Un mini depuratore per abbattere i costi del percolato

Il Comune spendeva 400 mila € l’anno per lo smaltimento Con i risparmi il nuovo impianto sarà pagato in due anni
Di Alessia Forzin

BELLUNO. Nella zona di san Fermo quando piove i cittadini sanno che devono tenere ben chiuse le finestre. Non solo perché l'acqua potrebbe bagnare il parquet del salotto, ma anche per difendersi dagli odori che si sprigionano dalla discarica di Cordele. Il problema c'è da sempre, fin dagli anni '90: quando piove, e nelle ore successive, l'odore si fa pungente, penetrante. L'acqua fa aumentare il percolato, il liquido che viene prodotto dalle discariche e che si forma a causa delle infiltrazioni nella massa dei rifiuti, unita alla decomposizione delle immondizie stesse. Non contiene sostanze tossiche, ma va smaltito come rifiuto speciale, con costi molto alti. Li sostiene il Comune, che spende annualmente, spiega il sindaco Massaro, «fra i 350 e i 450 mila euro», a seconda della quantità prodotte.

Ma all'orizzonte c'è una soluzione. Sarà costruito un piccolo depuratore vicino alla discarica, con il quale si potrà trattare il percolato. Quindi, il Comune dovrà smaltire solo i fanghi residui, con un costo stimato di 30 mila euro annui. Un bel risparmio per l'amministrazione. «Solo una delle due sezioni della discarica di Cordele ha questo problema della produzione eccessiva di percolato», spiega il sindaco. «Ed è un problema serio, perché genera forti odori e perché richiede cifre considerevoli per essere smaltito. Pur non contenendo tracce di inquinanti, come dimostrano le analisi che facciamo fare ciclicamente, è considerato rifiuto speciale. Fin dall'epoca del sindaco Fistarol il Comune lo smaltisce appoggiandosi ad aziende specializzate, che lo recuperano con le autobotti e lo portano negli impianti di trattamento. L'assessore Luca Salti aveva avviato uno studio del fenomeno, insieme a Bellunum, per trovare una soluzione».

Sono state fatte diverse analisi e individuate ipotesi di intervento. «È stata valutata l'essiccazione: significa far evaporare la parte liquida del percolato per smaltire meno materiale», continua Massaro. «Poi è stata approfondita la filtrazione. Quindi si è valutata l'ipotesi di costruire una condotta fognaria che collegasse la discarica al depuratore di Marisiga per smaltire direttamente lì il percolato. Una soluzione fattibile, quest'ultima, con un investimento di 3-400 mila euro, ma che richiede tempi di realizzazione molto lunghi».

L'ultimo studio effettuato è quello che porterebbe a realizzare un mini depuratore vicino alla discarica. Tratterebbe il percolato trasformandolo in acqua, a quel punto rimarrebbero da smaltire solo i fanghi residui. «L'analisi di tutti questi studi dimostra che il sistema più vantaggioso, rapido e sostenibile dal punto di vista ambientale è costruire un depuratore in loco», afferma Massaro. «Abbiamo avviato uno studio tecnico-amministrativo per vedere come realizzarlo».

Costerà circa 500 mila euro, lo pagherà il Comune (si sta lavorando con Bellunum per trovare le risorse) e porterà ad abbattere i costi di gestione del percolato (da 350-450 mila euro a 30 mila circa, si stima). Il progetto, una volta predisposto, avrà bisogno dell'autorizzazione da parte della Provincia. «Da qui al 2017 pensiamo di arrivare a conclusione di questa vicenda», conclude Massaro. «E con orgoglio, perché si tratta di un problema che nessuno ha mai risolto in vent'anni».

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