Un rifugio a malga Cavallera: si potrà arrivare solo a piedi
Gosaldo. La struttura comunale è stata ristrutturata con i fondi di confine, aprirà sabato 17. I gestori Ferroni e Dall’Armellina: abbiamo chiesto di non aprire la strada, un filtro sugli avventori

L’ex malga Cavallera diventa rifugio e per la prima volta apre le proprie porte ai turisti. Un progetto di restauro nato una decina di anni fa, avviato dal Comune di Gosaldo proprietario del sito grazie al ricorso ai fondi di confine ma frenato a più riprese da una serie di circostanze di varia natura culminate con Vaia prima e Covid poi.
Quando ormai tutto sembrava perduto, ecco bussare alla porta del Comune di Gosaldo Dario Ferroni e Luigi Dall’Armellina con alle spalle una già lunga esperienza, ultraventennale, nella gestione dei rifugi. Veneziano di nascita ma “montanaro” d’adozione Ferroni; storico gestore di Malga Cere nel cuore del Lagorai “Gigi” Dall’Armellina.
Esperienza da vendere ed una richiesta ben precisa, accolta con sorpresa dal primo cittadino bellunese Stefano Da Zanche: «Tutti coloro che ci avevano preceduto nella richiesta di informazioni per la manifestazione d’interesse chiedevano informazioni sull’apertura della strada carrabile che conduce direttamente al rifugio» ha spiegato Dario Ferroni, «noi invece, come prima cosa, inderogabile nel processo di assegnazione del rifugio, abbiamo chiesto che la strada non venisse mai aperta.
Il sindaco, che ci ha detto “voi siete due pazzi ma siete quelli giusti”, ha subito accettato la nostra richiesta e così eccoci qua, pronti ad iniziare questa nuova ed entusiasmante avventura. La realtà dei fatti è che abbiamo esperienza di rifugi dove si arriva solo a piedi.

La clientela cambia radicalmente in base alla tipologia di percorso da fare ed a noi piacciono quelli che in montagna camminano con i propri piedi e si muovono in base alle proprie forze, non coloro che scelgono la comodità della macchina. La strada forestale è in buone condizioni ma la terremo chiusa, percorribile a piedi, quello sicuramente».
Idee chiarissime quelle del duo Ferroni-Dall’Armellina: no a lusso e modernità (anche se la struttura si presenta molto bella, grande ed accogliente, con tutti i comfort del caso), sì ad un’accoglienza tipicamente di montagna, semplice ed il più sostenibile possibile, “pensata” per numeri ridotti e non per tavolate extralarge.
«Per quest’anno lavoreremo in parallelo su due fronti», ha aggiunto Ferroni, «Luigi si concentrerà a Malga Cere, io sarò al Cavallera. In questa fase stiamo risolvendo gli ultimi inghippi di natura prettamente burocratica. Abbiamo qualche problema con l’approvvigionamento di energia elettrica ma anche in questo caso tutto è in via di risoluzione definitiva. Senza energia elettrica abbiamo deciso di posticipare l’apertura di qualche giorno altrimenti saremmo, oggi, già regolarmente aperti ed operativi».
La data d’inaugurazione scelta per il rifugio Cavallera dai suoi primi gestori è sabato 17 giugno. Una novità assoluta all’ombra delle Pale di San Martino, versante bellunese, appena sotto la Croda Granda, salutata con soddisfazione da tutti gli altri rifugisti della zona.
«Rappresentiamo il perfetto anello di congiunzione tra due aree, diciamo che finora tra le pale di San Martino e l’Agordino mancava un pezzo» ha concluso Dario Ferroni.
«Ci sono tanti rifugi nella zona, alcuni dei quali storici come lo Scarpa oppure Mulaz, Pradidali e Rosetta a cavallo tra il Bellunese ed il Trentino.
Mancava però uno posizionato a mezza via, capace di rendere più agevole il lungo cammino tra le due aree che richiede circa sette ore e mezzo di cammino, con ferrate peraltro anche particolarmente impegnative. Diciamo che aprendo questo rifugio, anello di congiunzione tra Agordino e Trentino, abbiamo messo tutti d’accordo e noi ne siamo particolarmente felici e soddisfatti».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi