Truffa Gd Consulting, salta il patteggiamento di Bortolotto

Respinte dal giudice Montalto anche le richieste di altri cinque imputati
Nella foto a sinistra l’ingresso del palazzo di giustizia Accanto Gianpiero Addis Melaiu e Roberto Bortolotto
Nella foto a sinistra l’ingresso del palazzo di giustizia Accanto Gianpiero Addis Melaiu e Roberto Bortolotto

BELLUNO.
Sei richieste di patteggiamento rigettate dal giudice e solo quattro accolte. Tra le "bocciate" c'è anche quella di un nome eccellente: Roberto Bortolotto, 48 anni di Belluno, il numero 2 della Gd Consulting. È un vero e proprio colpo di scena quello avvenuto in aula, nel procedimento che doveva definire, davanti al giudice Federico Montalto, i patteggiamenti di dieci imputati, finiti nella rete della Guardia di Finanza, nell'ambito dell'inchiesta sulla «Gd Consulting», la società d'intermediazione truffaldina che ha bruciato oltre 52 milioni di euro tra risparmi e soldi in nero. Pene troppo basse o questioni prettamente tecniche hanno fatto saltare sei patteggiamenti. Sono stati accolti e ratificati in sentenza dal giudice soltanto quelli di Alessandro Bogo, 42 anni di Ponte nelle Alpi, che ha patteggiato due anni di reclusione, Vadim Canale, 38 anni di Milano (un anno e 6 mesi), Massimo De Grandis, 46 anni di Belluno (due anni), Massimo Maruccia, 41 anni di Lugano (tre anni).

Respinte, invece, le richieste di patteggiamento di altri sei imputati: oltre a Bortolotto, quelle di Fabrizio De Simoi, 43 anni di Feltre, Raffaele Meluzio, 46 anni del Principato di Monaco, Marco Panza, 43 anni di Bergamo, Antonio Cibien, 40 anni di Belluno, e Mirco De Bacco, 64 anni di Belluno. Per tre diversi motivi. Il giudice Montalto ha respinto la richiesta di applicazione della pena di De Simoi per una questione di forma: il patteggiamento con proscioglimento dal reato di riciclaggio è semmai materia di discussione (anche per una riproposizione del patteggiamento) davanti ai giudici del dibattimento e non in sede preliminare. Questioni prettamente tecniche anche per Bortolotto, che chiedeva l'applicazione della pena a cinque anni di reclusione (tre dei quali indultati). Una richiesta tra l'altro osteggiata, ieri in aula, dall'avvocato Corrado Zasso, che rappresenta un centinaio di parti civili, in quanto, a suo giudizio "incongrua per la gravità dei reati commessi dall'imputato". Il calcolo del patteggiamento di Bortolotto doveva essere fatto considerando il reato di riciclaggio come quello più grave. Per gli altri quattro imputati (Meluzio, Panza, De Bacco e Cibien), infine, il giudice ha ritenuto troppo bassi (e quindi "incongrui") i patteggiamenti sui quali pubblica accusa e difesa avevano trovato l'accordo.

Dunque, tutto si complica per le difese dei sei imputati che volevano chiudere con un patteggiamento il conto penale con la giustizia. Non è affatto scontato che nella prossima udienza di lunedì 25, davanti al giudice Giorgio Cozzarini, i legali ripresentino automaticamente le richieste di patteggiamento bocciate, dopo aver effettuato le dovute "modifiche". Alcuni hanno, infatti, preannunciato di non essere disposti a patteggiamenti superiori a quelli concordati per l'udienza di ieri con il pubblico ministero Massimo De Bortoli perché un'applicazione di pena più alta comporterebbe problemi lavorativi agli imputati (come, ad esempio, per qualcuno l'espulsione dall'ordine proferssionale di appartenenza).

Al termine dell'udienza lo stesso legale di Bortolotto (sul quale era concentrata l'attenzione dei legali di parte civile), l'avvocato Raffaella Mario non ha dato per certa la riproposizione del patteggiamento del suo assistito. Qualcosa di più si saprà nell'udienza di lunedì prossimo, anche se a questo punto, è presumibile che il procedimento slitti nuovamente in attesa che il giudice Montalto depositi le motivazioni delle decisioni di ieri.

Nel frattempo si è discusso anche di spese dei legali di parte civile quantificate in 700.000 euro complessivi. Le richieste sono state fortemente ridimensionate. Si sono salvate solo le parti civili che s'erano costituite contro tutti gli imputati, come le difese Fogliato e Azzalini, che si sono viste liquidare le spese legali per un'ammontare complessivo di 10.000 euro. Le altre, che si erano costituite solo contro i vertici della Gd, dovranno attendere il prosieguo del dibattimento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi