Un gruppo di volontari ha sistemato il sentiero della zona alta di Faè

Enrico De Col / LONGARONE
Alcuni volontari hanno rimesso in sesto un sentiero e antico muro silvo pastorale nella zona alta della frazione di Faè.
Gli artefici sono infatti un gruppetto di abitanti nelle zone di Faè, Desedan e Pian De Sedego coordinati da Romano Bratti, uniti dalla voglia di prendersi cura del paesaggio del proprio paese.
Prima e dopo il periodo della quarantena il gruppo ha quindi sistemato con impegno un tratto di sentiero di circa 800 metri che va nella località Borgo Botter e Casere Nini, con accesso nel primo tornante della strada che va verso la conca e il bosco di Cajada.
«In paese tra amici si parlava spesso di sistemare quel pezzo di sentiero – racconta Bratti – specie perché alla fine c’era un muro pericolante che rischiava di crollare. Inoltre il paesaggio era completamente lasciato all’incuria con rovi e erbacce che coprivano il lavoro delle generazioni che ci hanno preceduto che avevano realizzato sentiero e il muretto con la capacità tipica dei nostri vecchi per i mestieri ormai scomparsi. Allora mi sono sentito in dovere di fare qualcosa, organizzando una piccola squadra di lavoro e fissando date precise di intervento».
«Armati di decespugliatore e motosega – continua Bratti – abbiamo iniziato a lavorare a gennaio e ci sono voluti ben tre giorni di fatica per tirare via erbacce e spine che avevano invaso tutto. Poi ho creato un sostegno per tenere in piedi la parte di muro che stava cedendo. Poi c’è stato lo stop per la quarantena ma, qualche giorno fa, siamo tornati per finire l’opera tagliando nuovamente l’erba e facendo le rifiniture. Ci siamo poi presi l’impegno di procedere a manutenzioni periodiche del posto per mantenerlo sempre funzionale, questo perché ci sta a cuore il nostro territorio». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi