà esito positivo, al referendum sulla fusione con Sedico. Il consiglio comunale di martedì ha approvato la convenzione, funzionale a partecipare al bando regionale che mette a disposizione 20.000 euro – a cui si sommeranno 2.500 euro per ogni comune - per uno studio di fattibilità, documento che dovrà chiarire se la fusione porterebbe davvero vantaggi ai due enti, come ipotizzano gli amministratori che l’hanno avviata. La proposta iniziale della minoranza di Sedico, per la verità, coinvolgeva anche gli altri comuni della Destra Piave, che non hanno però aderito, ma i due più grossi intendono vagliare la situazione, per non trovarsi impreparati in un futuro, non essendo così remota la possibilità che le fusioni diventino a breve obbligatorie.
«Ci muoviamo perché riteniamo vantaggioso farlo per la crescita dei nostri paesi, non certo solo per avere i 2 milioni di euro annui per 10 anni promessi dallo Stato, anche perché per esperienza sappiamo di non poter contare su queste promesse, che possono venire smentite rapidamente», ha precisato il sindaco Ennio Vigne. Non è scontato che il risultato finale sia per la fusione, perché, come ha ricordato anche il consigliere di minoranza Fabio Canal, la decisione finale spetta ai cittadini con il referendum, che ha riservato sorprese in altre zone.
Anche dai banchi della maggioranza non mancano i dubbi: l’assessore Ivan Minella ha espresso la perplessità riguardo all’ipotesi che una comunità troppo grande rischi di perdere l’attaccamento al territorio, anche se stare fermi potrebbe essere pericoloso; anche il vice sindaco Angela Bortolin ha detto di avere delle difficoltà oggi nel decidere, sperando che lo studio dia risposte che aiutino la valutazione, mentre Omar Sartor ha sottolineato come: «ci sentiamo un comune grande ma rispetto alla media nazionale non lo siamo, e abbiamo dei soldi in cassa che non possiamo spendere». A proposito di questo il sindaco ha chiarito che nelle prossime settimane verrà preparata una consistente variazione di bilancio, in modo da spendere tutto l’avanzo dello scorso anno entro dicembre: non si sa come andranno le cose il prossimo anno, e c’è il rischio che i fondi vengano di nuovo congelati, da qui la scelta di provare a usarli tutti, con interventi che verranno decisi in funzione della necessità di rispettare i tempi previsti dalla legge. (a.a.)
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