Tribunale, a rischio la sezione fallimentare

BELLUNO. Aveva da poco conquistato un giudice. Ora il tribunale di Belluno rischia di vederselo nuovamente togliere in nome della specializzazione in materia fallimentare. Il relativo settore, infatti, potrebbe essere spostato a Treviso portandosi dietro non solo la perdita di opportunità di lavoro per commercialisti e avvocati bellunesi, oltre ad inevitabili disagi per gli abitanti della provincia montana, ma anche il venir meno di un giudice destinato alla Marca. Un destino al quale la presidente del tribunale di Belluno Antonella Coniglio si sta opponendo con tutte le sue forze trovando sponda anche nella Corte d’Appello di Venezia.
«Non è un bel segnale» commenta la presidente Coniglio, «è uno svuotamento periodico delle competenze assegnate a Belluno che non mi piace». Prima alcune sigle sindacali, che hanno scelto l’accorpamento con la vicina Treviso, poi la Camera di commercio diventata un ente unico, seppur con due sedi. Destinazione Treviso anche per la sezione fallimentare del tribunale, almeno secondo la legge delega già pronta ma non ancora approvata. Toccherà, molto probabilmente, alla prossima legislatura farlo.
La parola d’ordine è specializzazione. L’obiettivo della legge è affidare a giudici dedicati il settore fallimentare, una volontà che porta con sé la necessità di accorpare i tribunali con minori volumi di lavoro in questo campo. Il criterio scelto è quello dell’ampiezza di organico: la riduzione infatti interessa i tribunali che contano un numero variabile da 6 a 17 giudici e Belluno ne ha 12. In Veneto è interessato anche il tribunale di Rovigo. Ma le variabili da tenere in considerazione sono anche altre e non è detto che la proposta non venga corretta.
Il problema di Belluno, spiega la presidente Coniglio, sta nel fatto che la provincia ha una quantità di fallimenti che non giustifica la presenza di un giudice unico, tanto che i magistrati a cui è affidato attualmente il settore si occupano anche di altro. «Togliere un giudice per questo motivo è ingiustificato» spiega Coniglio, «e inoltre non si tiene conto della conformazione del territorio bellunese».
Il caso è stato sottoposto all’attenzione della presidente della Corte d’Appello di Venezia che, spiega Coniglio, ha fatto dei passi formali per supportare la richiesta del tribunale bellunese. La speranza è quella di tenere almeno il giudice già assegnato a Belluno nel 2016 e con il quale si contava di creare la sezione civile.
«Questa operazione si inserisce in un contesto più ampio di accentramento delle competenze» spiega il procuratore Paolo Luca, «che non riguarda solo Belluno ma tutti i tribunali piccoli in nome dell’efficienza e della specializzazione». La strada, insomma, sembra segnata anche se bisognerà aspettare ancora qualche tempo per vedere l’esito della vicenda. Per quanto riguarda il fallimentare, però, il rischio concreto per i bellunesi è quello di doversi rivolgere a Treviso nonostante il territorio chieda a gran voce autonomia e strumenti per il contrasto dello spopolamento.
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