Unifarco, la buona condotta dei lavoratori farà “lievitare” il premio di fine anno

Il progetto, partito nel 2013, sarà potenziato assieme al piano “Benessere 365” nel nuovo integrativo in discussione



Rispetto dell’autorità e disponibilità verso i colleghi. Sono alcuni aspetti del comportamento di un dipendente che Unifarco, azienda farmaceutica di Santa Giustina leader con 400 dipendenti, premierà grazie all’accordo siglato con i sindacati di categoria all’interno del contratto integrativo.

Contratto che è scaduto e di cui si sta discutendo in queste settimane tra le parti per poterlo potenziare. Tra gli aspetti tenuti in considerazione anche il potenziamento del valore economico relativo al “buon comportamento” dei lavoratori. Ad oggi, infatti, il premio di risultato varia tra i 450 e i 1800 euro, con la valutazione comportamentale che può valere anche mille euro per chi ottiene il massimo punteggio.

«Stiamo cercando di potenziare alcuni aspetti del vecchio integrativo», fa presente Nicola Brancher, segretario della Femca Cisl. «Siamo in trattativa, vedremo cosa riusciremo a portare a casa. Il punto di partenza, comunque, è che sono i lavoratori a fare la differenza in un’azienda. Se sono coinvolti nella vita della fabbrica e se ci stanno bene, i dipendenti possono dare di più e l’azienda da questo sforzo trae beneficio, tanto da doverlo riconoscere economicamente. Su questo stiamo lavorando, speriamo di portare a casa un contratto integrativo ancora più innovativo», sottolinea Brancher.

il good worker

Ma in cosa consiste questo meccanismo che premia il modo in cui un lavoratore sta in azienda? Lo spiega il direttore del personale di Unifarco, Luigi Rampino. «I sistemi premianti si basano su due elementi: i risultati e i numeri della produzione da un lato; il modo in cui uno si relaziona all’interno della fabbrica dall’altro. Nel 2013, insieme ai sindacati, abbiamo cercato di quantificare quest’ultimo aspetto, cioè il comportamento del lavoratore, all’interno del premio di risultato».

Prendere in esame la condotta significa vedere come una persona si relaziona con i superiori e con i colleghi, se il suo atteggiamento è positivo, se offre aiuto agli altri, se è rispettoso nei toni e nei modi.

Per giudicare tutti questi aspetti, all’interno di Unifarco è stata redatta, insieme alle organizzazioni sindacali, una scheda valutativa basata su diversi fattori, come la propositività e la capacità di risolvere i problemi, la relazione tra colleghi e superiori, l’assunzione di responsabilità.

Ogni capo, dopo una formazione specifica, due volte all’anno ha un colloquio con ciascuno dei suoi collaboratori per fare il punto. «In questo modo un dipendente ha modo di migliorare il proprio comportamento prima di giungere alla valutazione finale che servirà poi per quantificare il premio di risultato», spiega Rampino.

Ma il giudizio è vicendevole: se il capo valuta i sottoposti (o collaboratori, come sono soliti a chiamarli in Unifarco), c’è anche chi valuta la capacità dei capi stessi di far crescere le persone che dirigono. «Questo sistema valutativo è stato approvato dagli stessi lavoratori in un’indagine svolta tre anni fa proprio sul clima aziendale. E ora, a distanza di tre anni, abbiamo raccolto già qualche frutto, che ci porta a radicare la cultura dei buoni comportamenti in azienda», sottolinea il direttore del personale. «È uno sforzo di tutti per accompagnare e sostenere il benessere del personale e per farlo crescere. Chi ritiene di essere stato ingiustamente valutato, ha sempre la possibilità di farlo presente ai superiori. Il nostro è uno stile partecipativo».

benessere 365

Ma il benessere in fabbrica non dipende solo dalla buona condotta; anche star bene fisicamente e mentalmente è sinonimo dello “star bene”. Ed è per questo che i vertici aziendali hanno attivato il progetto “Benessere 365” che si articola in quattro momenti: nutrizione, movimento, cura di sé e benessere interiore. Partito qualche anno fa, ad oggi sono stati attuati i primi due passi.

«Sulla nutrizione abbiamo tenuto alcuni corsi di cucina per tutti i dipendenti, all’interno dell’orario di lavoro», dice Rampino, «mentre per il movimento abbiamo chiamato degli esperti, sempre in orario di lavoro, per far comprendere l’importanza dell’attività fisica». Un percorso che ha portato questa estate a veri e propri tornei di green volley e di basket. «Tornei che sono serviti non solo a far riscoprire la gioia di muoversi, ma anche dello stare insieme, del creare nuove amicizie e nuove relazioni sociali con i colleghi», dice il direttore del personale.

i tornei estivi

L’azienda, dal canto suo, ha realizzato di fronte alla fabbrica due campi da green volley, ha acquistato i canestri e ha organizzato i tornei. «A dire la verità l’intenzione era quella di dare vita alla “settimana dello sport”, ma poi i colleghi si sono appassionati e l’attività è durata tutta l’estate», ammette Rampino.

«Abbiamo utilizzato le competenze e le abilità dei nostri dipendenti che hanno avuto esperienze sportive», aggiunge. «Poi, al termine delle partite, abbiamo anche allestito un chiosco dove fermarsi per bere qualcosa e fare due chiacchiere. E questo è stato davvero apprezzato, tanto che in molti avevano preso l’abitudine di fermarsi in fabbrica addirittura fino alle 22».

È stato un momento di socializzazione che Unifarco intende riproporre il prossimo anno. «Intanto, però, stiamo organizzando le iniziative per il terzo step del progetto, che punta alla cura di sé», conclude Rampino. —



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