Una picconata contro l'illegalità
Ieri il primo atto per la demolizione dell'ex albergo San Martino

L’albergo San Martino che verrà abbattuto in questi giorni E a destra il grande cartello che sponsorizza il Giro d’Italia che vedrà sul piazzale del Nevegal la conclusione della cronoscalata
BELLUNO.
«A Belluno non ci sono segnali di infiltrazioni mafiose». Lo ha detto il questore Luigi Vita davanti all'albergo san Martino, in Nevegal, teatro ieri della prima "picconata" che segna l'inizio della sua demolizione. «Effettuiamo con costanza e attenzione controlli e verifiche». «Ci coordiniamo con le altre questure, e quello che vediamo è che l'ambiente è sano», ha concluso il questore. Un bel (o sarebbe meglio dire brutto) simbolo della mafia c'è però anche a Belluno: è l'albergo San Martino, che faceva parte dei beni di Enrico Nicoletti, ritenuto il cassiere della banda della Magliana. Ieri sono iniziate le operazioni di demolizione, e sarà una corsa contro il tempo, per essere pronti per l'arrivo del Giro d'Italia sul Colle.
Una picconata all'illegalità.
A dare la prima "picconata" sono stati il sindaco Prade e l'assessore Paolo Gamba, determinato e caparbio nel lavorare per raggiungere l'obiettivo di eliminare l'immobile dal piazzale del Nevegal. «Questo gesto è simbolico», ha detto Prade, «diamo una picconata a una cosa brutta e fondata sull'illegalità. Con questo gesto diciamo "no" a un certo tipo di fare turismo, quello basato sulla intermediazione immobiliare». Giusta la sana speculazione legata all'accoglienza, non operazioni come quelle che hanno visto protagonista il San Martino. Anche il Prefetto Maria Laura Simonetti ha espresso la sua soddisfazione: «Il risultato raggiunto è frutto dell'impegno sinergico di tutte le istituzioni coinvolte nel procedimento, all'insegna di tre elementi fondamentali: continuità, concretezza e concertazione». E sono stati molti i soggetti coinvolti. «E' largamente condiviso» ha concluso, «come l'aggressione ai patrimoni mafiosi e il loro effettivo utilizzo per finalità istituzionali e sociali costituisca lo strumento più efficace di lotta alla criminalità organizzata». Un messaggio di congratulazioni è giunto anche dall'ex Prefetto Boffi.
Dalla mafia al sociale.
L'albergo san Martino fu costruito nel 1962 in ampliamento a un modesto corpo preesistente che si andava a ristrutturare. Proprietario era Augusto Zanolli, che nel 1993 lo vendette a Claudio Giacani, amministratore della società "Nuova Esmeraldo". In carico a questa, nella figura di Enrico Nicoletti e altri, venne emesso nel 1996 il decreto di confisca dell'immobile, che diventò patrimonio del Demanio dello Stato. Il 30 luglio 2009 ci fu il trasferimento al Comune di Belluno. Dopo la demolizione il Comune pensa di realizzare un centro con più destinazioni (compresi alcuni alloggi sociali, c'è già uno studio di fattibilità), ma nel frattempo ci sarà un bello spiazzo utile come parcheggio in occasione del Giro d'Italia.
Un calcio al passato.
Demolire il san Martino non ha solo una valenza come lotta alla criminalità organizzata. E' anche segno che «da oggi il Nevegal cambia passo», ha detto Prade. «E' passata un'epoca, si volta pagina, e chiediamo il contributo di tutti per far diventare il Nevegal un centro di accoglienza di livello mondiale». Il riferimento è alla scuola svizzera, sulla quale l'amministrazione punta per il rilancio definitivo del Colle. Oggi è in programma il primo incontro con i proprietari dei terreni: «Inizia da qui il lavoro di acquisizione delle aree», ha precisato Gamba. «Ci vorranno circa tre mesi. Quello che è importante, adesso, è andare tutti nella stessa direzione, con determinazione, e non dividerci più».
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