«Una grande perdita La sua storia un esempio per tutti gli imprenditori»
Il ricordo commosso di chi ha conosciuto Pieralberto Za «Era un ottimista e un altruista. Ci mancherà». Lavina (Assindustria): «Laggiù aveva trovato davvero la sua strada»

CITTA’ DEL CAPO (Sud Africa)
. Potrebbero essere celebrati sabato a Città del Capo, i funerali di Pieralberto Za, il 38enne bellunese morto sabato scorso, dopo essere precipitato in un crepaccio durante un’escursione in montagna. E mentre ieri sono arrivati i genitori (oggi è attesa la moglie), nella comunità italiana, veneta e bellunese della metropoli alleggia sconcerto e incredulità per la notizia della sua morte. «Una grave perdita per tutti».
Da 11 anni residente a Città del Capo, grazie alla sua simpatia, alla voglia di fare e al suo spirito intraprendente e altruistico, Za era conosciuto da tutti. Lo conosceva la console Emanuela Curnis, amica di famiglia, che sta seguendo le procedure per la consegna del corpo ai familiari. Lo conosceva anche il direttore del giornale “La Gazzetta del Sud Africa”, Ciro Migliore, che nel 2006 lo aveva intervistato mettendone il luce le sue doti di imprenditore, ma anche umane. «Pieralberto era un giovane professionista, brillante, pieno di vita, desideroso di vivere appieno ogni istante. Ed è forse questo che lo ha tradito», ricorda Migliore. «Era sempre disponibile, presente, pronto a dare una mano a chi ne aveva bisogno. Ci mancherà tantissimo».
«Za era una ragazzo distinto, umile, molto rispettoso, ottimista, vedeva sempre le cose positive. E’ una grande e grave perdita», ricorda Giovanna Secco di Seren del Grappa, da 39 a Johannesburg e premiata nel 2007 col “Businesswoman of the year”. Commossi anche Arturo Costella, presidente dell’associazione Bellunesi nel mondo, e Vasco Rader, presidente dell’associazione Veneti nel mondo in Sud Africa: «Quando avevamo bisogno lui ci ha sempre dato una mano. Era una persona squisita».
«Aveva l’intraprendenza e la vitalità che dovrebbero avere tutti gli imprenditori», aggiunge Serena Lavina, presidente dei giovani industriali di Belluno tra il 1996 e il 1998, quando erano membri anche Pieralberto e la sorella Anna. «Era superattivo e sempre molto motivato. Insieme abbiamo organizzato la mostra di archeologia industriale. In Sud Africa aveva trovato la sua strada. Mi dispiace molto per quanto è accaduto». «La notizia ci lascia l’amaro in bocca», dice Ivano Pocchiesa dell’Abm. «In Pieralberto i genitori avevano riposto molte speranze e lui aveva regalato grandi soddsfazioni».
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