Un bunker a Villa Gaggia per ospitare Mussolini

BELLUNO. Mussolini destinato a Villa Gaggia nel settembre 1943? Documenti inediti confermerebbero l’ipotesi. A parlare di queste “prove” finora sconosciute è Paolo Doglioni: «In una pubblicazione del 2012, “Schegge di storia Bellunese”, riportavo voci sull’ipotetico progetto di creare un’ulteriore sede per Benito Mussolini a Villa Gaggia a Socchieva, a pochi chilometri da Belluno», ricorda Doglioni. «Mussolini conosceva bene la villa, avendovi incontrato Adolf Hitler, il 19 luglio 1943. Inoltre, dopo l’8 settembre, la provincia di Belluno, con Trento e Bolzano, faceva parte dell’Alpenvorland, direttamente sottoposto all’amministrazione militare del Terzo Reich».
Prove documentate dell’esistenza del progetto non erano mai state trovate: «Di recente, dall’archivio dell’impresa Valentino Monti & Figlio di Auronzo, è emerso un carteggio che potrebbe confermare proprio quello che alcuni bellunesi vissuti in quei tempi hanno sempre affermato: la possibilità che si pensasse di spostare Mussolini nel nostro territorio».
Dai documenti della Monti risulta infatti che il ministero dell’Interno di Roma, a fine settembre del 1943, aveva richiesto la costruzione urgente di un ricovero antiaereo a Villa Gaggia, intervento che avrebbe trovato la sua giustificazione, appunto, in vista di un utilizzo speciale della villa. «L’impresa Monti», continua Doglioni, «iniziò i lavori il 30 settembre e li terminò, senza aver finito l’opera, il 20 ottobre. Evidentemente il progetto di trasferire Mussolini – se di questo si fosse trattato - era stato abbandonato e non era più necessario il rifugio antiaereo a Villa Gaggia. L’importo dei lavori, secondo i puntuali conteggi dell’impresa, fu di 50.163 lire, pagate dopo un collaudo lavori il 6 giugno 1944, con mandato della sezione della tesoreria di Belluno».
Nei venti giorni di interventi l’impresa aveva avuto l’autorizzazione dalla Prafectur Belluno der Deutsche Verwaltungsberater per il trasporto di esplosivi e il ritiro di carburante per i mezzi di trasporto. «Il 28 ottobre il responsabile tedesco della Prefettura, dopo otto giorni dalla sospensione dei lavori, scriveva all’impresa chiedendo la restituzione dei carburanti», spiega Doglioni. «L'impresa rispondeva alla richiesta il 2 novembre 1943 con una distinta dei consumi di carburante per gli urgenti preparativi di costruzione di un ricovero a Villa Gaggia e dell’avvenuta riconsegna di tutti i materiali e dell’attrezzatura in conseguenza della sospensione dei lavori. In ogni caso fece presente che tutti i carburanti prelevati erano stati regolarmente pagati. I documenti conservati nell’archivio dell’impresa Monti avvalorano quindi voci e testimonianze di chi visse quel periodo e aggiungono significative informazioni alla storia bellunese della guerra». (m.r.)
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