Ungulati a ridosso delle case: «Il Parco dà loro poco cibo»

CORTINA. Cervi e caprioli a ridosso delle case, in coda alle mangiatoie, a passeggio lungo le strade. Cervi e caprioli affamati, magri, che muoiono di stenti. Sono ormai diverse le segnalazioni...

CORTINA. Cervi e caprioli a ridosso delle case, in coda alle mangiatoie, a passeggio lungo le strade. Cervi e caprioli affamati, magri, che muoiono di stenti. Sono ormai diverse le segnalazioni arrivate all’associazione animalista San Francesco attraverso amici e amanti della natura ampezzana, che nelle scorse settimane hanno passeggiato lungo i meravigliosi boschi della Valle del Boite e hanno avuto la fortuna, ormai non più così eccezionale, di incrociare ungulati emaciati sul loro cammino.

Ad attirare l’attenzione è stato l’aspetto patito e l’aria affamata, che ha suscitato in loro e nell’associazione di matrice feltrina alcuni dubbi sulla gestione della fauna selvatica.

«Gli animali si spingono fino alle case perché vanno alla ricerca di cibo? », si chiedono dall’associazione, «ci è stato detto che spesso le mangiatoie del Parco appaiono vuote», forse anche per garantire una diminuzione naturale della popolazione.

Ma finché l’informazione non viene condivisa con la popolazione del luogo, non mancheranno mai quelle «persone che impietosite dalle povere bestie allungano fieno, frutta e verdura per cercare di aiutarle nel loro pellegrinaggio tra i paesi e le frazioni della valle», alla ricerca di non si sa bene cosa.

La gestione della popolazione animale protetta, dentro e fuori il Parco delle Dolomiti bellunesi, è un argomento dibattuto. Sono migliaia gli ungulati che popolano le montagne bellunesi, un numero che si aggira su cifre a 4 zeri e che da anni dà argomenti di discussione ad animalisti, cacciatori, carabinieri forestali, polizia provinciale e ora anche a gruppi sempre più allargati di cittadini. Che si trovano a non sapere se dare da mangiare o no, se accogliere o allontanare gli ungulati.

E intanto gli animali finiscono sotto le macchine, gli incidenti si sommano ai danni, la rabbia e la frustrazione si accumulano.

Secondo il piano faunistico venatorio provinciale 2017-18, steso per pianificare conservazione e utilizzo della fauna selvatica, a Cortina vanno abbattuti 48 caprioli sui 350 stimati, in Val Boite 168 cervi su 1250 stimati e nella zona Cristallo-Sorapiss 37 camosci su 365. Un palliativo a un problema che andrà gestito a più livelli e da più forze, anche di volontariato. (f. v.)

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi