UCCISO DON CASSOLL’ipotesi più accreditata è quella del bracconiere

Ma gli investigatori di Altamura stanno battendo anche altre piste, tra cui quella di persone infastidite dal gruppo
Il luogo dove è stato ucciso il parroco
Il luogo dove è stato ucciso il parroco
L’unica certezza è che non ci sono certezze. Solo ipotesi e mezze ipotesi. Quelle che ieri hanno arrovellato gli inquirenti coordinati sul posto dal magistrato Manfredi Dini Ciacci. Per il momento, in terra di Puglia, nessuno si sbilancia. La morte di don Francesco Cassol è un rebus in piena regola.


La prima ipotesi.
Cominciamo dall’ultima ipotesi avanzata solo nel tardo pomeriggio di ieri. A uccidere il parroco di Longarone potrebbe essere stato un bracconiere che lo avrebbe scambiato per un cinghiale.


A tornare sono diversi elementi: il proiettile che ha ucciso don Francesco è utilizzato proprio per la caccia al mammifero, particolarmente diffuso nel parco dell’Alta Murgia.

Nell’area protetta la caccia non è consentita e quindi chi vuole trasgredire al divieto lo fa di notte. Chi ha sparato, lo ha fatto da 25 metri. Il bossolo è stato trovato a questa distanza. Ma non mancano delle perplessità: il Pulo, la zona dove è avvenuta la tragedia, è l’area meno frequentata di cinghiali dell’intero Parco. Altro discorso, il grado di consapevolezza dell’eventuale bracconiere-killer: si è accorto di aver sparato a un uomo anziché a un cinghiale? Va ricordato che era buio.


La seconda ipotesi.
L’ipotesi di inizio giornata era però un’altra: a uccidere il sacerdote bellunese sarebbe stata una persona del posto infastidita dalla presenza del gruppo. Insomma, un omicidio volontario contro il “foresto”. Ma anche qui c’è qualcosa che non torna. Don Francesco e i suoi erano accampati in una distesa incolta e certo non davano fastidio. Non è la prima volta che il Pulo di Altamura viene scelto come meta di escursioni e cammini spirituali.


La terza ipotesi.
Non si esclude nemmeno la lite interna al gruppo, ma qualcuno dei partecipanti doveva essere munito di fucile, cosa francamente difficile da immaginare.


Il silenziatore.
Qualcuno dice di non aver sentito nulla, altri parlano di un rumore «sordo». Possibile? Sì se chi ha sparato ha usato il silenziatore. E poi c’è quell’automobile in lontananza.


Gli investigatori, dal canto loro, sono pronti alla prova dello “stub”, la ricerca delle particelle della polvere da sparo. Già, ma su chi?

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