Un anno e 8 mesi per il sexy-ricatto

Imprenditore cortinese vittima di un tentativo di estorsione da parte di due rumene
Belluno, 21 marzo 2008. Il senatore Giancarlo Pagliarini nella sede de "La Destra" di bellunoPaolo Patelmo
Belluno, 21 marzo 2008. Il senatore Giancarlo Pagliarini nella sede de "La Destra" di bellunoPaolo Patelmo

CORTINA. Si finge incinta per estorcere soldi all’amante. Tanti soldi, quasi 17 mila euro. «Mi serve il denaro per abortire, non vorrai mica che mio marito scopra la nostra relazione? È pregiudicato, capace di tutto», racconta all’uomo, aiutata da una sua amica complice. L’ingenuo amante-imprenditore paga, e solo dopo si accorge del raggiro, riuscendo a far bloccare l’assegno grazie ai carabinieri. Finite entrambe a processo con l’accusa di tentata estorsione aggravata in concorso, Mariana Dumitru, 33 anni, e l’amica Anca Rainsberger, 34, sono state condannate a un anno e otto mesi di reclusione ciascuna, 400 euro di multa e al pagamento dei danni alla parte civile, rappresentata dall’avvocato Paolo Patelmo (nella foto), quantificati in 7.500 euro.

Un ricatto ben congegnato. A metterlo in atto sono state due giovani donne romene, residenti a Treviso. I fatti contestati risalgono al 2009. Mariana, spalleggiata dall’amica, avrebbe contattato e fatto credere al suo amante, A.G., un imprenditore residente a Cortina, di aspettare un figlio da lui. Lui l’aveva assunta come barista nel suo locale, poi la scintilla. Nonostante i rapporti sessuali sempre protetti, come ha raccontato ieri davanti ai giudici l’imprenditore, non senza un certo imbarazzo, lei è riuscita a fargli credere di essere rimasta incinta. Quella presunta gravidanza ben presto si è trasformata in una serie di richieste dal tono neanche tanto velatamente minatorio: «Se lo viene a sapere mio marito, per noi saranno guai. Ma soprattutto per te. Dobbiamo fare qualcosa». La trappola era pronta, e a quel punto la donna, sempre con il sostegno dell’amica che la spalleggiava e che dava credibilità alla sua storia, ha suggerito anche la via d’uscita: «Devo assolutamente abortire per nascondere la nostra relazione a mio marito. Ma mi servono soldi. Conosco una dottoressa all’ospedale di Treviso che può fare l’aborto».

L’uomo, vistosi in trappola, aveva così firmato un assegno, poi un altro. Totale: 17 mila euro. Li ha consegnati alle due donne durante un incontro avvenuto nel bar di fronte al Ca’ Foncello prima della presunta operazione di interruzione di gravidanza. Mariana aveva anche imbottito la pancia a simulare l’inizio di gravidanza. Una trappola perfetta. E lui ci è cascato con entrambi i piedi. «Ci vorrà poco, venti minuti, aspettaci qui», hanno detto le due. Un’ora dopo, non erano ancora tornate. L’uomo, a quel punto, si è rimesso in macchina, direzione Cortina. Il giorno dopo, la sua amante lo ha chiamato: «Sto tornando il Romania», gli ha detto. Lui è andato dai carabinieri, che hanno raccolto la denuncia e hanno bloccato l’assegno più “pesante”, da 14 mila euro, che l’amica della sua amante stava cercando di incassare.

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