Una guida alpina per sentieri facili

PEDAVENA. Tra gennaio e febbraio il collegio guide alpine del Veneto accoglierà una nuova figura professionale: l'accompagnatore di media montagna. Si tratta di un ruolo a metà tra la guida esperta e il semplice escursionista. L'accompagnatore sarà abilitato a lavorare in montagna ma solo lungo i sentieri tracciati, e potrà scortare singoli o gruppi di escursionisti senza dover ricorrere né a tecniche né tanto meno ad attrezzature alpinistiche, ma contando solo sulle sue conoscenze dell'ambiente naturale e faunistico. Ogni aspirante dovrà superare prove attitudinali e perfino un corso di 55 giorni. L'abilitazione sarà rilasciata solo dopo il superamento di un esame. La nuova figura è stata presentata ieri mattina al collegio delle guide venete, riunitosi in Birreria nell’assemblea annuale dei professionisti. La proposta di inserire l'accompagnatore di media montagna anche nell'organismo veneto è stata fatta dal consigliere regionale Matteo Toscani, che ha presentato un apposito progetto di legge per modificare il precedente testo (del 2005) sulla “Nuova disciplina della professione di guida alpina". Le modifiche alla legge per introdurre la nuova figura qualificante sono all'attenzione del consiglio regionale e saranno ragionevolmente approvate in una delle prossime sedute. A spingere per l'introduzione dell'accompagnatore anche il presidente uscente Lio De Nes, che ieri ha concluso il suo mandato rimettendo l'elezione del prossimo presidente al nuovo direttivo, dove peraltro è stato rieletto. Al suo fianco, riconfermati Giovanni Zanettin, Nicola Tondini e Davide Crescenzio, al fianco dei nuovi eletti Michele Barbiero, Roberto Cervi e Dario Segato, già responsabile della commissione tecnica. Dopo un anno travagliato, segnato da tensioni e incomprensioni che hanno perfino portato De Nes alle dimissioni (respinte), ora il gruppo avrà l'incarico di amministrare l'attività e l'organizzazione di un collegio che riunisce ben 115 professionisti. Durante la seduta di ieri sono stati sottolineati i problemi economici attraversati dalla categoria, anche nella speranza di ottenere qualche fondo in più dalla Regione. Ma tutti i contributi (60mila euro annui) servono per sostenere i nuovi iscritti e «adesso si finanziano solo le emergenze», ha sottolineato il consigliere regionale Bond. Non resta che tenere duro, e sperare che la quota di 407 euro a testa basti per sostenere tutte le spese gestionali.
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